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BURIRAM - Prima di scendere in pista, non si sbilancia mai. Per la verità, (quasi) tutti i piloti fanno così, ma Andrea Dovizioso, se è possibile, ancora di più. Poi, però, vengono spesso fuori spunti interessanti.
Andrea, il campionato è praticamente finito: vincere domenica è soprattutto una questione di orgoglio
“Anche con solo l’1% di possibilità ci proverò in tutti i modi, ma non è una questione di orgoglio. Non funziona così. Il campionato si vince in 19 GP. Si fa l’errore di focalizzarsi troppo su alcune gare, ma il campionato è fatto da un insieme di GP, e spesso si sbaglia a commentare solo l’ultima parte della stagione. Bisogna guardare la totalità degli eventi”.
D’accordo. Allora perché sarebbe importante vincere domenica, al di là della naturale soddisfazione personale?
“Fa piacere posticipare la conquista del titolo al tuo rivale. E poi sarebbe troppo presto se lo vincesse qui…”.
L’anno scorso perdesti all’ultima curva: sarà ancora una sfida tra voi due?
“Sinceramente non so cosa aspettarmi, perché se guardiamo le gare precedenti vediamo che gli avversari sono stati più competitivi rispetto al 2018: me li aspetto più competitivi anche qui. Non so noi cosa potremo fare, ma come spesso accade non lo puoi sapere finché non metti le ruote in pista, soprattutto se ci sono gomme differenti rispetto al passato. Piccole differenze, ma in ogni caso non sono uguali: influenzano la messa a punto della moto. Oggi faceva un caldo 'impossibile' e anche questo va tenuto in considerazione; inoltre è anche prevista pioggia: tutti fattori che non puoi prevedere, è inutile pensarci troppo”.
Che pista è questa?
“Sembra banale, piccola e con poche curve, ma non lo è per niente. E’ complicata. Fisicamente, oltre alla temperatura è complicata, la seconda parte diventa impegnativa: devi usare tanto l’angolo, dove non hai il grip e il battito cardiaco sale particolarmente per come è fatta la pista. E’ veramente strano. Inoltre, quando hai delle staccate così violento con curve da prima - come la tre e l’ultima - fisicamente è devastante”.
Come valuti la decisione di Rossi di cambiare capo tecnico a 40 anni?
“Se è andata come dice, è stata presa una decisione in armonia. Al di là di questo, Valentino non sorprende mai, ci prova fino alla fine. E’ giusto così: tanto di cappello!”.