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Lo scorso novembre, durante l’ultima giornata di lavoro in pista del 2024 della MotoGP al circuito di Barcellona, c’è stato parecchio tempo per osservare dalla pit-lane le novità tecniche portate in pista da tutti i costruttori che schieravano i prototipi delle moto 2025 a confronto con le “vecchie” versioni a stagione appena finita.
Abbiamo raccolto molte foto e così è nata l’idea di dividere per marca questo materiale, integrandolo con un po’ di appunti utili a spiegare come si stia sviluppando il lavoro di evoluzione di queste moto da 1000cc che oramai stanno arrivando alla fine del loro ciclo di vita.
Tutti i reparti corse delle Case impegnate nel mondiale, infatti, stanno già da mesi progettando le future 850 che debutteranno nella stagione 2027 in un lavoro parallelo all’introduzione delle novità tecniche che ancora servono alle 1000 per rimanere competitive.
Il primo capitolo è dedicato, doverosamente, a Ducati. La rossa bolognese è da anni il mezzo di riferimento in MotoGP e quella passata è stata un’ulteriore stagione da record che, nonostante le limitazioni derivanti dal regolamento sulle concessioni introdotto a fine 2023, ha visto crescere ancora il vantaggio tecnico sugli avversari.
Una volta alla Desmosedici veniva riconosciuto solamente di essere dotata del motore più potente; negli anni questo progetto è diventato il riferimento tecnico in ogni settore. Vediamo di descriverne qualche dettaglio.
Questa prima foto mostra il prototipo della GP25 e fa vedere alcuni dettagli dell’evoluzione aerodinamica. La Desmosedici è sempre stata molto curata sotto questo punto di vista e dal 2015 ha portato al definitivo debutto le appendici alari applicate alla carenatura.
Da allora la MotoGP si è data un primo regolamento tecnico - anche se non ancora sufficientemente preciso - e l’evoluzione è stata continua. Nelle ultime tre stagioni il lavoro di sviluppo è stato fatto per lo più sui dettagli, segno che la configurazione aerodinamica individuata già nel 2022 è stata ritenuta valida. Di seguito la descrizione di alcuni elementi da mettere in evidenza:
Un altro tema importante per i tecnici negli ultimi anni è stato quello di evolvere i telai per adattarli alle caratteristiche delle gomme della Michelin. Questi pneumatici, per una precisa scelta tecnologica del colosso francese, sono dotati di una struttura della carcassa meno rigida di quella che caratterizzava le gomme Bridgestone utilizzate fino al 2015 in MotoGP. Di conseguenza, stagione dopo stagione è stata costantemente modificata la rigidità dei telai, soprattutto per quanto concerne la flessibilità laterale, quella che determina l’entità e la frequenza delle informazioni che arrivano al pilota in curva a moto inclinata sotto forma di vibrazioni. Carcasse delle gomme più morbide, telai più flessibili quindi; Ducati è arrivata ad estremizzare il concetto come si può vedere nelle due foto che seguono.
La prima fa vedere il telaio della GP24:
Mentre quella che segue mostra quello del prototipo 2025
Il confronto della sezione del travone dove è posizionato il perno di attacco motore posteriore è impressionante. Il telaio 2024 era già stato abbondantemente scaricato con evidenti lavorazioni di fresatura, mentre il telaio 2025 è semplicemente sottilissimo, tanto che viene da pensare che nel caso di una scivolata ad alta velocità difficilmente si potrà salvare qualcosa.
La vista laterale della GP24 mostrata nella foto che segue evidenzia quanto siano cresciute nell’interasse queste moto nelle ultime stagioni.
Basta concentrare lo sguardo sulla distanza che separa la ruota posteriore dal perno del forcellone.
La moto è lunghissima e questo rende l’idea anche su quanto sia calata la maneggevolezza rispetto alle MotoGP di dieci-quindici anni fa. Queste moto fanno il tempo grazie ad una grande velocità di percorrenza di curva, una grande capacità di decelerazione e una altrettanto notevole capacità di accelerare forte in uscita. Per tutto questo l’interasse abbondante aiuta. C’è poi da ricordare anche che l’evoluzione delle Michelin ha portato ad una crescita costante del grip, per cui non è necessario come accadeva prima forzare avantreno e retrotreno con dei grandi trasferimenti di carico.
I condotti di scarico rappresentano un altro elemento per il quale Ducati ha fatto scuola.
Sulla Ducati si sono viste anni fa per la prima volta le valvole parzializzatrici montate nella parte finale dei terminali e adesso si vede come l’evoluzione abbia portato allo sviluppo di zone a volume elevato che, dimensionate a dovere, fungono da risuonatori e servono a garantire un riempimento ottimale delle camere di combustione ai vari regimi di utilizzo.
La presenza di questi volumi si nota già per il sistema due-in-uno della bancata anteriore del V4 bolognese.
mentre è decisamente evidente sul lato destro del codone dove è posizionato il gruppo di scarico della bancata posteriore.
Ma quanto frena forte questa Ducati? Un’idea ce la si può fare osservando la dimensione del disco freno anteriore installato su un prototipo della GP25 che stava utilizzando il collaudatore Pirro. Tra disco in carbonio è cover di protezione, il disegno della ruota non si vede più.
Va ricordato che il diametro nominale delle ruote delle MotoGP gommate Michelin è 17 pollici, esattamente come quello delle Superbike e delle normali sportive stradali. La necessità di adottare dischi da 340mm di diametro ha costretto Brembo a rivedere il disegno delle pinze che sono appositamente sagomate per non interferire con il profilo della parte interna dei cerchi ruota.
L’altezza notevole della fascia frenante, invece, serve a garantire un adeguato smaltimento del calore in modo da non uscire dal range di temperatura di esercizio ottimale, parametro di assoluta importanza per un impianto in carbonio.
I piloti moderni sono preparati fisicamente come dei veri atleti professionisti e sulla moto fanno dei gran movimenti con un notevole dispendio di energia durante la gara. L’ergonomia viene sempre più curata e la foto seguente mostra come, al pari del sedile del pilota di Formula 1, anche la sella della Ducati Desmosedici e la cover in carbonio di air-box e serbatoio costituiscono due elementi separati che sono dedicati ad ogni pilota.
Sotto questo aspetto i giapponesi della Honda, in particolare, erano già avanti vent’anni fa, mentre l’esperienza fatta con Lorenzo più recentemente deve aver fatto capire ai tecnici Ducati che questi dettagli sono tutt’altro che trascurabili.
L’immagine di chiusura è quella della vista laterale del prototipo della moto 2025. Si nota come la nuova carenatura sia arrivata a coprire quasi completamente il travone laterale del telaio al fine di proteggere meglio il pilota dal calore sviluppato dal motore.
Si può vedere, inoltre, una rara immagine della ruota anteriore: si tratta dell’ultima evoluzione della Brembo-Marchesini in magnesio forgiato introdotta un paio di stagioni fa. L’azienda italiana è tornata al classico disegno delle razze ad Y, simile a quello delle ruote di vent’anni fa. Corsi e risorsi tecnici.