MotoGP. Ducati, la grande sconfitta

MotoGP. Ducati, la grande sconfitta
Con il passaggio di Crutchlow al team LCR nel 2015, a Borgo Panigale stappano lo champagne per i soldi risparmiati e per la possibilità insperata di allestire la squadra Dovizioso-Iannone. Un bene, ma quanto successo con Cal evidenzia, ancora una volta, la pessima gestione dei piloti: una costante di Borgo Panigale | G. Zamagni
3 agosto 2014

Il “popolo” del web è scatenato contro Cal Crutchlow: “incoerente”, “irrispettoso”, “voltagabbana” e via di questo passo sono i giudizi sul pilota britannico, che dopo aver annunciato pubblicamente – nientemeno che al WDW, come dire nel luogo “sacro” per tutti i ducatisti – di voler continuare con la Ducati, si è invece accordato con il team LCR per correre nel 2015 con la Honda RC213V (quasi) ufficiale dell’ottima squadra di Lucio Cecchinello. E’ vero, Crutchlow si è rimangiato la parola data, ma ha fatto quello che avrebbe tentato di fare qualsiasi pilota: salire su una moto più competitiva.

Ducati: Perseverare è diabolico

Cal, quindi, ha fatto solo bene – secondo il mio giudizio – sfruttando al massimo un contratto delirante accettato dalla Ducati, la vera sconfitta di tutta la vicenda. Crutchlow era stato voluto a tutti i costi – circa 2,5 milioni di euro a stagione, più, appunto, la clausola a favore del pilota per liberarsi entro il 31 luglio 2014 – dai vertici di Borgo Panigale, convinti che «con il suo stile di guida avrebbe riportato in alto la Ducati». Già nel 2013 Cal avrebbe dovuto salire sulla Desmosedici, ma l’opposizione dell’allora team manager Vitto Guareschi fece saltare l’accordo a favore di Andrea Dovizioso. Una vera fortuna per la Ducati che, però, non contenta è tornata alla carica per il 2014, facendo poi firmare il peggior contratto possibile – per una Casa – al pilota che «avrebbe risolto tutti i guai». In molti erano convinti che non sarebbe stato così, considerando anche che Cal nella sua carriera in MotoGP aveva guidato solo la Yamaha, la moto concettualmente più differente e lontana dalla quattro cilindri italiana. I risultati hanno dato ragione agli scettici ed è quindi normale che Crutchlow abbia fatto di tutto per trovare un’alternativa: non avendola, ha annunciato di voler continuare, ma appena si è presentata la possibilità, ha fatto le valigie, facendo in un certo senso un favore alla Ducati – che così risparmia una buona quantità di soldi e può allestire la sua squadra “ideale” con Andrea Dovizioso e Andrea Iannone -, ma evidenziando come a Borgo Panigale abbiano qualche difficoltà non solo nella progettazione delle moto da corsa.

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Piloti sempre trattati male

Non dimentichiamo che se Casey Stoner ha lasciato la Ducati è stato soprattutto per come venne trattato dai vertici di Borgo Panigale nel 2009 quando tornò in Australia per farsi curare per un “male oscuro”, poi individuato come intolleranza al lattosio. In quel periodo, Stoner si sentì tradito, soprattutto per un’offerta milionaria fatta a Jorge Lorenzo, molto superiore alla cifra guadagnata allora da Casey, nonostante i tanti GP vinti e il titolo conquistato con la Desmosedici. Stoner, così, se ne andò alla Honda nel 2011, sostituito da Valentino Rossi, un altro al quale venne fatto venire il mal di testa, come era successo prima anche a Marco Melandri, Sete Gibernau, Carlos Checa e, in parte, a Loris Capirossi, e come è successo recentemente ad Andrea Dovizioso, sempre sottovalutato, nonostante i risultati ottenuti. Adesso, Crutchlow si è rifatto con gli interessi: chissà che a Borgo Panigale non imparino la lezione.

Honda adatta a  Crutchlow?

Adesso, per la coppia Crutchlow-Ducati si prospettano nove gare durissime e cariche di tensione: non sarà facile né per il pilota né per chi lavora al suo fianco finire la stagione in modo quanto meno dignitoso. Sinceramente, fatico a immaginare come si possa arrivare a Valencia, visto quanto è successo nelle ultime settimane: non mi stupirei di una clamorosa rottura anticipata del rapporto. Per quanto riguarda il 2015, cosa ci si può aspettare da Crutchlow? Sicuramente un anno migliore rispetto a questo (fare peggio è impossibile), ma è tutto da vedere che la Honda sia una moto adatta al britannico. Ricordate Ramon Forcada? «Non è detto che Lorenzo su una Honda vada più forte che con la Yamaha» aveva dichiarato a fine 2013, proprio considerando le caratteristiche delle due moto: un dubbio che, a maggior ragione, è lecito estendere anche a Crutchlow. Con la speranza, naturalmente, che Cal vada fortissimo: se lo merita Cecchinello e sarebbe un bene per lo spettacolo della MotoGP.

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