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Sul 2020 ci sono poche certezze, ma il 2021 è in gran parte definito. Perlomeno per quanto riguarda molti, piloti e squadre. La Yamaha è stata la prima ad annunciare Maverick Vinales e Fabio Quartararo per il prossimo biennio; poi la Honda ha rinnovato per quattro anni il contratto a Marc Marquez; quindi la Suzuki ha confermato i suoi due piloti, Alex Rins e Joan Mir. Altre trattative sono a buon punto: Cal Crutchlow, come ha confermato Lucio Cecchinello, ha già iniziato a parlare con la HRC e appare probabile che continuerà anche nel 2021, sempre a fianco di Takaaki Nakagami, che sarà quasi sicuramente riconfermato (quasi, perché finché non c’è la firma sul contratto non si possono avere certezze). Stesso discorso per Alex Marquez: non avrebbe senso che la Hrc non gli rinnovi il contratto, è giusto che abbia la possibilità di dimostrare di meritarsi quella moto in quel box in una stagione “normale”
Per quanto riguarda Valentino Rossi, appare scontato che continuerà a correre. “Io ho ancora voglia, ma sembra che dovrò decidere il mio futuro senza disputare nemmeno una gara”, ha dichiarato recentemente Valentino. Insomma, appare scontato che Rossi sarà in pista anche nel 2021, non più nel team ufficiale, ma comunque con una M1 ufficiale nel team Petronas.
Non è tutto fatto, tutt’altro, sono molti i dettagli da mettere a posto: Razan Razali, il team manager della squadra malese, sostiene di non aver avuto ancora nessun contatto con Valentino e che si aspetta di ricevere almeno un messaggio dal nove volte iridato… Al di là della battuta, ha comunque detto che una decisione verrà presa entro agosto (quindi senza sapere il rendimento di Rossi) e ci sono alcune problematiche da risolvere, come chi pagherà l’ingaggio del pilota, quale squadra avrà nel box, quale sarà il suo compagno di squadra.
Ma sul fatto che continui, personalmente ho pochi dubbi e lo stesso Carmelo Ezpeleta si è sbilanciato a dire che Rossi “sarà molto probabilmente in pista anche nel 2021”. Per quanto riguarda l’altro pilota, la logica dice che Franco Morbidelli sia il favorito, perché è giovane, è talentuoso e nel 2019 ha comunque ottenuto risultati più che discreti con la M1. Sarebbe un peccato - e secondo me sbagliato - rinunciare a lui quando, teoricamente, potrebbe diventare un grande protagonista.
In tante certezze, o quasi, in Casa Ducati ci sono mille dubbi, legati soprattuto alla posizione di Andrea Dovizioso. Vista la situazione, il rinnovo del contratto sembrerebbe scontato: la Ducati ha bisogno di lui e il pilota della Ducati, anche se Andrea potrebbe avere valide alternative, in particolare con KTM. Ma, purtroppo, il rinnovo è tutt’altro che scontato: tra pilota e vertici di Borgo Panigale continuano a esserci degli attriti, che potrebbero anche diventare insanabili. Ma perdere Andrea sarebbe un brutto colpo: gli altri piloti Ducati sono tutti potenzialmente validi, ma nessuno, per il momento, ha dimostrato di poter replicare i risultati di Dovi. Proviamo a fare delle ipotesi.
Considerata la situazione, sembrerebbe la soluzione logica: perché cambiare "a tavolino”? Andrea garantisce risultati, Danilo è uno che è stato capace di vincere al Mugello, battendo all’ultimo giro Marquez e Dovizioso. Uno che è capace di una simile impresa può fare qualsiasi cosa: deve solo trovare costanza.
Danilo, però, è sempre sulla graticola e il suo rinnovo è tutt’altro che probabile. Con chi sostituirlo? Ducati potrebbe scegliere tra Jack Miller, Pecco Bagnaia e forse anche Johann Zarco, che però al momento rappresenta una grande incognita: fino adesso, ha tutt’altro che entusiasmato nelle poche uscite fatte con la DesmosediciGP. Comunque il nome per il sostituto di Petrucci potrebbe essere uno di questi.
Ma, come detto, l’ipotesi che Dovizioso non venga confermato è tutt’altro che remota. E allora, chi potrebbe prendere il suo posto? La mia opinione, del tutto personale, è che ci sia un solo pilota ancora non sotto contratto (per quanto si sa) di alto livello: Pol Espargaro. Sono convinto che Pol possa fare molto bene con una moto competitiva: Ducati dovrebbe puntare su di lui.
Si è anche parlato di un ritorno di Andrea Iannone, ancora sotto la spada di Damocle della squalifica doping: Iannone, da sempre, è legato a Paolo Campinoti, proprietario del team Pramac e potrebbe anche tornare nella squadra satellite Ducati, più difficilmente in quella ufficiale. Altre alternative non sembrano esserci: come ha anche spiegato Luca Marini nella sua intervista a moto.it, pare difficile che dopo una stagione così qualche team punti su un pilota proveniente dalla Moto2. Sarebbe un rischio troppo grande. E Ducati ha bisogno di certezze, di almeno un paio di piloti che possano garantire risultati.