MotoGP e Coronavirus, Carmelo Ezpeleta: “Faremo di tutto per avere 19 GP”

MotoGP e Coronavirus, Carmelo Ezpeleta: “Faremo di tutto per avere 19 GP”
Il numero uno della Dorna spiega in una conferenza stampa cosa è successo per la MotoGP. “Fino a sabato la situazione sembrava sotto controllo, poi è precipita e non è stato possibile effettuare il GP. Come Dorna faremo di tutto per mantenere la regolarità del campionato, ma bisognerà adattarsi alla situazione”
5 marzo 2020

La dichiarazione di Carmelo Ezpeleta, numero uno della Dorna:

“Abbiamo deciso di fare una conferenza per aggiornare la situazione. Intanto voglio chiarire che la collaborazione con le autorità del Qatar è stata molto positiva, abbiamo cercato di adattarci con tutte le persone del paddock per fare il massimo possibile. Lo scorso sabato abbiamo ravvisato qualche problema per alcune nazionalità ad arrivare in Qatar. Fortunati che Moto3 e Moto2 fossero già qui per i test: normale, quindi organizzare queste due gare. Poi si è deciso giorno per giorno, affrontando diverse possibilità, finché domenica a metà giornata, visto che la situazione in Europa stava cambiando, coloro che arrivavano dall’Italia e da altri Paesi venivano messi in quarantena. Quindi è diventato impossibile organizzare la gara.

Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Abbiamo pensato a diverse possibilità: organizzare un charter per portare un numero minimo di persone per fare il GP, cercando un accordo con il Qatar per un numero massimo di persone autorizzate a raggiungere il circuito. Poi, un volo arrivato da Roma, tutti, non solo gli italiani, non hanno avuto possibilità di entrare in Qatar, o venivano rimandati a casa o messi in quarantena. Abbiamo cercato di organizzare un volo per portare qui alcune persone importanti per la MotoGP, ma anche questa possibilità non era più realizzabile.

C’è stata grande collaborazione con il Qatar, il ministero dello Sport, il ministero della Salute: abbiamo cercato di organizzare la gara, ma non è stato possibile. Non possiamo sapere cosa accadrà in futuro, la situazione si evolve continuamente: cercheremo di organizzare il campionato nel miglior modo possibile, con il maggior numero di GP possibile.

Il prossimo GP sarà quello degli Stati Uniti: non sappiamo ancora nulla, aspetteremo però fino all’ultimo prima di mandare là tutto il materiale. Abbiamo cercato di spostare il GP degli Stati Uniti più avanti, cambiandolo con qualche data spagnola, ma non c’era il tempo per farlo. Grazie ad Aragona, invece, abbiamo potuto anticipare di una settimana la gara ad Aragon e quindi spostare al 4 ottobre il GP Thailandia.

Chiediamo a tutta la comunità MotoGP di non prestare attenzione alle voci: noi siamo uniti, parliamo con tutti e cercheremo di portare a termine il campionato. Siamo abbastanza forti per cercare di farlo. Se le leggi non lo permetteranno non correremo, ma come FIM, Dorna e Irta l’obiettivo è mantenere il campionato con maggiore gare possibili.

Ci sono delle leggi da rispettare e per la gente del paddock abbiamo un equipaggiamento speciale per far fronte a una eventuale emergenza, cerchiamo di avere la situazione sotto controllo.

Le autorità mondiali sanitarie sono tutte collegate a noi: noi vogliamo svolgere i GP e sono sicuro che lo faremo.

Non sarà un campionato normale, ci saranno forse dei cambiamenti da apportare in qualche momento, ma vogliamo che il lato sportivo sia uguale per tutti e poi ci adatteremo alle varie situazioni”

Se dovessero saltare i GP in USA e in Argentina, verrebbero cancellati o posticipati?

Al momento sono confermati entrambi, ma non posso dire cosa accadrà in futuro. Dopo il mondiale sarà in Europa e lì dipenderà da come sarà la situazione lì. Ci sono due problemi: spettatori in circuito e la situazione nel paddock per le nazionalità che non potranno entrare in alcuni Paesi. Stiamo pensando a come affrontare entrambe le situazioni. Ci saranno delle situazioni che richiederanno diverse soluzioni. Dorna, FIM e Irta cercheranno di portare a termine le gare: questo è il nostro obbligo. Con la collaborazione di tutti cercheremo di fare il maggior numero di gare possibili. Posso solo promettere che lavoreremo sodo per qualsiasi soluzione possibile per effettuare i GP.

Si potrà recuperare il GP del Qatar MotoGP?

No, la gara è cancellata, non c’è la possibilità di recuperarla. A oggi la situazione è questa, ma se ci fosse una possibilità che dovesse emergere, la prenderemo in considerazione. Ogni cambiamento è possibile con l’accordo di tutti.

Cosa puoi dire della SBK?

La situazione è esattamente uguale, anche lì ci sono tanti italiani: vedremo se potremo recuperare la gara del Qatar.

E’ un’opportunità per promuovere maggiormente Moto3 e Moto2?

Noi cerchiamo di promuovere sempre queste due categorie, sono una grande risorsa per noi. Sicuramente questa volta avranno più attenzione: siamo contenti che i piloti e i tecnici fossero già qui per svolgere questo GP.

Quante persone pensavate di portare con il charter? Si poteva effettuare il test del tampone?

Era possibile portare circa 150 persone: sarebbero state sufficienti per effettuare il GP. Non era possibile effettuare il test del tampone, ci voleva del tempo che non avevamo. Lo faremo in futuro? Valuteremo ogni possibilità, la situazione è in continua evoluzione. Ma considerando anche Moto2 e Moto3, il numero minimo di persone sale almeno a 1000”.

Qual è il numero minimo di gare perché il campionato venga considerato regolare?

Il contratto (con la FIM, nda) dice 13 gare. Noi cercheremo di svolgere tutte le 19 gare, magari finendo di correre a Natale… ma cercheremo di fare i GP. Questo è il nostro dovere, svolgere più gare possibili.

Il Coronavirus visto da noi

Da Automoto.it