MotoGP. Ecco come è fatta la centralina unica Magneti Marelli

MotoGP. Ecco come è fatta la centralina unica Magneti Marelli
Marco Venturi, responsabile della Casa italiana, spiega capacità e funzionalità del “cuore” delle MotoGP. A chi sostiene che, in qualche modo, c’è lo zampino della Ducati risponde: “Il nostro referente è la Dorna” | G. Zamagni
4 marzo 2014

Punti chiave

 

Centralina unica, software libero o “obbligato”: con l’introduzione della categoria “Open” si discute molto di questi elementi. Marco Venturi, responsabile della Magneti Marelli, l’azienda italiana scelta dalla Dorna per la realizzazione e la distribuzione del nuovo sistema, fornisce qualche dettaglio tecnico.

«E’ una centralina che gestisce un motore quattro cilindri, con doppio iniettore e singola bobina per cilindro, con una acquisizione dati con memoria molto potente da 8 giga, con un numero considerevole di ingressi e uscite per gestire un sacco di informazioni provenienti da sensori, e per gestire attuatori come la farfalla motorizzata, farfalla allo scarico, trombette variabili e altro ancora. E’ una centralina che ha a bordo anche la possibilità di comunicazione con l’esterno piuttosto elevate tramite le quattro linee “cam” indipendenti, con velocità di comunicazione di un megabit/secondo. Inoltre, c’è una comunicazione con l’esterno tramite una linea “Ethernet”, che utilizziamo normalmente per programmare la centralina o scaricare i dati. E’ una centralina che sfrutta la massima esperienza fatta dalla Magneti Marelli un po’ in tutti i settori, F.1 compresa: ha due microprocessori a bordo, dei quali uno “Dual Core”, uno che gestisce tutta la parte delle uscite e l’altro – anche se, per la verità la distinzione non è così netta – le differenti strategie. Il software gestisce la parte motore, alla cura del comportamento del veicolo, come l’impennata, lo slittamento, un certo comportamento voluto per l’approccio alla curva in frenata e in fase di accelerazione. E’ una centralina piuttosto compatta, accolta, secondo noi, piuttosto bene dai team e dai tecnici per le sue elevate prestazioni. Dorna ha voluto che ci fosse un anno di prove (il 2013, NDA) per avere la certezza che il sistema avesse delle garanzie di affidabilità e sicurezza».


Fatto “100” il software di una Casa costruttrice, quello della Magneti Marelli a che livello è: 80, 90, 110?
«Molto difficile dirlo: solo i Costruttori sanno cosa c’è dentro le loro centraline. Noi sappiamo cosa c’è dentro alla nostra, ma non c’è stata data nessuna possibilità di discussione con le Case sui loro contenuti».

Marco Venturi
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Le Case ufficiali hanno, per esempio, quello che viene chiamato impropriamente “GPS”, possono programmare curva per curva la centralina; è possibile anche sulla vostra?
«Il GPS è vietato dal regolamento della MotoGP: la ricostruzione del singolo tratto di circuito viene fatta leggendo la velocità delle ruote, integrandola per ricavarci il canale spazio, con una risoluzione dell’ordine di qualche metro: anche il software Marelli ha sempre l’informazione di dove si trova la moto nel circuito, con controlli sulla linea del traguardo per “resettare” eventuali errori. Abbiamo tarature settore per settore: possiamo dividere il circuito in 25 settori. Normalmente se ne usano un po’ di meno (mediamente 14, NDA): è possibile che le Case Costruttrici lo facciano in modo ancora più dettagliato».


A Sepang si è discusso molto del software, qualcuno addirittura sostiene che sia stato “scritto” dalla Ducati; cosa ci può dire a riguardo?
«Posso solo dire che noi abbiamo come cliente la Dorna, dalla quale, dal 2012, riceviamo una serie di indicazioni, richieste e specifiche: non sta a noi preoccuparci di chi c’è dietro a queste richieste. In questo periodo, abbiamo avuto richieste da altri costruttori di fare delle modifiche. Il software di base, che è uguale per tutti indipendentemente da “Factory” o “Open” è stato evoluto durante il 2013 secondo tutta una richiesta di specifiche arrivare a Magneti Marelli a 360° da Honda, Yamaha, Suzuki, Ducati… Per quanto riguarda il software e l’evoluzione che stiamo facendo, ribadisco che il nostro cliente è la Dorna: se dietro la Dorna c’è qualcun altro bisogna chiederlo a loro».

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