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Bella come un'endotermica. Anzi, di più, perché la Ducati MotoE - il nome del prototipo è "V21L" - è più armonica della DesmosediciGP, troppo tecnica e funzionale per essere anche bella secondo i canoni tradizionali. Eccola qui, la moto che giovedì è stata impegnata nei test a Misano con Michele Pirro mentre Claudio Domenicali e Gigi Dall'Igna ne parlavano alla stampa.
E' il frutto del lavoro congiunto del team Ducati Corse e dei progettisti dell’R&D Ducati, guidati da Roberto Canè eMobility Director Ducati, ed è stato portato in pista a Misano da Michele Pirro, pilota e collaudatore Ducati dal 2013.
La moto sarà scherata nel campionato MotoE a partire dal 2023.
Bella, dicevamo, perché molto convenzionale e proporzionata: le linee ricordano per certi versi quelle delle supersportive stradali Ducati, e solo l'assenza dello scarico tradisce la natura della belva. La base tecnica sembra recepire diversi concetti attualmente in auge in quel di Bologna: il perno forcellone è ricavato in una struttura in alluminio presumibilmente imbullonata al pacco batterie o alla power unit, che quindi svolgerebbe funzione portante un po' come avviene con la soluzione monoscocca introdotta con la prima 1199 Panigale e poi affinata con il Front Frame della V4.
Il codino sembra un'unità autoportante in fibra di carbonio; tutto da capire come siano disposte le varie componenti (motore, VCU, batterie) sotto il falso serbatoio e dietro le carenature. Completamente in vista, invece, il meraviglioso forcellone con capriata di rinforzo inferiore e rinforzi in fibra di carbonio. Insomma, pur con tutti i limiti del caso, ripensando a quanto ci aveva detto l'ingegner Domenicali qualche mese fa, non riusciamo a levarci dalla testa come un mezzo del genere possa avere rapidamente una ricaduta stradale.
Il primo shakedown è avvenuto appunto giovedì 16 sull'asfalto di Misano Adriatico; il programma dei test in arrivo è ancora in via di definizione.
"Provare in circuito il prototipo della MotoE è stata una grande emozione - è il commento di Michele Pirro - , perché segna l’inizio di un importante capitolo nella storia Ducati. La moto è leggera e ha già un buon bilanciamento. Inoltre la connessione del gas nella prima fase di apertura e l’ergonomia sono davvero molto simili a quelle di una MotoGP. Se non fosse per la silenziosità e per il fatto che in questo test abbiamo deciso di limitare la potenza rilasciata al solo 70% delle prestazioni, avrei potuto pensare benissimo di essere in sella alla mia moto".
Roberto Canè, eMobility Director Ducati: "Stiamo vivendo un momento davvero straordinario. Faccio fatica a credere che sia realtà e non ancora un sogno! La prima Ducati elettrica in pista è eccezionale non solo per l'unicità ma anche per il tipo di impresa: sfidante sia per gli obiettivi prestazionali che per le tempistiche estremamente ridotte. Proprio per questo il lavoro di tutto il team dedicato al progetto è stato incredibile e il risultato di oggi ci ripaga degli sforzi fatti negli scorsi mesi. Non abbiamo certo finito, anzi, sappiamo che la strada è ancora molto lunga, ma intanto un primo importante ‘mattoncino’ l'abbiamo posato".
Le sfide più importanti hanno a che vedere con le dimensione, i peso e l’autonomia delle batterie.
L’obiettivo è di mettere a disposizione di tutti i partecipanti della MotoE delle moto elettriche che siano altamente performanti e si caratterizzino per la loro leggerezza.
Focus del progetto sono le migliori prestazioni, il contenimento del peso e la costanza di erogazione della potenza nel corso della gara, ottenuta anche grazie all’attenzione nello sviluppo di un sistema di raffreddamento adeguato.