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La prima volta da pilota ufficiale: Fabio Quartararo può finalmente coronare il suo sogno.
“Durante questi mesi, sui social sono apparse tante foto con il mio numero 20 sulla carenatura della M1 ufficiale, ma era tutte false. Adesso, vederlo veramente mi fa un certo effetto…” scherza Fabio, che dopo l’ultimo GP del 2020 è stato colpito dal Coronavirus.
“Sì, dopo l’ultimo GP mi sono un po’ rilassato e ho preso il Covid. Per un mese è stata dura, ma adesso sono nuovamente in ottima forma, mi sono allenato bene”.
Cosa significa essere in una squadra ufficiale e non più in un team satellite?
Sicuramente c’è più pressione, ma hai anche più mezzi per costruiti la moto come piace a te. Fino all’anno scorso io davo solo delle conferme su materiale voluto da altri, mentre adesso sarà più coinvolto. Quindi: più pressione, ma anche più possibilità di dire la mia e fare bene.
Ma credi che l’atmosfera dentro al box sia più seria e meno familiare?
Io credo che si possa fare bene, continuando a divertirsi: sicuramente è un momento importante della mia carriera, ma non deve cambiare l’atmosfera familiare attorno a me.
Nel 2020 hai sofferto tanto la pressione?
E’ stato difficile per qualche problema della moto e anche mio. Nel 2019 era stato tutto perfetto; l’anno scorso ho iniziato forte con due vittorie, poi ho avuto tanti alti e bassi. Non ho saputo gestire bene i momenti difficili, a volte avrei dovuto accontentarmi e non l’ho fatto. E’ vero che non sono mai stato in lotta per il campionato nella mia carriera, CEV a parte, ma è molto differente, ma durante l’anno mi sono sentito bene, non pativo la pressione. Poi, dopo Barcellona, il potenziale della moto è diminuito e ho cominciato a capire che stavo perdendo il campionato. Ma non sono frustrato, solo un po’ arrabbiato per aver perso una opportunità, ma credo anche di aver imparato tanto. Per il 2021 devo stare più calmo, imparare che a volte va bene anche fare sesto o settimo.
Comunque, ti sei anche affidato a uno psicologo dello sport.
Sì e lo rifarò prima dell’inizio della stagione. Ho imparato a non dare troppa importanza a quanto viene detto su di me da ogni singola persona esterna, ho imparato a concentrarmi di più su di me. Devo seguire la mia strada, sapendo che attorno a me ho le persone giuste.
Cosa pensi di portare in Yamaha?
Spero il titolo… Al di là di questo, credo di essere un pilota molto sensibile, di dare commenti chiari su quello che serve alla moto.
E cosa serve alla M1?
Sicuramente più grip al posteriore. Poi bisogna lavorare sull’aerodinamica e diminuire il peso della M1.
Sappiamo che Morbidelli avrà una moto differente; per Yamaha, per non fare confusione, non sarebbe stato meglio avere quattro M1 identiche?
So che Franco aveva chiesto la M1 ufficiale, poi, ha chiesto di rimanere con la stessa moto: credo che la sua sia stata una scelta intelligente, così ha continuità. Ma con tre piloti si può sviluppare bene la moto e sono sicuro che Crutchlow ci darà una grande mano, perché lui ha un’ottima mentalità: con lui si può fare un salto in avanti.
Cosa pensi di Vinales?
Nel 2020 abbiamo ottenuto spesso risultati simili, nel bene e nel male: quando io ero veloce lo era anche lui, ma siamo anche stati lenti entrambi. Abbiamo stili di guida differenti, ma credo che possiamo fare un buon lavoro insieme: sarà il mio primo rivale, na anche un bravo compagno di squadra per far crescere la Yamaha.
Come ti senti ad aver preso il posto del tuo idolo Valentino? E cosa farà lui in Petronas?
Non ho preso il suo posto, perché lui è unico. In Petronas può fare bene.