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Fausto Gresini, cinquantanove anni, due titoli mondiali della 125, quattro figli dai 25 anni del primogenito (che lavora con lui) fino ai nove della bambina più piccola. Vive a Faenza dove ha sede la sua squadra: Gresini Racing, che è presente in tutte e quattro le classi del mondiale e in MotoGP allinea le Aprilia ufficiali di Iannone ed Espargaró. Al telefono Fausto ha voglia di lasciarsi andare, ma soprattutto di farsi capire.
Si comincia da Dorna.
“Dorna è presente, ci si sente continuamente. Del resto noi team siamo il prodotto, insieme ai piloti naturalmente, e alle Case costruttrici. Ma io mi chiedo: le Case ora ci sono e ci tranquillizzano, ma domani cosa penseranno? Perché adesso è tutto ok, è giusto trasmettere fiducia, ma domani potrebbero dirti: noi dalle corse per un po’ stiamo fuori…”
E’ qui che entra in gioco Dorna.
“Carmelo Ezpeleta è obbligato a tenerci vivi - sottolinea Gresini - e io sono soprattutto preoccupato per le classi piccole: perché la MotoGP ha molte entrate, ma loro ne hanno poche, ottengono dall’organizzatore circa il 15% delle risorse che gli occorrono e poi si reggono soprattutto sugli sponsor. Fino a quando? Dorna dovrà adottare misure straordinarie: ho appena scritto una lettera a Carmelo, lui di sicuro ne riceverà tante. La mia è una sorta di proposta…”
Che proposta? Fausto non entra giustamente nei dettagli, ma il primo punto è questo: il manager italiano chiede stabilità tecnica per congelare i costi e spalmarli su due anni.
“Per cominciare tutte le moto, in tutte le categorie dalla MotoGP alla Moto3 e MotoE, dovranno essere congelate: telai, sospensioni, tutto. Niente evoluzione, nessuno sviluppo, non ci possiamo permettere di più. In secondo luogo i team di Moto2 e Moto3 dovranno essere ridotti nel numero. Oppure dovranno essere aumentate le risorse per loro, una delle due strade, altro non c’è”.
Costi e prospettive? Sui primi, Fausto ci conferma i valori emersi dalla chiacchierata di Zam con Manuel Pecino.
“Fai conto che per un team di Moto2 occorrono circa 2.5 milioni, e la Moto3 sta lì, poco più sotto, vicino ai due. Per la MotoGP otto milioni non bastano, si va per i nove”.
E poi aggiunge.
“Un team come il mio ha settanta persone, come un’azienda di medie proporzioni, e gli sponsor al momento hanno congelato le prime scadenze. Per noi è un dramma: da novembre abbiamo iniziato a spendere denaro. Le cose vanno così tutti gli anni: tu cominci a spendere in autunno e le voci sono tante, i camion da acquistare nuovi o da ripristinare, poi le moto, i ricambi, le sospensioni Ohlins, le ruote OZ, la lista è lunga. Considera che il settanta per cento delle uscite è pianificato tra dicembre e marzo, e dunque in buona parte è denaro già speso. Di solito torniamo a regime a giugno. Ne consegue che marzo è il momento più difficile, a marzo sei tiratissimo”.
E sulle prospettive, che dice Gresini, che campionato sarà?
“Penso che nella migliore delle ipotesi si potrà partire a luglio, e in questo caso si potrebbe arrivare fino alla fine di novembre. Immagino un campionato di una decina di gare, tutte in Europa, tutt’al più un paio di tappe extraeuropee”.
E poi conclude.
“Ma come si ripartirà? In Italia il governo ha l’obbligo di tenere in vita tante aziende, occorrono interventi più coraggiosi, bisogna semplificare la burocrazia e farlo in fretta”.