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La nuova puntata di #atuttogas, online da domenica 5 dicembre, ospita Francesco Guidotti, che ha lasciato il team Pramac-Ducati per diventare team manager della Ktm. Francesco ci racconto cosa lo ha portato a fare questo cambiamento, quali sono le aspettative, cosa deve fare dentro al box.
“Ero stato in Ktm in 125 e 250 dal 2004 al 2009: tante vittorie tanto entusiasmo - racconta nel podcast Guidotti -. Ma la crisi del 2008 mise fine alle attività che non avevano un riscontro diretto con il prodotto. Torno dopo tanti anni in un contesto completamente differente: l’azienda è cresciuta tantissimo, è diventata il riferimento in tutte le categoria. Manca solo il titolo della MotoGP, ma non dimentichiamo che Ktm è in questa categoria da appena cinque anni, un periodo veramente corto per competere ad altissimo livello. Nel 2020 vederli già capaci di vincere delle gare e giocarsi dei podi è stata una grande sorpresa, mentre nel 2021 credo abbiano pagato la perdita delle concessioni”.
Una sfida molto grande per Francesco, che in Pramac aveva ormai trovato il suo ambiente ideale. “Avevo voglia di rimettermi in gioco: è una sfida un po’ pazza, un azzardo. Lascio una condizione tecnica e sportiva che qualche anno fa me la sarei sognata. Ho accettato questa proposta perché lavorare in una Casa ufficiale per uno che è appassionato fa la differenza: io non sono solo un appassionato, sono malato di moto. Con Pramac siamo cresciuti tanto, siamo stati sempre d’accordo nel matrimonio con Ducati, siamo diventati appetibile per piloti giovani, emergenti, campioni del mondo. Ma era arrivato il momento di cambiare”.
Ecco cosa Francesco dovrà fare in Ktm. “C’era una figura centrale, Mike Leitner, fondamentale per far crescere il progetto MotoGP. Adesso una persona sola non poteva più coprire tutto il lavoro e per questo sono state coinvolte altre figure e a me è stata proposta quella di team manager in pista, mentre la parte tecnica sarà sviluppata prevalentemente da casa”.
Ma cosa fa un team manager dentro al box? “Tutti devono sapere qual è il proprio ruolo, ci sono delle situazioni nelle quali serve un riferimento, serve una persona che prenda una decisione in uno specifico momento. Bisogna tenere unito un gruppo di 30 persone che mangiano, lavorano, dormono insieme 24 ore su 24, vanno gestiti i momenti critici di ogni singolo componente. Bisogna anticipare o provenire quello che può essere un malessere e questo vale ancora di più per i piloti, che sono quelli che fanno la differenza tra un ottimo risultato e una gara disastrosa. Questi ragazzi sono veramente sotto stress, il pilota deve avere la giusta carica senza andare allo sbaraglio. Bisogna togliere pressione ai piloti, a volte fare da padre, senza però accontentarli sempre. Il motociclismo è sempre più uno sport di squadra, è compito del team manager creare le condizioni giuste”.
Da team manager di una squadra ufficiale gli obiettivi cambiano, naturalmente. “E’ chiaro che Ktm vuole vincere, bisognerà cercare di farlo il prima possibile: credo ci siano tutti i mezzi tecnici ed economici per arrivare al titolo. Ho accettato questa sfida perché la ritengo fattibile, non impossibile”.
L’episodio numero 44 completo di #atuttogas, il podcast di Moto.it, si potrà ascoltare da domenica prossima, 5 dicembre, su Moto.it e sulle principali piattaforme podcast.