MotoGP. Gabarrini: “Stoner, un genio della moto”

Cristian, oggi capo tecnico di Pecco Bagnaia (“uno con un grande talento, gli manca solo la gestione della gara”) parla della stagione 2020 e dei piloti con cui ha lavorato in passato, parlando anche di episodi controversi come Laguna 2008 (“Sono ancora arrabbiato adesso”). Su Lorenzo: “in Ducati è stato umile: sono stati due anni importanti per tutti”
13 maggio 2020

Oggi, con Skype, andiamo a casa di Cristian Gabarrini, capo tecnico di Pecco Bagnaia nel team Pramac Ducati. Tanti gli argomenti: qui trovate un riassunto della video intervista.

PECCO BAGNAIA
“Pecco ha una dote naturale nel riuscire a essere veloce nel giro secco, perché ha talento. Nel 2019 ha faticato a gestire la gara, soprattutto le gomme: è normale per un debuttante in MotoGP. Nel 2020 ci aspettiamo l’ultimo passo in avanti per stare costantemente nei primi 6-8 e giocarsi il podio quando è possibile. Lui ha molto talento, in moto ci sa andare davvero e quest’anno avrà anche una Ducati ufficiale”

CAMPIONATO 2020
“Sarà anomalo, soprattutto se pensiamo al secondo fine settimana: si potrebbe provare qualcosa di estremo, sfruttando l’esperienza del primo GP, anche per le gomme. Alla fine, davanti ci sono più o meno sempre gli stessi: due GP consecutivi potrebbero aiutare un pilota come Pecco che fatica un po’ nella gestione delle gomme. Personale ridotto? Cambieranno poco gli equilibri: non ci sarà una grande differenza”.

DUCATI GP20
“I test sono sempre difficili da interpretare, però credo che Ducati sia competitiva, Marquez era un po’ in difficoltà, ma solo per una questione fisica: non mi aspetto grandi differenze rispetto a fine 2019”.

CASEY STONER
“Il primo, con la Ducati, è stato totalmente inaspettato: Stoner ha vinto e dominato tante gare. Quello con la Honda è stata la conferma del suo valore: io personalmente non avevo nessun dubbio. Un pilota che cambia moto e vince dominando, è molto significativo. In Ducati sapevamo il valore di Casey, anche se dopo il 2007 i risultati erano un po’ calati: qualcuno ha avuto dei dubbi. Sorridevo quando sentivo dire che lui vinceva solamente grazie ai controlli elettronici: Casey era geniale nel guidare la moto, faceva pochissimo affidamento sui controlli elettronici e si affidava alle sue sensazioni. Era il classico talento che, con qualsiasi moto, avrebbe tirato fuori il massimo: in quel periodo, la Ducati 800 era veramente difficile da portare al limite. Lui si è sentito un po’ sottovalutato, ma aveva la particolarità che l’unica cosa che gli interessava davvero era andare più forte possibile in moto. Il mondiale vinto con la Honda è stata una sorta di rivincita per lui, è come se avesse detto: adesso vi faccio vedere io…”.

LAGUNA SECA 2008
“E’ un ricordo indelebile, a fine gara ero veramente arrabbiato, molto più di Casey… Rimango della mia idea che il sorpasso al Cavatappi di Rossi su Stoner andava sanzionato: oggi non passerebbe come avvenne allora. Casey, probabilmente, si è lasciato innervosire da Valentino in quella gara, perché aveva un passo superiore”.

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LAGUNA SECA 2013
“Feci una battuta e dissi al mio capo in Honda: se Yamaha va a protestare, mandate me a discutere… Si era creato un precedente, ma negli ultimi anni sono stati presi provvedimenti su certi episodi. Io credo che in questo sport vadano ridotti i pericoli: le regole devono essere severe e fatte rispettare da tutti. Quel sorpasso di Marquez a Rossi lo vedo come una provocazione, quasi una presa in giro. Casey non avrebbe mai pensato a qualcosa del genere, mentre Marc ha una grande capacità anche a livello psicologico. In un certo senso gliel’ha fatta pagare”.

JORGE LORENZO
“Jorge è sempre stato molto freddo nelle valutazioni: dopo la prima uscita con la Ducati ha fatto un’analisi tecnica, dicendo cosa era molto diverso rispetto alla Yamaha e cosa no. Mi impressionò la sua tranquillità: fece una lista in ordine di priorità dei problemi da risolvere sulla moto. Il 2017 è stata una stagione difficile, ma ha insegnato tanto a Jorge e alla Ducati: non si è mai persa la calma. I risultati sono stati inferiori alle aspettative, ma è stata preparatoria per il 2018. La storia del serbatoio è la punta di un iceberg enorme di modifiche e adattamento della moto al suo stile di guida e non è stato inutile, perché adesso lo usano anche Bagnaia, Miller e Petrucci. La guida con la Ducati gli costava tanta fatica fisica, quel serbatoio gliene ha fatta fare meno. Sicuramente non è stato solo quello a farlo svoltare. Il cambiamento da Le Mans al Mugello è difficile da spiegare anche stando dentro al box: nessuno se lo sarebbe aspettato. Ma a volte arrivi a un punto che manca solo un piccolissimo passo, per fare una grande svolta. Jorge è una persona incredibile: non si direbbe finché non lo conosci. Si è dimostrato molto umile, si è messo in discussione per imparare a guidare la Ducati, imparando per esempio a usare il freno posteriore. Invece sono stato sorpreso dalle sue difficoltà in Honda: sapevo che avrebbe fatto fatica all’inizio, ma non così tanto”.

JACK MILLER
“Gli voglio bene come a un fratello minore, come con Casey.lui è arrivato in MotoGP impreparato sotto tutti i punti di vista. Ha fatto grandissimi cambiamenti, il 2020 può essere l’anno della sua consacrazione”.