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E’ un Andrea Dovizioso sereno, carico, motivato, tranquillo. In pratica, l’Andrea di sempre di questo 2017, prime tre gare a parte. Pronto anche a replicare con fermezza a chi gli dice che nelle ultime due gare non è stato così incisivo.
«E’ normale che da fuori non si possano vedere certi dettagli: non è assolutamente vero che nelle ultime due gare abbiamo mollato. Qui il livello è altissimo, basta un niente per trovarsi indietro: basta poco, puoi fare settimo o podio. Ci sono tantissimi piloti in forma: puoi vincere e guadagnare un sacco di punti, o fare settimo come ad Aragón e perderne tanti. Vedremo. Abbiamo una moto molto diversa dagli avversari, cercheremo di sfruttarla al meglio. Dopo la pausa estiva, Márquez sembra aver fatto un passo in avanti con la moto: non so se sia così, ma sicuramente è molto competitivo. C’è tanta aspettativa su di noi, e questo significa che fino ad oggi abbiamo lavorato bene: siamo là davanti perché siamo riusciti a portare a casa sempre il massimo. Gli altri piloti Ducati sono piuttosto distaccati in campionato: si può sempre fare meglio, ma finora abbiamo fatto bene. Ci crediamo, siamo carichissimi, ci proveremo al 100% fino all’ultimo».
Il Giappone sembra la pista giusta per provare a vincere: sei d’accordo?
«Chi fa pronostici al giovedì non ci prende mai! Nel 2016 qui sono arrivato secondo, ma non conta nulla: fino a quando non entri in pista con le slick non puoi sapere come si comportano le gomme. Può succedere di tutto: al momento non possiamo fare niente. Per questo al giovedì siamo sempre molto sereni…».
Per battere Márquez bisogna avere qualcosina in più: tu pensi di averlo?
«Impossibile saperlo. E’ chiaro che Marc sia in forma, ma se siamo a 16 punti dal primo vuol dire che abbiamo le carte da giocare e ce la possiamo fare; ma non si possono fare pronostici, bisogna vedere come si lavora durante il fine settimana. Finora ci sono stati tanti alti e bassi, ci potranno essere anche qui e nelle prossime gare. Noi dobbiamo cercare di sfruttare al massimo il potenziale che abbiamo: questo è quello che bisogna fare adesso».