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L’ingegner Gigi Dall’Igna, direttore generale di Ducati Corse, è soddisfatto. Visibilmente soddisfatto al termine dei due giorni di test in Malesia.
“E’ stato il primo test dell’anno, dovevamo selezionare molti pezzi e materiale. Non ci siamo focalizzati sul tempo sul giro, ma sul lavoro che i piloti dovevano svolgere. Sabato abbiamo iniziato lo sviluppo della nuova moto: sono abbastanza contento. E’ chiaro che qualcosa poteva andare meglio, ma anche peggio, ci sono delle aree in cui dobbiamo lavorare un po’. Domenica abbiamo fatto degli aggiustamenti e spero sia stato trovato qualcosa di positivo: il prossimo test a Mandalika (11, 12 e 13 febbraio, NDA) sarà molto importante, l’ultimo prima della partenza del campionato”.
Otto moto più la MotoE: come gestirai tutto il lavoro?
“Otto moto sulla griglia è qualcosa che Ducati ha avuto già qualche anno fa, è solo una questione di organizzazione e credo che noi abbiamo il sistema giusto per gestire otto moto. Per un ingegnere è importante avere più dati possibili e lo è anche per lo sviluppo della moto. Ma non solo: durante i fine settimana di gara abbiamo più possibilità di trovare la giusta messa a punto, con più commenti da diversi piloti. Al momento, sinceramente, non vedo nessuna criticità sotto questo aspetto: in questi due giorni, tutti i piloti e i team sono stati contenti della moto e del rapporto con le persone Ducati. Per quanto riguarda la MotoE è un progetto totalmente nuovo per Ducati Corse, ma è un progetto che coinvolge anche altri tecnici oltre a quelle del reparto corse: sono abbastanza soddisfatto del primo test che abbiamo fatto con Michele Pirro a Misano. Per il momento è sotto controllo, speriamo di continuare così”.
Ma tu segui anche la MotoE?
“La maggior parte delle persone che lavorano su quel progetto sono dedicate solo alla MotoE. Poi ci sono altri aspetti che hanno bisogno dell’aiuto e della competenza dei tecnici della MotoGP, ma i due progetti possono andare avanti in modo autonomo. Mi piace dedicare del tempo alla MotoE, è un progetto interessante sia dal punto di vista tecnologico sia nella fantasia che un tecnico può mettere sviluppando qualcosa di nuovo”.
Enea Bastianini sta andando molto bene: avrà degli aggiornamenti durante la stagione?
“Ha fatto un lavoro impressionante in questi due giorni, è stato sempre molto veloce. A volte è meglio non avere niente da provare e partire con una moto già a posto e competitiva. E’ stato veloce non solo nel singolo giro, ma anche sul passo: perché no, se lavora così durante la stagione, sicuramente cercheremo di dargli il massimo supporto”.
Bastianini dice che il suo obiettivo è finire nei primi cinque: è possibile con la GP21?
“Lui può sicuramente finire il mondiale nei primi cinque, lo sta ampiamente dimostrando: sia a Jerez sia a Sepang ha guidato veramente molto bene. Il suo problema nel 2021 è stata la qualifica e i primi giri di gara: nel time attack ha fatto un grande passo avanti rispetto all’anno scorso sia a Jerez sia qui. Per i primi giri di gara lo vedremo naturalmente in Qatar, ma credo che l’obiettivo di stare nei cinque sia alla sua portata. Noi cercheremo di aiutare tutti i piloti Ducati che vanno forte: alcuni pezzi non possono essere travasati dalla GP22, ma altri sì, potrebbero essere montati sulla moto di Enea. Uso il condizionale perché è tutto da verificare, ma cercheremo di dargli tutto il supporto che si meriterà”
La GP21 era già molto competitiva: cosa avete provato a migliorare?
“Eravamo abbastanza contenti della competitività generale della moto 2021, ma avevamo ancora delle criticità in alcuni settori. Per esempio, ad Assen abbiamo avuto prestazioni non perfette, alcune difficoltà nelle curve veloci soprattutto in entrata: questa è una delle aree sulle quali abbiamo cercato di sviluppare la moto”.
Visti i risultati del 2021, non ti è venuto il dubbio di non toccare niente per il 2022, di “congelare” lo sviluppo?
“Mi sarebbe piaciuto “congelare” Pecco e tirarlo fuori per l’inizio del mondiale: a fine 2021 aveva una forma incredibile… Scherzi a parte, credo che congelare lo sviluppo tecnico sia sempre un errore, perché tutti i nostri avversari avranno fatto dei passi in avanti importanti, qualcuno più degli altri. Stare fermi non è mai il modo migliore per centrare i nostri obiettivi. Bisogna sempre cercare di fare il proprio meglio e stimolare le persone coinvolte nel progetto a fare sempre di più per raggiungere un obiettivo difficile (il titolo piloti, NDA)”.
Dove ti senti più a posto e dove c’è ancora margine di miglioramento?
“Dobbiamo lavorare su tutta la parte dei controlli della moto, carburazione, gestione del motore: lì c’è ancora margine per fare un po’ meglio rispetto a come siamo arrivati qui a Sepang”.
Nel 2021, Bagnaia è stato sicuramente il miglior pilota Ducati: è lui il numero uno della squadra?
“Non bisogna dare un vantaggio a un pilota piuttosto che a un altro: è importante che tutti partano esattamente allo stesso livello. Poi vediamo cosa succede: le stagioni cambiano per tanti motivi, un team come la Ducati non può decidere prima su quale pilota puntare. E anche durante la stagione devo supportare tutti i nostri piloti”.
Aleix Espargaro, parlando dell’abbassatore, ha detto che i piloti cominciano a fare troppe cose, può essere pericoloso. Cosa ne pensi?
“I piloti devono essere concentrati sulla guida, ma credo ci sia ancora margine per gestire sistemi come questo. I piloti di F.1 fanno molte più cose: è chiaro che guidare una moto è diverso. I nostri piloti non commentano criticità nella gestione dei vari sistemi. E si possono anche evitare di usare… E’ chiaro che si perde un po’, ma non sei obbligato a farlo”.