MotoGP. GP del Giappone. Da zero a dieci

MotoGP. GP del Giappone. Da zero a dieci
Da zero a dieci speciale Marc Márquez: numeri, statistiche e voti sul GP del Giappone, per rivivere l’impresa del campione spagnolo
18 ottobre 2016

Da zero a dieci "speciale Marc Márquez": numeri, statistiche e voti sul GP del Giappone, per rivivere l’impresa del campione spagnolo


SEMPRE A PUNTI

Il primo voto è molto significativo: Marc Márquez è l’unico pilota delle tre categorie ad aver conquistato almeno un punto in ognuno dei dei 15 GP fin qui disputati. Considerando le tante cadute che si sono viste quest’anno, anche questa può tranquillamente essere considerata come una grande impresa.

ZERO, COME GLI ZERO IN CLASSIFICA DI MARC


TANTE SCIVOLATE, MA ININFLUENTI

Anche Marc Márquez, per la verità, è caduto molto quest’anno: 14 scivolate complessive dall’inizio dell’anno, contro le 13 del 2015, le 11 del 2014 e le 15 del 2013. Insomma, considerando che alla fine del mondiale mancano ancora tre GP, questa è la stagione nella quale lo spagnolo è finito, mediamente, più volte a terra. Ma sono state tutte cadute ininfluenti, con un solo errore in gara, in Francia a Le Mans.

UNO, COME LE SUE CADUTE IN GARA


UN CONFRONTO IMBARAZZANTE

Solo due volte, in 15 GP, Márquez ha preso paga dal compagno di squadra: a Le Mans e a Misano. In prova Marc ha fatto ancora meglio, battendo (fino ad oggi) 14 volte su 15 Dani Pedrosa. Un confronto improponibile con un pilota comunque di grande valore, che la dice lunga su quanto fatto quest’anno da Márquez.

DUE, COME LE VOLTE CHE PEDROSA HA BATTUTO MÁRQUEZ

 

IL PIU’ GIOVANE DI SEMPRE

Con quello conquistato domenica, fanno tre titoli in MotoGP in appena quattro anni: pazzesco. Se ancora non basta, ecco altri dati che rendono eccezionale l’impresa: a 23 anni e 242 giorni, Márquez è il più giovane pilota della storia ad aver ottenuto tre titoli nella massima categoria (il precedente primato apparteneva a Mike Hailwood, tre titoli in 500 a 24 anni e 108 giorni). Sempre a proposito del numero tre, c’è solo un altro pilota spagnolo tre volte iridato in 500/MotoGP: Jorge Lorenzo. Inoltre, c’è un solo pilota che è stato capace di conquistare più titoli nella classe regina con la Honda: Mick Doohan, capace di cinque mondiali (consecutivi) con la NSR500.

TRE, COME I TITOLI IN MOTOGP


UNDICI VOLTE NEI PRIMI TRE

Solo in quattro occasioni, Márquez non è salito sul podio: a Le Mans (13esimo); Zeltweg (quinto); Silverstone (quarto); Misano Adriatico (quarto). In questo caso, però, c’è chi ha fatto meglio: in Moto3, Brad Binder è salito 12 volte sul podio. Complessivamente, Màrquez nella sua carriera ha conquistato 89 podi (50 in MotoGP), con una percentuale da paura: nel 72,4% dei GP corsi nella massima cilindrata, è arrivato nei primi tre. Sono anche quattro i suoi giri veloci ottenuti in gara quest’anno: Argentina, Americhe, Aragón e Giappone.

QUATTRO, COME I GP SENZA PODIO
 

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“GIVE ME FIVE”

A Motegi, il cinque è diventato il numero magico di questa incredibile stagione di Marc Márquez, che ha conquistato il suo quinto titolo iridato: uno in 125 (2010), uno in Moto2 (2012), tre in MotoGP (2013, 2014 e 2016). A 23 anni e 242 giorni è naturalmente il più giovane pilota di sempre ad aver raggiunto tale risultato: un primato che prima apparteneva a Valentino Rossi, che aveva ottenuto il quinto titolo a 24 anni e 238 giorni. Quella di domenica è stata la 55esima vittoria in carriera (29 in MotoGP, 16 in Moto2, 10 in 125) su 147 GP disputati, per una percentuale di successi del 37,41%. In MotoGP, Márquez ha disputato 69 gare salendo sul gradino più alto del podio 29 volte: vuol dire che ha vinto il 42,02% della gare corse.

CINQUE, COME I TITOLI MONDIALI


IL RE DELLE QUALIFICHE

Con sei pole position (Argentina, Americhe, Catalunya, Germania, Rep.Ceca, Aragón), Márquez è anche il re delle qualifiche. In totale, Marc ha ottenuto 64 pole (36 in MotoGP, 14 in Moto2 e 14 in Moto3), con una percentuale del 52,1% nella classe regina: significa che dal 2013 a oggi è partito dalla pole in più di un GP su due. Scegliete voi l’aggettivo.

SEI, COME LE POLE OTTENUTE NEL 2016


UNA LUNGA STRISCIA DI SUCCESSI

Negli ultimi sette anni, Márquez ha conquistato almeno cinque successi a stagione. Nello specifico: 10 nel 2010 (125); 7 nel 2011 (Moto2); 9 nel 2012 (Moto2); 6 nel 2013 (MotoGP); 13 nel 2014 (MotoGP); 5 nel 2015 (MotoGP).

SETTE, COME GLI ANNI IN CUI MÁRQUEZ VINCE ALMENO 5 GP A STAGIONE


DIETRO DI LUI, UNA GRANDE CASA

Márquez è stato fenomenale, il titolo l’ha vinto lui, ha fatto una grande differenza, questo è fuori discussione. «Il merito va al 70% al pilota e al 30% alla moto» ha dichiarato domenica sera il Team Principal HRC Livio Suppo. Va però riconosciuto che la Honda ha fatto un grande lavoro: nei primi test di Sepang, a febbraio, Marc prendeva, di passo, un secondo al giro. Oggi, la RC213V è forse la migliore MotoGP, in ogni caso sicuramente molto competitiva.

VOTO OTTO ALLA HRC
 


UN TEAM MOLTO UNITO

Il motociclismo è fondamentalmente uno sport individuale, ma sta diventando sempre più uno sport di squadra: il team, infatti, può fare una grande differenza. Dal 2011 con Márquez lavorano più o meno sempre gli stessi uomini, per i quali, quest’anno, in fase di trattativa per il rinnovo del contratto, Marc ha preteso un aumento medio dello stipendio del 30% per ciascuno di loro. Anche così si crea un gruppo vincente. Sono nove i suoi uomini più fidati: 1. Carlos Linan Barcellona (Spagna), Capo meccanico; 2. Roberto Clerici (conosciuto da tutti come Ginetto), Varese (Italia), meccanico; 3. Jordi Castellà, Barcellona, meccanico; 4. Javi Ortiz, Murcia (Spagna), meccanico; 5. Carlo Luzzi, Milano (Italia), ingegnere elettronico; 6. Santi Hernandez, Santa Coloma (Spagna), capo tecnico; 7. Gerold Bucher, Stoccarda (Germania), telemetrista; 8. Kochi Ujino, Saitama (Giappone), meccanico; 9. Teruaki Ma, Saitama, staff HRC.

NOVE, COME I TECNICI DI MÁRQUEZ



UN FENOMENO ASSOLUTO

Per tutto quanto elencato, è giusto definire Marc Márquez come un fenomeno assoluto.

VOTO DIECI A MARC MÁRQUEZ

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