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NAKAMOTO: “STONER E’ COME UN FIGLIO PER ME”
Sulla vicenda Stoner si è ormai detto e scritto di tutto. Manca solo un’ultima considerazione per chiudere – per il momento – la questione: cosa ha detto Shuhei Nakamoto, numero due esecutivo dell’HRC? «E’ stata dura dire di no a Casey: per me è come un figlio. Capisco che ci sia rimasto male, ma non c’era il tempo tecnico per organizzare prima un test, mettere insieme una squadra che lo potesse seguire e non avendo mai lavorato con Ramon Aurin (capo tecnico di Pedrosa, NDA) sarebbe stato difficile per entrambi. Per me e per l’HRC Casey è un pilota molto importante, uno che quando corre deve sempre lottare per il podio: non lo si può mandare in pista così, tanto per farlo». Nakamoto si è detto comunque convinto che Stoner avrebbe potuto essere «molto veloce, perché a Sepang, nei test di inizio febbraio, senza fare alcuna modifica di assetto, ha girato costantemente a 1”5 dal suo primato, nonostante la pista fosse in condizioni tutt’altro che ottimali». Anche Hiroshi Yamada, responsabile Bridgestone, è sicuro che Casey sarebbe andato fortissimo: «So i tempi che fa da “collaudatore”…» sposando una tesi comune nel paddock: anche i piloti sono convinti che Stoner sarebbe stato da prime due file, ma i suoi ex rivali ritengono anche che in gara avrebbe fatto molta più fatica. Ironica – e arguta – una valutazione fatta da Mela Chercoles, giornalista spagnolo: «In questa vicenda, l’ambizione di Stoner è stata superiore al suo talento», ha scritto il giornalista sul quotidiano sportivo “AS”, parafrasando quanto detto da Stoner su Rossi a Jerez nel 2011, dopo essere stato centrato da Valentino con la Ducati.
FP3: STESSO TEMPO AL MILLESIMO PER LORENZO E ROSSI
Non è ovviamente la prima volta che accade - e non sarà l’ultima -, ma è sempre piuttosto curioso quando due piloti fanno lo stesso tempo al millesimo, specie su una pista da oltre due minuti e, soprattutto, se sono due compagni di squadra. Come dire che con quella moto lì, in quella sessione, proprio non si poteva andare più forte. E’ successo nelle libere di sabato mattina: il miglior crono assoluto di Jorge Lorenzo e Valentino Rossi è stato di 2’03”647, che è valso rispettivamente la terza e quarta posizione. Perché Lorenzo terzo e Rossi quarto? Per determinare la classifica, si è tenuto conto del secondo miglior tempo di ciascun pilota: 2’03”841 per Jorge, 2’03”899 per Valentino.
UNA TORTA PER I 200 GP DI HAYDEN
Simpatica sorpresa durante la conferenza stampa pre-GP di giovedì: mentre Nick Harris, bravo intervistatore della Dorna, presentava Nicky Hayden, sono entrati in sala conferenza mamma Rose e papà Earl con una torta per celebrare i 200GP del figlio. «E’ un bel traguardo: ho avuto la fortuna di correre sempre con buone moto e in squadre di alto livello. Ovviamente il momento più bello è stato a Valencia 2006, quando coronai il sogno di vincere il mondiale» ha detto un po’ emozionato il 33enne del Kuntucky.
ROSSI E LORENZO: “NO ALLA 8 ORE. PER IL MOMENTO…”
Sempre durante la conferenza stampa di giovedì, è stato chiesto a Valentino Rossi e a Jorge Lorenzo se fosse vera l’indiscrezione che li voleva come compagni di squadra alla 8 ore di Suzuka del prossimo 26 luglio, dove correrà con la Honda anche Casey Stoner (sempre che non ci ripensi, viste le ultime vicende…). Entrambi, però, hanno escluso questa eventualità. «Sarebbe stato bello – ha detto Rossi – tornare a Suzuka come si faceva ai tempi della 500, quando Doohan, Gardner e gli altri piloti correvano la 8 ore. Sarebbe anche stato divertente essere in squadra con Jorge e provare la nuova Yamaha R1, ma, purtroppo, sarebbe troppo impegnativo per mille motivi. Magari in futuro».
«Sì – conferma Jorge – ne abbiamo parlato, ma per il momento sarebbe troppo rischioso. Io e Valentino abbiamo anche valutato la possibilità di correre in auto insieme, magari alla 24 ore di Le Mans». Che differenza rispetto al 2009, quando i due dentro al box erano divisi da un muro…
NUOVO TELAIO PER CRUTCHLOW
Era previsto e la HRC ha mantenuto la promessa: ad Austin, il team LCR ha ricevuto un nuovo telaio per la RC213V “Factory” di Cal Crutchlow. «E’ uguale a quello di Dani Pedrosa, perché Marc Marquez ha sempre una struttura leggermente più rigida: parliamo di piccolissime differenze» ha spiegato Lucio Cecchinello, piuttosto soddisfatto: il suo team è sempre più il punto di riferimento dell’HRC. Giustamente: Lucio se lo merita.
SMITH: “BUON PROGRAMMA DI LAVORO”
Bradley Smith ha spiegato di aver cambiato programma di lavoro durante l’inverno e di sentirsi molto più a suo agio sulla nuova M1. «E’ più adatta al mio stile di guida e posso sistemarla meglio a livello di ciclistica. Per quanto mi riguarda devo ancora fare dei passi in avanti, ma credo di essere più competitivo del 2014, ma quest’anno il livello è ancora più alto». I risultati cominciano ad arrivare: ad Austin, Smith è stato buon protagonista.
YAMAHA LAVORA SUGLI SCARICHI
Come si era già visto l’anno scorso, in Yamaha lavorano molto sugli scarichi, alla ricerca del miglior “accordo” tra erogazione e potenza. Nei due turni di venerdì, Jorge Lorenzo ne ha utilizzato uno differente, più lungo di quello a “fetta di salame” utilizzato dall’inizio dell’anno, per poi accantonarlo sabato e domenica. Ma lo rivedremo prossimamente.
NUOVA ELETTRONICA PER APRILIA
L’Aprilia lavora continuamente sulla MotoGP: ad Austin è stata portata una nuova strategia elettronica, più sofisticata e precisa nella gestione della potenza. Normali sviluppi per una Casa che ha scelto di utilizzare questa stagione come “banco prova” e sviluppo della sua quattro cilindri a “V”.
LITIGIO IN CASA ESPARGARO
Nel primo turno di prove libere di venerdì, Aleix Espargaro ha mandato platealmente a quel paese il fratello Pol, reo di averlo seguito per qualche giro, come ha poi raccontato divertito il pilota della Yamaha. «Mi sono trovato nella sua scia e volevo vedere come guidava e come si comportava la Suzuki, ma lui non era troppo d’accordo…».
SCHWANTZ-RAINEY, RIVALI COME UNA VOLTA
Ad Austin, naturalmente, si sono rivisti tanti piloti americani del passato, come Kenny Roberts, sempre in grandissima forma, Wayne Rainey, nella sua nuova veste di responsabile del campionato americano AMA (sì è corsa una delle prove) e Kevin Schwantz, che è un po’ il padrone di casa, uno dei primi promotori del circuito texano. Chiacchierando con Kevin sul lavoro di Wayne, è emersa qualche “ruggine” tra i due: «Avrei voluto dargli una mano, perché la situazione del campionato AMA è veramente disastrosa, ma Wayne non mi vuole al suo fianco: è un po’ come quando correvamo in pista…».
PEDROSA: PRIME NOTIZIE CONFORTANTI
L’operazione al braccio destro per eliminare – o quanto meno ridurre – la sindrome compartimentale sembra essere riuscita bene: il primo rischio, quello del rigetto dopo l’operazione, è stato scongiurato. Adesso bisogna capire se e come Dani Pedrosa riuscirà a recuperare la migliore funzionalità: stando al programma, il pilota della Honda dovrebbe tornare sulla sua RC213V in occasione del GP di Spagna, a Jerez. Tutto da verificare, invece, lo stato psicologico di Dani: avrà ancora voglia di fare il pilota? Intanto Alberto Puig, ormai suo ex manager, dà un voce a un dubbio condiviso da molti: «Perché Pedrosa non si è fatto operare durante l’inverno?».
ROSSI: SCUOLA GUIDA A MIGNO
Giovedì pomeriggio, Valentino Rossi, come al solito, ha effettuato qualche giro di pista con lo scooter, come fanno tutti i piloti. Questa volta, però, Valentino ha caricato sul sellino posteriore Andrea Migno, pilota del team VR46, e al debutto su questo tracciato, per fargli vedere le traiettorie e svelargli qualche trucco: non male avere un maestro così…
IL SELFIE DI CECCHINELLO
Le FP2 sono state condizionate dal meteo, con la pista inizialmente umida che andava progressivamente ad asciugarsi. In queste situazioni capita spesso di avere una classifica particolare, come è successo a 29 minuti dal termine, con Marquez al comando, Crutchlow secondo e Miller terzo: un evento da immortalare con una foto ricordo. Proprio quello che ha fatto il team manager Lucio Cecchinello, sorpreso dalle telecamere mentre fotografava il monitor dei tempi con il telefonino.
CHE PERICOLOSE QUELLE CHICANE
Prima nella gara della Moto3 (caduta di Oliveira), poi in quella della Moto2 (scivolata di Simeon), la moto del pilota finito a terra ha attraversato pericolosamente la pista: in entrambi i casi, chi sopraggiungeva ha evitato per un niente l’ostacolo, ma avrebbe potuto finire malamente. Cosa si può fare per evitare qualcosa di simile? «Conosciamo questo problema – ha detto Valentino Rossi, da anni impegnato nella “Safety Commission” per migliorare la sicurezza dei circuiti – e in alcuni casi siamo anche riusciti a intervenire, modificando la chicane, come abbiamo fatto a Le Mans. In generale, però, è molto difficile porre rimedio, specie in chicane “doppie” o addirittura “triple” come quelle di Austin: bisognerebbe cambiare il disegno del tracciato».
IO L’AVEVO DETTO
Fausto Gresini (team manager) intervistato da Sky a pochi giri dalla fine della Moto2. «Speriamo che sia Simeon a fare la differenza». Poche curve dopo, il belga, autore della pole, finisce a terra.