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Misano Adriatico - Il sorriso e la rilassatezza di ieri è stato sostituito da concentrazione e dedizione assoluta alla MotoGP: Andrea Dovizioso è tornato a essere un pilota al 100%.
“La prima sensazione è stata molto strana, la moto ha una posizione di guida molto differente. Soprattutto, la M1 è più grande e più larga, non solo della Ducati (Dovi, per la verità, non nomina la Casa di Borgo Panigale, NDA), ma credo sia la più grande tra tutte le MotoGP in pista: per me che sono piccolino e fatico arrivare al freno, ai manubri. Bisogna adattarsi perché alcune cose non possono cambiare nell’immediato.
Naturalmente non sono ancora a mio agio sulla M1, non ho spinto, non ero veloce, ma nonostante queste percepisci situazioni positive, almeno in alcune aree. Dobbiamo lavorare nel modo giusto, perché, come ho detto, alcuni aspetti possono essere modificati, ma altri no”.
Puoi entrare più nel dettaglio?
“No, è inutile farlo, bisogna essere più veloci. Certi aspetti, come mi aspettavo, sono simili al passato, ma è troppo presto per dire qualsiasi cosa: quando troverò la posizione in sella, poi si potrà iniziare a fare altri ragionamenti, si può iniziare a lavorare sui dettagli, adesso devo solo adattarmi alla moto”.
Ti aspettavi di essere così indietro?
“Non ho mai forzato, sto combattendo con la posizione, altrimenti sarei molto più veloce. Non riesco a frenare, sono lento in curva: ma è normale che sia così, solitamente fai certi interventi nei test di fine campionato, non nella giornata di prove. Sapevo benissimo che sarebbe stato così, ma ho comunque preferito fare questa gara perché accelera il lavoro e serve per preparare i test di martedì e mercoledì. Bisogna arrivare al limite per capire la moto, ma ci sono alcuni aspetti che puoi già capire, è bello sentire il contatto con l’asfalto, trasmette belle sensazioni”.
Può effettivamente essere la tua moto?
“Non parliamo di queste cose, sull’asciutto ho preso 2”5, non si può dire niente. Lo capiremo alla fine del 2022, in base ai risultati, se la M1 può essere la mia moto, come ho detto l’obiettivo è provare a vincere il mondiale”.
Non parliamo di dettagli, giusto, ma sulla potenza ci puoi dire qualcosa? Rispetto alla Ducati, quando hai dato gas pensavi di essere su una Moto2?
“E’ chiaro che c’è differenza, ma mi ero già abituato provando l’Aprilia, che diciamo è una via di mezzo tra la Ducati e la Yamaha. Ma appena uscito dalla pit lane mi sono reso conto che ci vorrà tanto tempo per trovare la giusta posizione: ho pensato a quello più che alla potenza”.