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SEPANG – Se qualcuno si sorprende a vedere Andrea Iannone e la Suzuki in prima posizione, forse dimentica le grandi qualità del pilota italiano e la competitività – in generale, e in particolare su questa pista - della moto giapponese.
«Gli ho lasciato una buona moto e una buona messa a punto» ha scherzato Viñales. «Se sono primo, sicuramente è merito suo…» ha replicato ironizzando Iannone.
Al di là delle battute, Andrea elogia la sua moto.
«Dopo i primi due test, a Valencia e a Jerez, ho indicato ai giapponesi quale fosse la strada da seguire, e loro hanno lavorato benissimo: mi hanno sorpreso, il risultato è stato superiore alle aspettative».
In particolare, su cosa avete lavorato?
«Tanti piccoli dettagli, inutile specificare quali».
Il punto forte è il telaio?
«Sicuramente la ciclistica va molto bene, e basta una minima regolazione per ottenere grandi cambiamenti. Ma devo ancora capire il limite: riesco a fare cose alle quali non ero abituato, non conosco il limite di questa ciclistica, perché è spostato molto più in là rispetto al limite che conoscevo prima, soltanto azzardando molto riesco a scoprire che si può spingere ancora di più».
E il motore?
«Non va piano, anzi: spinge forte sia in accelerazione, sia in velocità massima».