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NESSUNO E’ COSTANTE
Fino ad oggi in MotoGP si è visto come i valori tecnici cambino repentinamente: in una gara una Casa domina, in quella successiva fatica. Lo conferma anche questo dato: nessun costruttore è riuscito a conquistare sempre il podio nelle prime sette gare. Yamaha e Honda ci sono riuscite in cinque GP, Ducati in quattro, Suzuki, Aprilia e KTM in nessuno.
ZERO, COME LE CASE SEMPRE SUL PODIO
IMBATTIBILE IN SPAGNA
Alex Márquez ha conquistato il suo secondo successo stagionale (e della carriera) in Moto2: curiosamente, o forse no, si era già imposto a Jerez, quindi sempre in Spagna. Al Montmelò, Alex, per la prima volta da quando è in Moto2 è stato in testa dal primo all’ultimo giro: il suo è stato un vero e proprio dominio.
UNO, COME I GP SEMPRE AL COMANDO DI ALEX MÁRQUEZ
UN ASFALTO TUTTO DA RIFARE
Quello di Montmelò è – a detta di tutti i piloti – uno dei circuiti più belli ed entusiasmanti del motomondiale, ma quest’anno, a causa delle pessime condizioni dell’asfalto, guidare qui si è trasformato in «un incubo» come hanno detto tanti protagonisti. E anche la modifica fatta per rendere più sicuro il circuito è parsa, fin dai primi minuti, peggiorativa invece che migliorativa.
VOTO DUE AL CIRCUITO
COME CAPIROSSI E STONER
Vincendo due GP consecutivi – tra l’altro: è la prima volta che ci riesce nella sua carriera! -, Andrea Dovizioso ha eguagliato Loris Capirossi (che ci era riuscito nel 2005 nell’accoppiata Giappone e Malesia) e Casey Stoner, primo per due volte consecutive per l’ultima volta nel 2010 (Aragón e Motegi).
TRE, COME I PILOTI DUCATI DUE VOLTE PRIMI CONSECUTIVAMENTE
CAMPIONATO GOMME
Uno dei vantaggi – forse l’unico – del monogomma dovrebbe essere quello di eliminare questa variabile: ovvero, non se ne dovrebbe più parlare. Invece, quest’anno ancor più del 2016, si parla solo di pneumatici, con pazzesche differenze di prestazioni tra un GP e l’altro, difficilmente giustificabili se non con il variabile rendimento delle Michelin. Ed è inconcepibile vedere un GP di velocità trasformato in una gara di “Endurance”.
VOTO QUATTRO ALLA MICHELIN
I PRIMI CON LA DUCATI
Anche al Mugello Jorge Lorenzo si era trovato davanti a tutti in un paio di occasioni, ma non lo era mai stato sul traguardo: ecco quindi che i cinque giri compiuti in testa nel GP della Catalunya sono ufficialmente i suoi primi al comando con la Ducati. Tra l’altro, al Montmelò Lorenzo ha debuttato in prima fila con la DesmosediciGP, riuscendo a conquistare la prima fila con la quinta moto differente della sua carriera: in passato ci era riuscito con la Derbi 125, con la Honda 250, con l’Aprilia 250 e con la Yamaha MotoGP.
CINQUE, COME I GIRI AL COMANDO DI LORENZO
IL PILOTA ITALIANO PIU’ COSTANTE IN MOTO3
A proposito di giri al comando, Romano Fenati è passato per primo sul traguardo per sei volte: al primo, nono, 12esimo, 15esimo, 18esimo e 19esimo giro. Romano si conferma come il pilota italiano più costante della moto3: non a caso, è secondo nella classifica generale.
SEI, COME I GIRI AL COMANDO DI FENATI
LA REGOLA DEL SETTE
Il numero sette, in passato identificativo del grande Barry Sheene, sta diventando il numero caratterizzante di Andrea Dovizioso, . Nello specifico: sono passati sette anni tra il primo successo in MotoGP (Gran Bretagna 2009) e il primo con la Ducati (Malesia 2016); sette mesi tra il primo posto a Sepang e quello del Mugello; sette giorni tra il trionfo nel GP d’Italia e quello nel GP della Catalunya; sette i punti che lo separano da Viñales; sette gli anni passati dall’ultima “doppietta” Ducati; sette gli anni della figlia Sara…
SETTE, IL NUMERO MAGICO DI DOVIZIOSO
SEMPRE PIU’ VICINI
La MotoGP sta diventando la categoria più equilibrata, perlomeno in prova e in qualifica. Nelle FP3, il turno decisivo per entrare direttamente in Q2, c’erano ben otto piloti (Márquez, Pedrosa, Bautista, A.Espargaró, Dovizioso, Lorenzo, Iannone e Redding) racchiusi in meno di mezzo secondo, per la precisione 0”498. Non a caso Dovizioso ripete spesso: «Per me il momento più difficile di un GP è diventato la FP3: entrare nei dieci è ormai diventato più impegnativo che fare una gara».
OTTO, COME I PILOTI RAGGRUPPATI IN 0”5 NELLE FP3
BRAVISSIMO A RIPETERSI
I soliti “criticoni” sostenevano che la vittoria di Mattia Pasini al Mugello fosse pura casualità. Eccoli accontentati: il secondo posto ottenuto al Montmelò, in condizioni difficilissime, come si è detto e ripetuto allo sfinimento, conferma che Pasini può andare forte sempre, non sporadicamente. Grande Mattia.
VOTO NOVE A MATTIA PASINI
UN ULTIMO GIRO DA CINETECA
Non c’erano invece dubbi sulle qualità di Joan Mir, ma al Montmelò, se è possibile, lo spagnolo è stato ancora più straordinario del solito, mettendo in mostra tutto: intelligenza tattica, controllo della moto e degli avversari, consapevolezza delle proprie possibilità. E l’ultimo giro è da cineteca: i sorpassi su Fenati (alla 10) e Martin (alla 15) sono stati bellissimi e difficilissimi. Complimenti.
VOTO DIECI A JOAN MIR