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Pagellone di fine 2019. Sempre con la solita premessa, quella di ogni anno: 1) Tutto è relativo. Il voto, inevitabilmente, tiene conto anche delle aspettative di inizio stagione; 2) Comunque sia, grazie a tutti i piloti, nessuno escluso. Qualcuno ha deluso, qualcuno si prende un 4 in pagella, ma il rispetto per ciascuno di loro non cambia: questi campioni fanno qualcosa che noi umani non riusciamo nemmeno a immaginare. Grazie grazie grazie. Via con i voti, seguendo l’ordine di classifica.
MARC MARQUEZ VOTO 10
I numeri dicono che è stata la stagione perfetta: 12 vittorie, mai peggio di secondo al traguardo, una caduta in gara probabilmente per un problema tecnico e non per uno sbaglio del pilota. Insomma, impossibile fare meglio. E allora, perché non la lode? Perché alcuni atteggiamenti in pista a me lasciano perplesso, non li condivido. Marquez è un campione straordinario, un fenomeno assoluto, con la possibilità di battere anche i primati di Giacomo Agostini: vederlo pilotare è pura gioia per un appassionato, eppure fatica a scaldare i cuori. (Quasi) perfetto.
ANDREA DOVIZIOSO VOTO 8,5
Per il terzo anno consecutivo è il pilota che si è avvicinato di più a Marquez (o meglio: quello che è arrivato meno lontano…), con due successi e una serie di gare molto convincenti. In altri GP, però, non è stato perfetto: mi viene in mente il Sachsenring, Assen, ma anche l’Australia, con quello sbaglio non da lui all’ultimo giro. Nel complesso, però, è stata un’altra stagione positiva, con la ciliegina del sorpasso più bello dell’anno, in Austria all’ultima curva su Marquez. Se solo la Ducati credesse un po’ di più in lui… Anti Marquez.
MAVERICK VINALES VOTO 8
Da due anni è l’unico a trionfare con la Yamaha: un dato che la dice lunga sulle sue qualità e la sua grande velocità. Rimane però troppo altalenante, con prestazioni difficili da giustificare per uno del suo talento. Se riesce a migliorare la tenuta psicologica, può diventare il primo rivale del pilota della Honda. Se fossi uno dei responsabili Yamaha ci penserei un bel po’ prima di farlo andare via. Unico vincente (con la M1).
ALEX RINS VOTO 7
Le due vittorie - tra l’altro ottenute battendo in volata due fenomeni come Rossi e Marquez - meriterebbero un voto ben più alto, ma dopo Silverstone non è più riuscito a salire sul podio, rallentato da una cronica difficoltà in qualifica e dalla poca costanza, caratteristica (negativa) della sua carriera. E’ fortissimo, ma ci deve credere di più. Poco convinto.
FABIO QUARTARARO VOTO 8,5
Gli è mancata la vittoria, ma la sua è stata una grandissima stagione, al di sopra di ogni aspettativa. Ha impressionato per la facilità con la quale si è adattato alla MotoGP, alla Yamaha, agli avversari. Non solo. Ha impressionato per la sua serenità, la capacità di sbagliare pochissimo e di fare quasi sempre la scelta giusta. In prova è stato eccezionale, ma anche in gara ha fatto vedere di esserci, eccome. Futuro assicurato.
DANILO PETRUCCI VOTO 6
Tre podi consecutivi, tra cui la vittoria strepitosa al Mugello, con un doppio sorpasso alla San Donato (la prima curva) su Dovizioso e Marquez: solo per questo meriterebbe otto in pagella. Ma da un pilota che è capace di fare quella cosa lì è lecito aspettarsi che si ripeta con relativa facilità, invece dopo il terzo posto (fortuito) a Montmelò si è completamente perso. Scusante: corre costantemente sapendo di essere continuamente messo in discussione dai vertici Ducati. Tutt’altro che semplice. E’ grande e grosso, ma è come Calimero…
VALENTINO ROSSI VOTO 5
Ha iniziato alla grande, ha finito in grande difficoltà, costantemente più lento tra i piloti con la M1. Complessivamente, la sua peggiore stagione in Yamaha, forse addirittura la sua peggiore stagione in MotoGP. Non vince un GP da più di due anni e secondo qualcuno - probabilmente gli stessi che lo dicevano già 10 anni fa - dovrebbe ritirarsi, ma in più di occasione ha dimostrato di essere ancora veloce. Passione e dedizione non gli mancano, la voglia di rimettersi in discussione nemmeno. Mai appagato.
JACK MILLER VOTO 7
Una stagione certamente positiva, la sua migliore in MotoGP, come certificano i cinque podi. Ha dimostrato di essere un buon pilota, anche se gli manca ancora un po’ di costanza. Ma è cresciuto molto e sembra che su di lui si possa contare. Oltre le aspettative (perlomeno le mie…).
CAL CRUTCHLOW VOTO 5
Partito benissimo (terzo in Qatar), poi ha faticato troppo, anche se è l’unico pilota oltre a Marquez a essere salito sul podio con la Honda. Non ha più la voglia e la determinazione di una volta. Lento declino.
FRANCO MORBIDELLI VOTO 6,5
Il confronto con il compagno di squadra è quasi “improponibile”, ma secondo me ha disputato una buona stagione, in crescita costante: magari “lenta”, ma comunque continua. Come da sue caratteristiche. Personalmente, mi aspetto molto da lui nel 2020. Piccoli passi.
POL ESPARGARO VOTO 7
Credo che con una moto competitiva potrebbe dimostrare di essere molto veloce. Sottovalutato.
JOAN MIR VOTO 5
L’infortunio nei test di Brno lo ha penalizzato parecchio, ma con quella moto avrebbe dovuto fare di più. Peccato.
ALEIX ESPARGARO VOTO 6
Ha vinto praticamente sempre il confronto con il compagno di squadra: ha sprecato un paio di buone occasioni, ma l’Aprilia non si può certo lamentare di lui. Certezza.
PECCO BAGNAIA VOTO 5
Dopo i test invernali si pensava che avrebbe vinto facilmente la classifica di “Rookie dell’anno”, invece ha faticato tantissimo, tra cadute, infortuni e una moto poco competitiva, mai aggiornata (per contratto…) durante la stagione. Anno complicato.
ANDREA IANNONE VOTO 4
Da uno come lui ti aspetti che sia sempre davanti al compagno di squadra, anche se, è noto, cambiare moto (e squadra) in MotoGP è molto complicato. Ma, Australia a parte, è andato troppo piano. Come se non bastasse, anche la mazzata dell’antidoping. Futuro incerto.
JOHANN ZARCO VOTO 4
Il pilota che avrebbe dovuto portare in alto la KTM ha deluso moltissimo: sotto certi aspetti, le sue sono state le prestazioni peggiori in assoluto. E’ vero, però, che quando proprio non ti trovi con la moto, fatichi non solo a trovare una soluzione, ma anche a mantenere la calma e la concentrazione.
JORGE LORENZO VOTO 4
Una stagione pesantemente condizionata dagli infortuni: peccato non averlo visto fisicamente a posto sulla Honda. I numeri dicono che è stato il peggiore del 2019, ma ha più di una scusante. Rimane un campione, al di là di un anno terribile.
HONDA RC213V VOTO 9
Difficilissima da valutare, troppa la differenza di prestazioni tra Marquez e tutti gli altri. Ma io sto con il nostro “ingegnerone” Giulio Bernardelle: la HRC è stata bravissima ad assecondare le richieste del suo pilota migliore.
YAMAHA M1 VOTO 8
E’ forse la moto cresciuta di più durante l’anno. Per essere più precisi: è quella che è stata sfruttata meglio con il passare dei mesi. E’ tornata a essere un punto di riferimento per stabilità e frenata, ma continua a essere incredibilmente lenta: il motore rappresenta un grande limite.
DUCATI DESMOSEDICI GP 19 VOTO 8
E’ l’unica Casa che si può vantare di aver vinto almeno un GP con due piloti differenti: sicuramente un grande merito. Purtroppo, però, nel corso della stagione ha dimostrato evidenti limiti in curva, limiti acuiti dalla crescita delle avversarie. Il motore rimane eccezionale.
SUZUKI GSX-RR VOTO 8
Vicina alla Yamaha a livello ciclistico, superiore nel motore: nel complesso, un’ottima moto. Con altri piloti, forse, avrebbe vinto di più.
KTM RC16 VOTO 5
Qualche sprazzo di crescita durante la stagione, ma, complessivamente, inferiore alle aspettative di una Casa che ha a disposizione parecchie risorse economiche. Ma ci arriverà.
APRILIA RS-GP VOTO 4
Purtroppo, la moto peggiore della stagione. L’arrivo di Massimo Rivola ha portato un po’ di ordine dentro al box e ha migliorato tutta la gestione, ma la strada da percorrere è ancora lunghissima. Nel 2020 arriverà una moto completamente nuova, ma in ritardo rispetto alla concorrenza: non sarà facile recuperare il ritardo. Ma a Noale hanno mezzi tecnici per riuscirci. Ci vorrebbero più soldi, però.