MotoGP: Il “Pagellone” di fine anno

MotoGP: Il “Pagellone” di fine anno
Dieci voti: alla Dorna, al campionato, al livello dei piloti, alla Michelin, alla gestione del caso Marquez e del caso Dovizioso… Tutti gli argomenti che hanno caratterizzato la stagione più difficile del motomondiale
29 novembre 2020

Pagellone di fine stagione. Non ai piloti o alle moto - i voti a uomini e mezzi li daremo nelle tante dirette che andranno in onda nelle prossime settimane - ma agli eventi che hanno caratterizzato questa stagione. Quindi: il voto alla spettacolarità del campionato, alla Dorna, alla Michelin, a Freddie Spencer e allo Steward Panel, alla gestione del caso Dovizioso e di quello di Marquez. E così via, per un totale di 10 voci.

Dorna: voto 6

Iniziamo con l’organizzatore, considerato quasi all’unanimità come il salvatore del campionato: tutti, o quasi, ritengono che Dorna abbia fatto un gran lavoro. Io, però, appartengo alla schiera del “quasi”: per me, quanto fatto è stato appena sufficiente. Si dirà: ma senza la Dorna non si sarebbe nemmeno disputato il campionato. Vero. Ma questo sarebbe un merito se solo la MotoGP avesse portato a termine il suo mondiale, ma così non è: tutti i campionati, in qualche modo, sono stati disputati.

 

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Tutti. Quindi la Dorna ha fatto, secondo me, solo il suo dovere, niente di più. Ma se confrontiamo il calendario con quello della F.1, l’unico paragonabile con quello della MotoGP, si vede che la differenza è grande. La F.1 ha previsto 17 GP, con anche due trasferte extraeuropee: inoltre, tre “doppi appuntamenti” sullo stesso circuito contro cinque della MotoGP. E’ vero che la F.1 ha molti più soldi e quindi Ezpeleta è stato probabilmente costretto a fare più gare sullo stesso circuito per salvare i team; questo è sicuramente vero.

Però, in almeno tre circuiti, per un totale di cinque GP, si è corso in una data sbagliata: a Jerez (questo è l’unico appuntamento giustificabile in parte perché c’era la necessità di iniziare dalla Spagna), a Le Mans e ad Aragon. Poi ci sarebbe l’argomento “giornalisti non televisivi”, trattati in maniera vergognosa: ma questo è un altro aspetto. Per tutto questo, per me appena sufficiente.

Campionato MotoGP: voto 7

Tante gare belle e appassionanti, ma due soli arrivi in volata: Austria 2, quando Pol Espargaro e Jack Miller sono andati larghi all’ultima curva, favorendo la vittoria di Miguel Oliveira; Valencia 2, quando Franco Morbidelli e Jack Miller (sempre lui, non può essere un caso) hanno dato vita al più meraviglioso ultimo giro - senza discussione - della stagione.

Anche ad Aragon c’è stato un bel finale, con Alex Marquez a 0”263 dal vincitore Alex Rins, ma non c’è stato nessun attacco. Nel complesso, i GP sono stati belli - pochi quelli veramente noiosi, il meno spettacolare è stato proprio l’ultimo a Portimao, nonostante una pista fantastica - ma troppa alternanza di risultati, troppa confusione, troppa instabilità. Per colpa di…

Michelin: voto 5

… Per colpa della Michelin. La gomma posteriore 2020 ha assicurato più grip e tempi migliori, ma l’alternanza di prestazioni è stato destabilizzante per tutti, tranne che per la Suzuki. Non solo: troppe le accuse, più o meno dirette, di pneumatici non uniformi, troppi piloti si sono lamentati di aver compromesso una gara per una gomma non perfettamente a posto.

Per non parlare del “caso delle pressioni”, spesso fuori controllo: solo per colpa dei team? Difficile crederlo. Sicuramente il calendario non ha aiutato, tanti GP si sono disputati in condizioni climatiche anomale per quel tipo di pista. E, va detto, Michelin ha portato questa gomma perché promossa nei test dai piloti: non tutti, ma quasi.

Livello piloti MotoGP: voto 9

Senza Marc Marquez, indubbiamente il più forte di tutti, è stato un campionato di basso o di alto livello? Un tema che fa discutere gli appassionati: si può andare avanti a parlarne per ore, ciascuno sosterrà la propria tesi e difficilmente cambierà idea. La mia è che il livello dei piloti MotoGP del 2020 sia stato alto, con tanti piloti che potranno essere protagonisti anche in futuro.

 

 

Nel dettaglio: personalmente ritengo Joan Mir, uno di quelli “buoni buoni buoni”, comparabile ai fenomeni che hanno dominato la MotoGP negli ultimi 20 anni; Franco Morbidelli ha dimostrato di essere velocissimo e completo; Alex Rins è stato condizionato dall’infortunio alla spalla, ma è uno tosto, anche se commette qualche errore di troppo; Andrea Dovizioso quest’anno ha deluso, ma il suo passato dice qual è il suo livello; Jack Miller è cresciuto e maturato: non ha ancora il guizzo del campione, ma si sta avvicinando; Fabio Quartararo deve imparare a gestire la pressione, ma sul suo talento non si discute; Miguel Oliveira si è giocato il mondiale (senza vincerlo, è vero…) in ogni categoria e adesso va forte anche in MotoGP; Brad Binder darà fastidio a molti in futuro; Pecco Bagnaia deve trovare costanza, ma la sua velocità è evidente. Senza dimenticarsi di Valentino Rossi, Maverick Vinales, Danilo Petrucci, Pol Espargaro… Insomma, per me sono in tanti ad andare forte.

Gestione caso Marquez: voto 2

Poca chiarezza, tanti dubbi, nessuna certezza: il caso Marc Marquez non è stato gestito al meglio. Si poteva fare in maniera differente? Io credo di sì, anche se non era facile, perché - temo - nessuno sa qual è la situazione reale. Però si poteva comunicare in modo più chiaro; tipo: “Marquez farà nuovi accertamenti il 15 settembre (è un esempio, ovviamente)”.

 

 

Fatti gli accertamenti bisognava dire: “La visita ha dimostrato che ci vogliono ancora due settimane di recupero (è sempre un esempio…), il 30 settembre ci sarà un altro accertamento” e così via. Invece non è stata fatta nessuna comunicazione e questo ha dato il via a una serie di speculazioni (voto 2) basate sul nulla: “Torna fra un GP”, “torna ad Aragon”, “non torna più”, “deve essere nuovamente operato”, “è a rischio anche il 2021”. Tutte informazioni basate su supposizioni e non dati reali. Per me inconcepibile.

Gestione caso Dovizioso: voto 4

Fuori Marquez, il 99% degli appassionati e addetti ai lavori era convinto che il titolo l’avrebbe conquistato Andrea Dovizioso. Invece è andata in modo molto differente e non solo per colpa “tecnica”, per la Ducati che non si è adattata alle gomme, ma anche - e secondo me, soprattutto - per come è stato gestito il futuro di Dovizioso.

Sono stati fatti errori da entrambe le parti e questo ha portato a una tensione ingestibile: impossibile guidare in quelle condizioni: anche quando la moto era competitiva, il Dovi non ha reso come avrebbe dovuto e potuto. E così, è svanita un’altra possibilità di conquistare il titolo…

Freddie Spencer (e Stewards Panel): voto 3

Quel lavoro lì deve essere difficilissimo, ma anche sbagliare, o quasi, tutte le decisioni è piuttosto complicato. Freddie Spencer, uno dei più grandi motociclisti della storia, è riuscito nell’impresa di scontentare (quasi) tutti, con decisioni spesso indifendibili, con due pesi e due misure e penalizzazioni poco eque. Tutto questo senza mai dare una spiegazione ufficiale. Ma almeno questo non è colpa sua.

MSMA: voto 4

Molto probabilmente, per non dire sicuramente, la MSMA, l’associazione delle Case costruttrici, è stata obbligata in qualche modo ad accettare senza fiatare la penalizzazione inflitta alla Yamaha per il caso delle valvole; ma anche ammesso che sia così, i costruttori non ne sono usciti bene. E si è creato un predente pericolosissimo da gestire in futuro.

Campionato Moto2: voto 9

Uno dei più belli degli ultimi anni, per spettacolarità, incertezza, qualità dei piloti: Enea Bastianini, Luca Marini, Sam Lowes, Marco Bezzecchi, Jorge Martin hanno vinto gare e dimostrato di essere velocissimi. Ma si sono messi in evidenza anche Remy Gardner, Joe Roberts e Fabio Di Giannantonio. Davvero un bel campionato.

Campionato Moto3: voto 7

Ormai è quasi impossibile fare la differenza - c’è riuscito solo Augusto Fernandez nel finale - le gare della Moto3 sono diventate della competizioni ciclistiche con volate da paura all’ultimo giro. Bello da vedere, ma tecnicamente poco valido: difficilissimo capire chi va forte veramente o chi ci riesce perché in scia agli altri.

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