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Dopo Jorge Lorenzo («Credo di meritare di poter provare la Ducati anche a Jerez»), l’intervento di Lin Jarvis: ecco cosa è stato detto in una conferenza stampa organizzata a Motegi.
«Potete creare qualsiasi caso, ma non c’è assolutamente niente che non funzioni tra Yamaha e Lorenzo: lui capisce perfettamente che noi siamo un team e una Casa molto professionale, noi capiamo che lui voglia salire il prima possibile sulla nuova moto, ma lui sa anche che c’è un contratto da rispettare. Se ci si concentra solo sul divieto a Jorge di provare a Jerez (21-23 novembre NDA), si può dire quello che si vuole, ma bisogna sapere cosa c’è dietro. Naturalmente Yamaha non vuole aiutare i rivali a diventare più veloci: cosa dovrebbe fare Yamaha, dare per sette settimane un suo pilota, sotto contratto, a un’altra Casa? Io credo che la nostra scelta sia ragionevole. E’ una decisione legata al “business”, niente di più».
D’accordo, Lin. Ma perché, allora, concedere a Lorenzo di provare a Valencia?
«Quei due giorni di test rappresentano un’eccezione accettabile. Questo fa parte delle buone relazioni tra le Case, ma non di più».
Considerando questa situazione, non è il caso, in futuro, di fare terminare i contratti dei piloti con l’ultimo GP a Valencia?
«Assolutamente no. Non è possibile, questo è uno sport professionistico: cosa succederebbe se il tuo pilota vincesse il mondiale? Quando noi abbiamo firmato il contratto con Lorenzo due anni fa, la nostra speranza era che lui conquistasse il titolo, così come per Rossi e quando firmi un contratto, Yamaha pensa di sfruttare al meglio l’immagine del suo pilota. Sarebbe da pazzi rinunciare a questa possibilità il giorno dopo aver conquistato il titolo».
Ma anche le altre Case avranno contratti simili, eppure permettono ai loro piloti di provare (la Ducati concede Iannone alla Suzuki, la Suzuki concede Vinales alla stessa Yamaha): sono più sportivi, o cosa?
«Non ho niente da dire sui contratti delle altre Case: ogni situazione è differente e ogni costruttore ha le sue prerogative. Yamaha è sempre stata molto corretta con tutti nei suoi contratti: i nostri contratti sono uguali per tutti, non a caso la regola vale sia per Lorenzo sia per Pol Espargaro (che non potrà provare la KTM, NDA). Noi non siamo un piccolo team, ma una multinazionale con affari in tutto il mondo, dobbiamo tutelare i nostri interessi. Non possiamo permettere che un pilota pagato da noi, provi per altri mentre noi gli diamo lo stipendio. Va bene l’eccezione di Valencia, ma ci deve essere un limite. I test di Valencia fanno ormai parte di una tradizione, rientrano nello spettacolo della MotoGP, c’è la diretta televisiva, ma, se fosse per me, li eliminerei: creano troppa confusione. Non ha senso che un pilota che il giorno prima ha corso con una moto, quello dopo salga su una concorrente. Ma questo è, sono le regole e noi le rispettiamo. Ma un’altra cosa sono i test privati, come quelli di Jerez, che fanno parte del pacchetto di giorni a disposizione per la stagione successiva».