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L’indimenticabile Kevin Schwantz, leggenda della Suzuki alla quale ha portato il celebre titolo del ’93, affronta in una intervista su SpeedWeek.com il tema della giovane generazione dei piloti e del ritorno di Marc Marquez. Kevin teme che per il sei volte campione del mondo della MotoGP il rientro possa essere complicato e crede comunque che il suo ruolo di dominatore sarà messo in discussione.
“Marc - afferma Kevin- non potrà essere al vertice della gerarchia. Non facilmente come in passato: quest’anno sono spuntati tanti ragazzi, che nella stagione sono cresciuti e continueranno a crescere. Dopo un anno di assenza in MotoGP gli servirà del tempo per riprendere il passo. Avrà sempre in mente che l'ultima gara è finita in una caduta. Naturalmente spero per lui che non sia così, e che possa guidare con la stessa forza fisica e mentale che aveva prima dell’incidente di Jerez"
Kevin ha parlato anche della futura generazione di piloti. In particolare di quelli che dalla Moto2 passano ora alla MotoGP: Enea Bastianini campione del mondo, Luca Marini e Jorge Martin.
“È fantastico avere altri giovani su queste moto. Jack Miller è un ottimo esempio di quello che è possibile fare, anche se lui non è più così giovane. Bastianini e Marini sono molto forti. Forse non svetteranno fin dalla prossima stagione, ma tra due o tre anni certamente sì. E allora i manager delle altre squadre penseranno: dannazione, perché non li abbiamo presi noi?".
Schwantz dice che gli piace seguire la crescita dei giovani piloti nelle varie classi. Si possono capire tanti aspetti delle diverse personalità.
“È divertente vedere come un ragazzini crescono quando passano attraverso la Moto3 e la Moto2. Se li osservi bene, in qualche modo puoi anche prevedere come andrà a finire. Guarda ad esempio la Moto2 di qualche anno fa, quando c’erano Franco Morbidelli, Alex Rins, Joan Mir e Quartararo. Fabio Quartararo è quello che in MotoGP è scomparso da un momento all’altro e ha lasciato molti punti interrogativi. Ma lo potevi prevedere osservandolo come funzionavano le cose per lui già in Moto2: quando non riusciva a trovare quel determinato qualcosa in un fine settimana, lui era perso".