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“Ero un pilota da gara - ha detto Kevin al sito spagnolo Motosan - più che da qualifica e quindi sono abbastanza sicuro che mi sarebbe piaciuto correre una gara in più. Soprattutto sulla distanza più corta, con gomme morbide e meno benzina nel serbatoio, quindi con una moto più facile da guidare. Anche se magari meno a punto, questo è da dire, perché oggi hai la metà del tempo per sistemarla al meglio”.
Kevin si rende conto che i piloti di oggi corrono più rischi, ogni volta che si prende una partenza e ci sono punti in palio tutti vogliono andare al 100 per 100. Un doppio lavoro per piloti e team, ma un gran bello spettacolo per il pubblico.
Da ex pilota Suzuki, Schwantz cosa pensa: il marchio manca in MotoGP?
“Questo nuovo formato potrebbe non essere il più adatto a una squadra che deve fare tutto da se, che deve produrre tutto in fabbrica. Se vorranno tornare sarà difficile recuperare il terreno perduto. Ma Suzuki mi manca molto e quando mi chiedono per chi tifo nel fine settimana non so rispondere…”.
Infine, il campione del mondo 500 del 1993 fa qualche considerazione anche sulla mancanza di Valentino. Il numero degli appassionati che Rossi aveva portato al motociclismo “aveva cambiato questo sport e adesso il buco che ha lasciato è enorme”. Schwanz pensava che il fatto di avere una squadra con il nome VR46, la sua presenza, la voglia di allenarsi con i suoi piloti potesse aiutare. Ma non è stato così.