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Aprilia, Ducati, KTM e Suzuki proveranno anche oggi e domani a Misano, ma dopo la giornata di ieri si possono già trarre delle conclusioni. Sicuramente, prima delle 18 di giovedì verranno ulteriormente migliorati i tempi sul giro - già ottimi, grazie all’eccellente nuovo asfalto -, si avrà qualche certezza in più, ma nella sostanza non cambierà più di tanto. La sensazione è che tutte le quattro Case siano pronte per la prima gara: si può dire che si presenteranno a Jerez (19 luglio) al massimo della propria potenzialità.
Per regolamento, la Ducati era in pista con il solo collaudatore Michele Pirro, che non ha effettuato tantissimi giri: la base è buona, si lavora sui dettagli e sulla messa a punto. A Misano non sono emersi particolari problemi con la gomma posteriore 2020 (“Ma l’asfalto è in perfette condizioni, c’è tantissimo grip” ha sottolineato Pirro), mentre sono stati confermati i progressi motoristici visti anche in Malesia e Qatar.
Il problema rimane quello della percorrenza a centro curva, ma anche sotto questo aspetto sono stati fatti dei piccoli passi in avanti. In definitiva, la GP20 sembra più competitiva della GP19.
Tra le quattro Case impegnate a Misano, l’Aprilia è quella che deve sfruttare al meglio questi test, considerando anche che nella precedente uscita, sempre a Misano, con il solo collaudatore Bradley Smith si era messa di mezzo anche la pioggia. Come ha confermato Massimo Rivola in diretta a Moto.it, si è partiti dalla configurazione della RS-GP vista in Qatar e su quella base verranno fatte una serie di prove su molti particolari: carenatura, valvola allo scarico, piccole differenze sul V4. “Sul motore abbiamo le idee chiare” ha confermato Rivola, facendo capire che tutte le scelte importanti sono state fatte: Aprilia (come KTM) deve consegnare la fiche di omologazione del motore entro il 29 giugno. Le impressioni positive emerse nei primi test invernali di febbraio e marzo sono state confermate anche a Misano, con Aleix Espargaro che si è detto molto soddisfatto. Rivola predica prudenza (“Che voto do al test? 6,5…”), ma dentro al box c’è entusiasmo e si punta a stare costantemente dentro ai 10. A dir poco…
La base è buona, l’unica paura dei tecnici è che possano emergere problemi di gioventù da un momento all’altro, senza la possibilità (per regolamento) di porvi rimedio, perlomeno a livello motoristico.
Pol Espargaro ha chiuso la prima giornata con il miglior tempo, su una pista dove a settembre 2019 aveva conquistato il secondo posto in qualifica nel GP di San Marino. E’ quindi un tracciato che si adatta bene alla KTM e a Espargaro, ma anche Miguel Oliveira è andato molto forte e Brad Binder è cresciuto giro dopo giro. “Non abbiamo provato niente di nuovo, è stata solo una verifica di tutte le novità che avevamo provato nei test precedenti: sono molto, molto soddisfatto della competitività della mia moto”. Adesso bisognerà vedere in gara, ma perlomeno in qualifica si può ipotizzare una KTM sempre in Q2 e spesso nelle prime due file.
Anche Suzuki, era in pista con il solo collaudatore Sylvain Guintoli, scivolato senza conseguenze a fine mattinata di martedì. Anche in questo caso, nessuna novità di rilievo, ma una verifica importante che tutto funzioni al meglio. Così è: “La moto si guida benissimo, mi diverto come mai prima” ha sintetizzato con un sorriso grande così il francese campione del mondo SBK. Se Alex Rins e Joan Mir sapranno sfruttarla al meglio, la vedremo spesso sul podio.
Il test di Misano, il primo con più di un costruttore in pista nel “dopo Coronavirus”, ha dimostrato qualche difficoltà in più, per rispettare le regole, ma anche una gran voglia di tornare alla normalità, come peraltro sta avvenendo nella vita di tutti i giorni.
In circuito si entra solo se “accreditati”; all’ingresso viene misurata la febbre e viene consegnato un protocollo di regole da rispettare, più o meno quelle che osserviamo nella vita di tutti i giorni.
I box vengono sanificati una volta al giorno con uno speciale macchinario e il numero di persone all’interno è limitato. Qui non c’erano problemi, essendoci solo poche squadre, ma a Jerez sarà un po’ più problematico, sotto questo aspetto, mantenere le distanze. Tutti i meccanici hanno speciali mascherine realizzate da ciascun team: ognuno ha cercato di limitare il “fastidio”, ma lavorare così non è facile, soprattutto per il caldo. E a Jerez, di caldo, ce ne sarà un bel po’…