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SEPANG – Stoner, Stoner, Stoner: per gli altri piloti, sta diventando (quasi) un incubo. Anche perché, l’australiano non ha nulla da perdere: nessuno gli chiede di essere più veloce degli altri, ma in tanti pensano che lo possa essere – non il più rapido in assoluto, ma tra i più rapidi sì -, come peraltro conferma il suo 2’02”1 (ufficioso) di sabato, che oggi lo collocherebbe al settimo posto, nientemeno che davanti a un certo Marc Marquez, il pilota che, stando alle dichiarazioni di Casey, mal lo digeriva nel ruolo di collaudatore alla Honda.
«Non ho mai girato con lui, per me è come un pilota nuovo, sicuramente forte: mi piacerebbe incontrarlo in pista, ma è difficile che accada in un test, perché sei sempre da solo» liquida velocemente l’argomento Marquez con il solito sorriso sulle labbra. In realtà, vorrebbe che non esistesse il “problema” Stoner e, per la verità fanno tutti un po’ così: solo Lorenzo non sembra soffrire in nessuna maniera l’australiano. «Sarà velocissimo e nelle prime posizioni» dice sereno e senza nessuna invidia apparente lo spagnolo. Forse sa – certamente ne è convinto – di potergli stare sicuramente davanti e saranno gli altri a doversi preoccupare di questo confronto ingombrante. Valentino Rossi chiede conferma del tempo realizzato («ha fatto 2’02”1, giusto?») e poi lascia cadere il discorso, mentre i due piloti ufficiali Ducati, certamente quelli che hanno più da perdere da questo confronto, entrano maggiormente nel dettaglio.
Effettivamente, colpisce questa serenità: Stoner si aggira nei box con un sorriso mai visto per così tanto tempo consecutivo quando faceva il pilota, si ferma a parlare con Iannone e Dovizioso, che ricambiano l’attenzione – e l’apprezzabile umiltà dell’approccio di Casey – con cordialità e, addirittura, grande voglia di vederlo in pista.
«Oggi è stato nel box con noi – conferma Iannone – ha parlato anche con me: sono contento che sia in Ducati, è un pilota forte e di grande talento. Per noi è molto positiva la sua collaborazione: dobbiamo essere bravi a trarne dei vantaggi. Ben venga, quindi, Casey».
Sullo stesso piano Dovizioso, che conosce benissimo l’australiano (sono stati anche compagni di squadra alla HRC nel 2011) e ha sempre avuto una grandissima stima nei suoi confronti.
«So perfettamente qual è il suo talento, bisogna capire che aiuto ci può dare. E’ l’unico che può essere veloce senza aver guidato da mesi: lo sarà anche domani». Sulle dichiarazioni di Casey dopo il primo test di sabato («la GP15 ha una grande stabilità in frenata»), Dovizioso non si sorprende più di tanto.
«Intanto ha parlato di stabilità, non di possibilità di frenare profondo – specifica il Dovi con l’aiuto del team manager Davide Tardozzi, intervenuto a puntualizzare sulle dichiarazioni dell’australiano -. In ogni caso, quanto lui ha detto è in sintonia con un pilota che non è da anni dentro alla MotoGP, anche se l’anno scorso aveva guidato la Honda: non avendo il confronto diretto con gli avversari, non puoi sapere qual è il reale valore di un particolare aspetto. E’ impossibile capirlo senza rapportarti con gli altri, anche se sei uno bravissimo e sensibile come lo è lui: il confronto di domani sarà più veritiero per tutti».
Stanotte, saranno in tanti ad avere brutti pensieri, e non certo per il “jet lag”.