MotoGP: L’ing Bernardelle anticipa i test in Malesia

MotoGP: L’ing Bernardelle anticipa i test in Malesia
La 52esima puntata di #atuttogas, online da domenica 30 gennaio, è dedicato alle prime prove invernali, con il ritorno in pista di Marc Marquez. Il nostro Giulio spiega tecnicamente cosa si aspetta dai due giorni di Sepang, anticipati dalle tre giornate per collaudatori e debuttanti
28 gennaio 2022

Si torna in pista dopo oltre due mesi: dal 31 gennaio al 2 febbraio gireranno i collaudatori e i debuttanti, il 5 e 6 febbraio tutti gli iscritti alla stagione 2022 della MotoGP. Dopo un anno, il 2021, di congelamento dello sviluppo dei motori, le Case hanno potuto lavorare nuovamente sui 4 cilindri: il riferimento, naturalmente, è il “motorone” Ducati. Più in generale, la DesmosediciGP è alla vigilia dei test la moto da battere: cosa avranno fatto i rivali per provare a raggiungere la Casa di Borgo Panigale? Ecco l’analisi del nostro ingegnere Giulio Bernardelle. Prima di iniziare, però, si fa un passo indietro, al 2021: com’era finita la stagione, quale era la classifica tecnica secondo Bernardelle?

“Il 2021 - afferma il nostro “ingegnerone” - era finito con una sorta di strapotere Ducati. Al secondo posto, a pari merito, Yamaha e Suzuki, al quarto Honda, al quinto KTM, al sesto Aprilia”.

Questa la fotografia di come è finita la stagione 2021. Adesso entriamo nel dettaglio dei test: ecco Casa per Casa cosa si aspetta Bernardelle.

Aprilia: “Alla RS-GP manca qualcosa a livello motoristico per quanto riguarda la gestione dell’accelerazione”.

KTM: “Sono d’accordo con quanto hanno dichiarato Oliveira e Binder durante la presentazione: la RC16 non deve essere rivoluzionata, ma bisogna trovare una messa a punto di base ottimale”

Honda: “La RC213V del 2020 e del 2021 era stata sviluppata per assecondare la guida di Marquez, che è un pilota con una guida estremizzata. Ecco quindi che anche la moto era estrema e ha messo in crisi tutti gli altri piloti. Honda ha sicuramente capito di dover fare una moto più “morbida”, intervento probabilmente nelle quote ciclistica, nella rigidità del telaio e del forcellone. Credo che siano intervenuti anche sull’erogazione del motore, per rendere la potenza più gestibile”.

Suzuki: “La GSX-RR non è affatto male: nel 2021 è andata in crisi la comunicazione tra il team e  gli ingegneri in Giappone. La base della moto è eccellente, bisogna riportare le informazioni in maniera efficace al reparto corse giapponese. Non serve una rivoluzione: con poco possono rimanere al vertice”.

Yamaha: “Storicamente, Yamaha ha sopperito alla cronica mancanza di potenza con una ciclistica da riferimento. Non a caso la M1 è il punto di riferimento per quanto riguarda trazione e percorrenza curva. Ma dal 2016, Yamaha non è riuscita a sviluppare una moto per far rendere al meglio le gomme Michelin: credo che questo sia il limite più grande, ancora più della mancanza di potenza del motore. Mi aspetto che la M1 sia migliorata dal punto di vista ciclistico”.

Ducati: “La GP21 era arrivato a un livello assoluto, anche se i miglioramenti a livello di guida sono più dovuti ai piloti, più che a un cambiamento radicale della ciclistica. E’ chiaro che se la Ducati deve crescere lo deve fare sul bilanciamento ciclistico, per far curvare meglio la moto, unico limite della DesmosediciGP”.

Ma dopo i cinque giorni di test tra Malesia e Indonesia, c’è tempo, eventualmente, per intervenire? Giulio non ha dubbi: “No”.


L’episodio completo, numero 52, di #atuttogas, il podcast di Moto.it, si potrà ascoltare da domenica prossima, 30 gennaio 2022, su Moto.it e sulle principali piattaforme podcast.

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