MotoGP, la Ducati MotoE è raffreddata a liquido. Chi l'avrebbe mai detto...

MotoGP, la Ducati MotoE è raffreddata a liquido. Chi l'avrebbe mai detto...
Alcune perplessità (complottismi?) sui social perché il prototipo usato da Pirro a Misano sarebbe dotato di radiatore. Perché non dovrebbe?
23 dicembre 2021

"Certo che quest'anno avete davvero deciso di far esplodere i social" scrivevo via messaggio, qualche mese fa, a un amico dell'ufficio stampa Ducati. "Prima levate il desmodromico dal V4 della Multistrada, poi fate un Monster senza traliccio e alla fine diventate fornitori unici in MotoE. Avete già messo i sacchi di sabbia alle finestre?".

Non c'era il minimo dubbio sul fatto che l'annuncio prima, ma soprattutto il disvelo poi, della Ducati MotoE - V21L per gli amici - avrebbe fatto discutere, e tanto. Un po' come è successo con la LiveWire per H-D, l'idea di una Ducati elettrica solo poco tempo fa sarebbe sembrata un'ossimoro. Una casa che ha costruito sull'inconfondibile sound delle sue bicilindriche (e anche delle V4, che non a caso grazie alla fasatura Twinpulse "suonano" molto simili e comunque diverse dalle altre V4) una parte importante del suo fascino si impegna in una categoria dove il rumore quasi si azzera suona quasi (scusate il gioco di parole) come una bestemmia in chiesa.

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Inevitabile, appunto, che sia nei commenti sul nostro sito, sia soprattutto sui social, si scatenassero dichiarazioni piuttosto tranchant. Sulla scelta tecnica di entrare in MotoE, in primis, signora-mia-dove-andremo-a-finire, ma anche e soprattutto sulla moto in sé. Perché naturalmente, così come già dalla presentazione statica gli esperti del web capiscono già come andrà una moto - i più scafati ci riescono già dai teaser - già solo sulla base delle cinque foto di Michele Pirro impegnato a Misano, e di quelle tre statiche, c'è chi ha già capito tante, tantissime cose della V21L.

La deriva più involontariamente divertente nasce però dalle insinuazioni complottiste di chi, analizzando accuratamente il tre quarti anteriore della moto, scopre il dettaglio traditore. L'uomo non è mai andato sulla Luna, la terra è piatta e la Ducati V21L è in realtà un'endotermica camuffata: dietro la forcella, sotto le carenature, si vede chiaramente un radiatore! Eh, ma a chi si è formato all'università di Facebook non la si fa!

 

 

Allora, a prescindere dal fatto che la vista laterale sinistra della V21L mostra chiaramente l'assenza di cambio e frizione - ed escluderemmo che la power unit del prototipo usato da Pirro fosse su base Cucciolo, tanto per restare in casa Ducati - l'idea che un motore elettrico ad alte prestazioni preveda raffreddamento a liquido per motore, inverter e pacco batterie può sembrare strana solo a chi ignora completamente la materia e quindi le criticità che deve affrontare un propulsore del genere.

Il raffreddamento a liquido è più o meno la norma, per applicazioni di questo tipo; il fatto che l'Energica Ego Corsa si sia affidata fino ad oggi a un raffreddamento ad aria per il pacco batterie (talmente complesso però da essere oggetto di brevetto) indica solamente età e natura del progetto, nato comunque per un'applicazione stradale seppure sportiva e che nel 2013, quando ha visto la luce, non era stato certo pensato per spingere la moto di una categoria iridata. Onore al merito dei tecnici modenesi che, vincolati a questa base tecnica, hanno ottenuto i risultati prestazionali sotto gli occhi di tutti sul palcoscenico mondiale.

Prova ne sia il fatto che la stessa factory modenese, in quella nuova piattaforma EMCE che ha diffuso su tutta la gamma 2021 ha fatto ricorso al raffreddamento a liquido, come si può agevolmente vedere nell'immagine della Eva Ribelle (sia pure in versione prototipo) della nostra prova anteprima della scorsa estate, che vi riportiamo qui sotto. Nella parte alta delle "fauci" della carenatura è ben visibile il radiatore che raffredda motore e inverter per migliorare le prestazioni e la stabilità termica. Ducati si è evidentemente spinta un passo oltre, raffreddando a liquido anche il pacco batterie.

 

 

Ma lo sappiamo, ci sarà comunque chi ergerà a fatti le proprie opinioni, e nonostante la totale assenza di scarico continuerà a pensare che lì sotto non c'era certo un propulsore elettrico, che Ducati non può certo aver realizzato in così poco tempo (ma credete che l'ingegner Domenicali si sarebbe sbilanciato così se non fossero già avanti nel progetto?) e che il prototipo usato da Pirro fosse in realtà una Supermono ricarrozzata. Chissà quanto sarà costato ai ragazzi di Borgo Panigale corrompere tutto il personale del circuito e gli abitanti dei dintorni perché, in fila dall'otorinolaringoiatra con le orecchie sanguinanti, non svelassero l'orrenda verità.

Per tutti gli altri: l'elettrico al momento è uno dei futuri possibili, forse non necessariamente l'unico. Ma se lo sviluppo di questi mezzi verrà effettuato senza i vincoli a cui ha dovuto (o voluto, vedetela come preferite) sottostare Energica, da una Casa come Ducati, nel contesto di una serie iridata, ci sarà comunque da divertirsi. Per il rumore una soluzione si troverà...

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