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Nove vincitori differenti, tanti piloti in pochi secondi al traguardo: complessivamente, è stata una stagione spettacolare e movimentata. Quali sono stati i GP più belli del 2020? Ecco la mia classifica. Qual è la vostra?
La gara che assegna il titolo mondiale a Joan Mir verrà ricordata soprattutto per l’avvincente sfida tra Franco Morbidelli, davanti dal primo giro, e Jack Miller sempre secondo, staccato al massimo di 1”195 (al 12esimo giro). Un GP molto intenso, con un ultimo giro fantastico, con quattro sorpassi tra i due protagonisti in lotta per la vittoria: da vedere e rivedere 1000 volte. Per me il più bello della stagione, senza dubbio.
La gara che decide la stagione (e forse anche le prossime) ha un finale da cancellare per sempre, ma la rimonta di Marc Marquez è di quelle che fanno la storia del motociclismo.
Dopo un errore, con conseguente fuori pista al quinto giro mentre è al comando, Marquez riparte 16esimo a 8”444 dal primo; al sesto giro è 14esimo a 9”371; al settimo è 12esimo a 9”264; al nono è 11esimo a 8”333; al decimo è decimo a 8”472; al 12esimo è nono a 7”904; al 13esimo è ottavo a 7”686; al 17esimo è sesto a 6”747; al 19esimo è quarto a 5”984; al 20esimo è terzo a 5”583. Al 22esimo, purtroppo cade. Ma quello che ha fatto Marc rimane qualcosa di stupefacente.
Una gara intensa: al comando va Maverick Vinales, che poi viene superato da Alex Rins all’ottavo giro. Vinales perde posizioni, Joan Mir è secondo al 13esimo giro; il futuro campione del mondo si avvicina al compagno di squadra, al 17esimo giro è a soli a 0”383. Sembra pronto all’attacco di Rins, invece subisce quello di Alex Marquez, che termina il GP a soli 0”263 dal pilota della Suzuki. Un GP bello ed emozionante.
Il GP del miracolo - quello che ha salvato Valentino Rossi e Maverick Vinales, “solo” sfiorati dalle moto di Johann Zarco e Franco Morbidelli, volate in aria dopo un contatto tra Zarco e Morbidelli - è reso spettacolare in “Gara2”, prima dalla sfida in Casa Ducati tra Miller e Dovizioso; poi dalla rimonta di Rins, che però all’11esimo giro esagera per provare a conquistare il primo posto e finisce a terra; quindi dall’ultimo giro tra Mir e Miller, con lo spagnolo che infila l’australiano proprio all’ultima curva. E il successo di Dovi, dopo l’annuncio della separazione con Ducati, è commovente.
Dopo due giorni di freddo, ma pista asciutta, si corre con le gomme da bagnato e tante incertezze. Danilo Petrucci prende subito il comando, ma non scappa e al 15esimo giro ci sono quattro piloti in in meno di un secondo: Petrucci, Dovizioso (+0”129); Miller (+0”520); Rins (+0”758). La gara è avvincente, con l’incognita della pioggia: è facile sbagliare. Lo fa Rins al 20esimo giro e prima di lui, al 19esimo, Miller è eliminato da un problema tecnico della sua Ducati. Dovizioso non riesce a tenere il passo del compagno di squadra, ma Petrucci non ha vita tranquilla, perché alle sue spalle rimonta fortissimo Alex Marquez, anche se non riesce ad avvicinarsi al rivale, finendo secondo a 1”273, con Pol Espargaro a completare il podio.
Anche il secondo GP a Zeltweg viene interrotto dalla bandiera rossa: Maverick Vinales, rimasto senza freni, si lancia giù dalla moto in pieno rettilineo, mentre la sua Yamaha centra le barriere e si incendia. Un’immagine spaventosa. Gara2 è di 12 giri e si risolve con una volata decisamente gustosa, con Pol Espargaro e Jack Miller che si giocano la vittoria all’ultima curva: sbagliano entrambi e ne approfitta Miguel Oliveira, che conquista il suo primo successo in MotoGP percorrendo solo pochi metri al comando, però quelli decisivi. Quattro piloti arrivano al traguardo in meno di un secondo (Oliveira, Miller a 0”316, P.Espargaro a 0”540, Mir a 0”641). I primi sei sono in 1”450, il settimo (Nakagami) è a 1”864.
La gara che assegna il titolo mondiale a Enea Bastianini - quinto al traguardo - è di quelle imprevedibili: sembra scritta da un regista, uno di quelli bravi. Un GP incerto dal primo all’ultimo giro, non solo per la vittoria finale, ma anche per la classifica del campionato. Tensione ai massimi livelli. Da rivedere.
Non c’è incertezza per la vittoria: troppo netta la superiorità di Franco Morbidelli. Ma da metà gara in poi, un GP fino a quel momento anche un po’ noioso si anima con la rimonta di Pecco Bagnaia, partito sesto e solo settimo alla fine del primo giro, e di Joan Mir, scattato dall’ottava casella.
Bagnaia finisce secondo, Mir terzo con un gran sorpasso alla curva del “Tramonto” nell’ultimo giro a Valentino Rossi, fino a quel momento protagonista di un’ottima gara. Un GP spettacolare forse più per i significati - prima vittoria di Morbidelli in MotoGP; primo podio di Bagnaia in MotoGP; il sorpasso finale di Mir su Rossi - che per quanto visto in pista.
Non c’è incertezza per la vittoria: Fernandez domina come si vede poche volte in Moto3. Ma c’è grande incertezza per il campionato, con Tony Arbolino che rimonta posizioni su posizioni dopo essere partito 27esimo: chiude quinto, mentre Albert Arenas, in grande difficoltà, è solo 12esimo, ma campione del mondo per quattro punti.
Una gara incredibile, anche perché Dennis Foggia arriva secondo nonostante un doppio “Long Lap Penalty”; Ai Ogura finisce ottavo, ma dopo essere stato vicino alla clamorosa rimonta in classifica. Ma è soprattutto la gara di Arbolino a rendere il GP appassionante.
Una gara non troppo esaltante, ma da ricordare per la sfida tra i piloti Yamaha all’inizio e la grande rimonta di quelli Suzuki alla fine. Fabio Quartararo, Valentino Rossi e Franco Morbidelli vanno fortissimo nei primi giri, ma poi Moribelli al 14esimo passaggio e Rossi al 16esimo consentono a Fabio di andare in fuga. Sembra una passeggiata per il francese, ma da dietro Mir inizia una rimonta meravigliosa: al 16esimo giro è terzo a 4”444; al 19esimo è terzo a 3”944; al 23esimo è secondo a 1”825; al traguardo è a 0”928. Dietro di lui Alex Rins, per il primo doppio podio della Suzuki.