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Ogni successo rappresenta un’impresa, perché salire sul gradino più alto del podio è complicatissimo e, negli ultimi anni, è diventato sempre più difficile. In tutte le categorie.
Nell’arco di un campionato, ci sono poi una serie di eventi che fanno di quello specifico risultato qualcosa di straordinario. Per esempio: una rimonta, una serie di successi consecutivi, il numero di vittorie ottenute durante l’anno, un trionfo arrivato in condizioni particolari.
Eccone dieci - 4 della MotoGP, 3 della Moto2, 3 della Moto3 - in ordine decrescente, da quella più grande alla più piccola:
Lo so, è già stato scritto 1000 volte, ma è e rimane una grande impresa: da -91 a +17, 108 punti recuperati in 10 GP, quindi con una media di 10,8 a gara. Un qualcosa di memorabile accompagnato da altre gesta incredibili, come i 4 trionfi consecutivi, come mai nessuno era riuscito a ottenere con la Ducati. Insomma, tanta roba.
Non hanno portato al titolo mondiale, ma i tre successi di Fabio Quartararo devono essere catalogati come una grande impresa. Non siete d’accordo? Forse un dato vi può convincere: il miglior risultato di uno degli altri quattro piloti che hanno corso nel 2022 con la Yamaha è stato il settimo posto di Franco Morbidelli in Indonesia (sul bagnato), mentre sull’asciutto è addirittura decimo. Vincere tre GP con quella M1 è stato qualcosa di straordinario.
Sette vittorie per Izan Guevara: nella storia della Moto3, solo Joan Mir ha conquistato il titolo salendo più volte sul gradino più alto del podio (10 nel 2017). Come Guevara, avevano ottenuto sette successi Brad Binder nel 2016 e Jorge Martín nel 2018, mentre negli ultimi anni i campioni del mondo hanno trionfato meno: sei volte Pedro Acosta nel 2021; tre Albert Arenas nel 2020, quattro Lorenzo Dalla Porta nel 2019.
Da 15esimo a quarto in 21 giri: in una MotoGP dove sperare diventa sempre più complicato, Aleix Espargaro ha rimontato ben 11 piloti con l’Aprilia, con una media di un sorpasso ogni due passaggi. Davvero straordinario, come l’ultimo sorpasso, quello doppio su Jack Miller e Brad Binder, alla chicane appena prima della bandiera a scacchi. Tutto molto bello.
Ayumu Sasaki è velocissimo in Austria: parte dalla seconda posizione e ha il passo migliore. Peccato, però, che debba scontare un doppio LLP. Il primo lo effettua al terzo giro e da primo si ritrova 17esimo; il secondo al quinto passaggio e da 15esimo passa 21esimo a 3”510 dalla vetta. Ma al 13esimo giro, Sasaki è già primo e vince la volata finale.
A proposito di LLP: in Moto2, Alonso Lopez trionfa in Australia nonostante la penalizzazione scontata al quarto giro. Nel suo caso, l’impresa è quella di partire in testa, accumulare così tanto vantaggio (2”621) da poter effettuare il LLP senza perdere la prima posizione al momento del rientro in pista. Non è la sola grande impresa del pilota spagnolo, che da “disoccupato” si è trovato improvvisamente nel mondiale alla ottava gara, scelto da Luca Boscoscuro per sostituire Romano Fenati. Lopez vince anche a San Marino, riuscendo a essere costantemente veloce in una categoria per lui quasi sconosciuta: aveva disputato 4 GP nel 2021.
Molti hanno considerato il suo debutto in Moto2 non così eccezionale, probabilmente perché Pedro Acosta veniva indicato addirittura come il favorito al titolo. Il campione del mondo della Moto3 ha invece chiuso il campionato al quinto posto, ma la sua stagione è stata tutt’altro che deludente. Come conferma questo dato: solo cinque piloti sono stati capaci di vincere almeno un GP al debutto in Moto2. Nel dettaglio: R.Fernandez 8 (nel 2021); M.Marquez (7 nel 2011); Vinales (4 nel 2014); Acosta (3 nel 2022); Rins (2 nel 2015). Ecco perché dico che quella di Pedro è stata comunque un’annata positiva.
Con i suoi soldi, Mattia Pasini mette insieme una squadra per partecipare come wild card al GP d’Italia al Mugello in Moto2. Nonostante non corresse un GP da Misano 2021, Mattia conquista il quinto tempo in qualifica, seconda fila sullo schieramento di partenza. Qualcosa di straordinario, al di là del risultato finale in gara (15esimo).
Nonostante una stagione difficile per l’annuncio del ritiro a fine stagione, la Suzuki vince comunque due GP, come aveva fatto nel 2019 e nel 2020, trionfando in due delle ultime tre gare. In pratica, una moto che non viene evoluzionata durante la stagione - o al massimo sviluppata pochissimo - fa molto meglio di rivali in continua progressione tecnica.
Il dominio della Casa Austriaca nella categoria minore è totale, anche per il grande numero di moto in pista (con i vari marchi: KTM, Husqvarna, GAS GAS, CF), ma in due gare è addirittura clamoroso: a Jerez e ad Aragon, la prima moto non KTM è 12esima.
E’ questo l’argomento de #lanotiziainprimafila di oggi. Qual è la vostra opinione?