MotoGP. Le pagelle del GP di Thailandia 2019

MotoGP. Le pagelle del GP di Thailandia 2019
La lode solo a Marquez, dieci però anche a Quartararo. Petrucci e Rossi invece si prendono un bel quattro
7 ottobre 2019

MARC MARQUEZ VOTO 10 E LODE
I numeri sono impressionanti, la differenza che fa con chi guida una moto come la sua è devastante: non sembra avere difetti. Come dice Petrucci, uno così lo puoi battere in una gara se fai tutto al meglio, ma riuscirci in campionato è praticamente impossibile. Vederlo pilotare è una gioia per un appassionato di moto. Esaltante, altro che noioso.

FABIO QUARTARARO 10
In questo caso, il detto “il secondo è il primo dei perdenti” è completamente sbagliato: troppo grande la differenza in rettilineo tra la sua Yamaha e la Honda del rivale. Come a Misano, è stato sempre davanti con Marquez alle spalle senza commettere il minimo errore e nell’ultimo giro ha anche provato il disperato attacco finale, dimostrando di avere coraggio, oltre che grande capacità in frenata. E’ lui il futuro della MotoGP?

MAVERICK VINALES 7
Non entusiasma, anche se non si può dire che abbia deluso. Come già sottolineato a Misano, dovrebbe essere lui, più di Quartararo, lì a lottare con Marquez. Non fa la differenza.
 

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ANDREA DOVIZIOSO 7
Solo in qualifica non è impeccabile - era la terza Ducati sullo schieramento -, ma in gara è sempre lui (o quasi) il miglior pilota al traguardo con la GP19 (leggi le sue dichiarazioni). Metterlo in discussione non ha proprio senso. Primo degli umani (in classifica generale).

ALEX RINS 6
Perde troppo tempo nei primi giri, aveva la velocità per arrivare quanto meno davanti a Dovizioso.

FRANCO MORBIDELLI 6
Certo, il confronto con il compagno di squadra è quasi improponibile, ma non ha fatto una brutta gara, anche se il distacco è un po’ elevato.

VALENTINO ROSSI 4
Ancora una volta, è il peggior pilota Yamaha al traguardo (leggi le sue dichiarazioni), l’unico a soffrire così tanto il degrado della gomma posteriore. Serve una svolta, ma non si sa come fare: per il 2020 verrà cambiato il capotecnico, ma bisogna fare qualcosa per finire il campionato in maniera dignitosa. Irriconoscibile.

DANILO PETRUCCI 4
Un piccolo miglioramento rispetto ai precedenti GP, ma il distacco dal compagno di squadra rimane troppo grande. In difficoltà.

PECCO BAGNAIA 5
Se non altro, riesce ad arrivare al traguardo.

POL ESPARGARO 8
A 13 giorni dall’operazione al radio sinistro è stato capace di portare la KTM in Q2 e di finire al 13esimo posto, ben più veloce di tutti i compagni di squadra. Da applausi.

 

JORGE LORENZO 2
54”723 dal compagno di squadra; 25”3 da Nakagami (voto 6); 21”507 da Crutchlow (voto 4): distacchi inammissibili per un campione come lui. La sensazione è proprio quella che stia facendo di tutto per farsi licenziare. Avvilente.

ANDREA IANNONE 4
Il confronto con il compagno di squadra è avvilente: troppa differenza.

HONDA RC213V VOTO 9
Io sposo la tesi del nostro ingegnere Giulio Bernardelle: la HRC è stata bravissima a costruire una moto per esaltare le qualità del suo miglior pilota.

YAMAHA M1 VOTO 8,5
Manca un po’ di motore, ma per il resto qui è sembrata molto equilibrata.

DUCATI DESMOSEDICIGP VOTO 7
Fateci caso: dove il GP è stato molto più veloce del 2018 è quasi sempre andata in affanno. Il motorone rimane un punto forte, ma non sembra più compensare i punti deboli.

SUZUKI GSX-RR VOTO 7
Abbastanza competitiva anche su una pista un po’ difficile per le sue caratteristiche: Rins avrebbe anche potuto arrivare davanti alla Ducati di Dovizioso.

APRILIA RS-GP VOTO 5
Con Espargaro è stata più competitiva di quanto ci si potesse aspettare su questo tracciato, ma è inammissibile un’altra rottura meccanica.

KTM RC16 VOTO 5
Pol Espargaro fa grandi cose, ma non può fare miracoli.