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E’ nella bolla magica, vince a ripetizione: siamo a quattro consecutive. Questa è stata tosta e quindi ancora più significativa: Bastianini ci ha provato in tutti i modi. Ha resistito mettendo insieme, al meglio, tutte le sue qualità: velocità, frenata pazzesca, traiettorie sempre impeccabili, capacità di resistere alla pressione di chi gli sta dietro, lucidità, controllo totale della sua moto. In questo momento è il più forte. Imbattibile.
Aveva la velocità per vincere, ma nei primi giri non è stato super efficace, mentre nell’ultimo, proprio mentre stava preparando l’attacco decisivo, ha commesso un errore e non ha avuto la possibilità di provarci, anche se non ha mollato fino al traguardo, tanto da fare il primato della pista. Poi, nel dopo gara, ha subito a distanza il “cicchetto” di Claudio Domenicali, ma ha fatto benissimo a provarci. Applausi.
Fino a metà gara sembrava il pilota più veloce, ma non è riuscito a trovare il modo per passare: ce l’avesse fatta, forse il risultato finale sarebbe ben diverso. Poi ha perso anche il secondo posto, ma il terzo podio in quattro gare certifica una competitività assoluta. Bello rivederlo così veloce. In crescita.
Bella gara, veloce e di sostanza. Un altro mattoncino nella costruzione di qualcosa di importante: il primo podio in MotoGP è sempre più vicino. Solido.
Un’altra grande gara, al di là del risultato finale: per me impossibile fare di più con quella moto. Prova a stare attaccato in tutti i modi al campionato, ma ha pochi mezzi per difendersi. Come pilota rimane il punto di riferimento. Numero uno.
Seconda gara consecutiva sotto tono, per la terza volta negli ultimi quattro GP arriva dietro al compagno di squadra. Rimane costante, ma ha perso velocità: il sogno del titolo sembra evaporare. Anche se lui dice di continuare a crederci. Ma bisogna cambiare passo. Poco incisivo.
A metà gara, sembrava avere la possibilità di arrivare almeno nei cinque, poi è calato nel finale: in passato, la Suzuki faceva la differenza negli ultimi giri, adesso non sembra più così. Senza infamia e senza lode.
Sufficienza perché è il primo pilota KTM al traguardo, ma è l’unica nota positiva. Stagione complicata, dopo un avvio da protagonista.
Forse non si è ancora ripreso dalla delusione di non essere stato scelto per la squadra ufficiale: siamo lontanissimi dal suo potenziale. Serve una sveglia.
Un voto in più, perché è la prima Honda al traguardo.
Forse non ha più voglia di prendere rischi.
Un piccolo passo in avanti rispetto al solito nella sua ultima gara. Il voto, sia chiaro, è per il GP, non certo per la carriera. #GrazieDovi.
Che peccato per quella caduta alla curva 10 mentre era quinto: normali errori di inesperienza quando sei al debutto in MotoGP. Che velocità, però.
Sembrava aver trovato grande costanza, invece è caduta al secondo giro (alla curva 4) mentre era primo. Poteva, doveva essere un’altra Ducati davanti a Quartararo.
Una involuzione pericolosa, deve ritrovare le sensazioni di prima della pausa estiva.
E’ stato involontariamente coinvolto nella caduta di Di Giannantonio davanti a lui e la sua gara è finita lì. Ma per i passi in avanti mostrati nel fine settimana merita una sufficienza di incoraggiamento.
Come già detto in altre occasioni, siamo vicini alla perfezione assoluta. Non so se il nostro ingegnere Bernardelle può trovare dei difetti, io non li vedo.
Siamo in linea con la Ducati: forse, ma non è certo, leggermente inferiore, ma comunque molto competitiva. E c’è ancora margine.
Cambiano le piste, ma non cambiano i risultati e, di conseguenza, le considerazioni: la differenza di potenza è troppo marcata.
Personalmente mi aspettavo qualcosa in più. E non ha più il vantaggio di usare meglio le gomme nel finale.
L’obiettivo è quello di stare nei cinque secondi dal primo: fallito.
I limiti tecnici sono acuiti dalla naturale demotivazione dei piloti.