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Paola Anton, su Marca, intervista Jorge Lorenzo a tutto campo, dalla Porsche Supercup che il maiorchino disputa regolarmente fino a Marc Marquez e Pedro Acosta. Per iniziare, nonostante la sua storica ambizione Jorge con le auto non vince. Lui allarga le braccia.
“Non ho altra scelta che essere realista e capire che ci sono piloti con la stessa esperienza che ho avuto io con la moto, quindi parto con un handicap molto significativo: non ho quel controllo, quegli automatismi che loro hanno già interiorizzato. Anche così, però, sono davanti a tanti piloti che hanno guidato l'auto per tutta la vita”.
Jorge ammette che gli piacerebbe correre la 24 Ore di Le Mans ma è complicato, per arrivarci bisogna superare gare o campionati importanti. Sa che Valentino ci sarà l’anno venturo, a Le Mans, e magari i due si potrebbero anche incontrare, ma Lorenzo precisa che ci sono diverse categorie e sarebbe molto difficile competere esattamente nelle stesse condizioni. Quando si arriva al tema Marc Marquez, Lorenzo ammette: non si aspettava quella decisione di passare dalla Honda sulla Ducati.
"Sono rimasto sorpreso, perché normalmente i piloti rispettano la fine del contratto. Questa situazione mi rattrista per la Honda, che è forse il marchio con il budget più grande e con la storia più prestigiosa nel campionato. Honda e Marquez sono stati una coppia super forte e potente, con molta storia. La separazione è triste, ma per il bene di Marc penso che avere una moto più competitiva in questo momento sarà positivo”.
Potrà persino vincere il titolo mondiale 2024, Marquez?
“In un campionato con più di venti gare può succedere di tutto, il fattore fortuna o sfortuna ha molta influenza. Ma se teniamo conto di ciò che ha fatto suo fratello, che ha già ottenuto pole e vittorie almeno nella gara sprint... Alex in linea di principio è un pilota con meno risultati, con meno talento e magia rispetto a Marc. Questo mi fa pensare che Marc potrà fare meglio di suo fratello, vincere delle gare, ovviamente, o anche vincere il titolo”.
Pedro Acosta? Per Jorge potrà avere un momento difficile ma il talento e il lavoro prima o poi lo metteranno al posto che gli compete. Non sa quanto tempo gli ci vorrà per vincere la sua prima gara in MotoGP, ma è molto probabile che la vinca l'anno prossimo, lui ci scommetterebbe.
“Pedro ha molto carisma, è molto autentico, molto naturale e molto divertente. Mi fa ridere molto e penso che diventerà un fenomeno”.
Con Lorenzo, Rossi e Pedrosa -è la domanda- c'è stata un'epoca d'oro nel motociclismo. Cosa manca adesso? Jorge dice che molte cose sono
cambiate, che le gare non sono più trasmesse in chiaro. In Spagna quattro o cinque milioni di persone seguivano le moto, adesso ci sono quelli che non vogliono pagare il canone. Il numero degli spettatori si è ridotto e i nuovi piloti hanno perso la popolarità che avevano loro. Ma vedere Pedrosa e Bautista fare le loro wildcard non risveglia in lui la voglia di tornare in moto?
“Quando mi sono ritirato ho avuto contatti con Yamaha ma poi hanno deciso di non continuare. Secondo me a torto, ma comunque era una loro decisione e dovevo rispettarla. Allora ho deciso di prendere un'altra strada, le corse in auto le faccio più per passione che per professionalità, perché alla fine è un hobby. E poi l'opinionista televisivo: lo faccio con grande entusiasmo, mi piace e alla fine non è molto difficile, perché parlo di quello che conosco di più e di quello che più mi piace ”.
A Jorge, si sa, piace molto il tema del denaro e degli investimenti. Ha mai pensato di investire in un team della MotoGP o addirittura di averne uno personale, come Valentino Rossi?
“Mai dire mai, però in questo momento della vita apprezzo molto avere tutto il tempo libero possibile. A me piacciono gli investimenti, perché facendoli bene e facendo bene si possono ottenere asset che generano reddito senza doverci dedicare tempo, senza dover lavorare. Avendo una squadra, se tutto va bene avresti degli introiti, ma devi dedicarci tanto tempo e in questo momento non ne ho voglia”.