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Luca Cadalora a 360 gradi sul mondiale MotoGP che il 19 luglio finalmente parte. Una telefonata, tanti spunti dal tre volte campione del mondo. Cominciamo da Valentino?
“Valentino ha già deciso, non si ferma - assicura Luca che lo conosce bene per avere lavorato con lui tre anni in qualità di coach- e mi aspetto che a Jerez annuncerà il suo 2021 in Petronas. Certamente vorrà i suoi meccanici, il team malese è giovane e ogni pilota giustamente non vuole ripartire da zero con uomini nuovi. Io ritengo che Yamaha si sia comportata bene: Lin Jarvis si è confermato un manager intelligente e corretto e ha garantito a Rossi materiale e moto ufficiale, com’è giusto. Vale era stato chiaro, prima di decidere voleva fare qualche GP, ma Yamaha non poteva aspettare altrimenti correva il rischio di perdere due giovani molto talentosi come Vinales e Quartararo…”
Insomma, c’è chi ritiene che Yamaha abbia fatto un torto al suo pilota storico, dirottandolo in una squadra satellite, ma Luca non lo pensa affatto. Proprio come per Marquez: non crede che Alberto Puig abbia fatto uno sgarbo a Marc ingaggiando dal 2021 Pol Espargaro al posto di Alex.
“Non me l’aspettavo, secondo me qualcosa di strano è successo. Posso anche immaginare che Marc abbia subìto la decisione, ma non penso che sia stato tradito. E poi sul piano della logica l’ingaggio di Pol è perfetto perché il pilota è ottimo, Alex farà esperienza in LCR ed è molto meglio per lui. E anche Marc alla fine sarà agevolato: avere un fratello nello stesso team, lo dico da pilota, penso che possa diventare pesante”.
E a proposito di Honda: la moto sembra difficile da giudicare, per qualcuno è la migliore MotoGP, per altri no. Tu come la vedi?
“E’ una moto difficile che solo lui guida, l’ha fatta come piace a lui. E bisogna dire che soltanto lui guida in quel modo, fin dai tempi della Moto2 faceva cose strane. Per gli altri piloti Honda è una sofferenza. Finché Marc resterà alla Honda e continuerà a vincere, allora tutto bene, ma è come accadeva con Stoner alla Ducati: la moto è molto difficile, forse troppo. Per lui è anche un vantaggio, naturalmente, perché resta l’assoluto riferimento per la casa come lo era Wayne Rainey quando arrivai in Yamaha: la moto era inguidabile, io soffrivo, ma lui vinceva”.
Lorenzo? Non posso esimermi dal chiedere a Luca come giudica le esternazioni del maiorchino, suo ex-compagno di squadra in Yamaha.
“Oggi Lorenzo è una mina vagante - se la ride Cadalora- ma bisogna capire che quando si smette è un momento difficile, per un pilota, e per uno come lui è ancora più difficile. Ma Ducati potrebbe pensarci, perché no: Jorge era arrivato ad essere competitivo e velocissimo, anche se un po’ troppo tardi, e poi è tecnicamente valido, ha usato anche l’ultima Yamaha, può essere molto utile. Ma se lo devono fare lo facciano subito, non aspettino l’anno venturo: lui è ancora giovane, farebbe presto a rimettersi in forma anche se ha fatto il caxxaro per otto mesi…”
E il Dovi?
“Dovizioso è un bel pilota, non si discute. Certo la convivenza con Lorenzo non è stata facile, i due si odiano da sempre, ma per lui è stata anche stimolante. Direi che Andrea ha un limite, che è quello di aver bisogno che la moto sia a livello 100 e il pilota a 100. Tre anni fa lui era a 95 e la Ducati era davvero al 100. Ha vinto sei GP e quella è stata forse la sua migliore occasione”.
E Danilo Petrucci dalla rossa alla KTM, che ne dici?
“Fa piacere per lui - dice Cadalora - ha trovato una bella soluzione e potrà ricominciare con meno pressioni e nuovi stimoli. La KTM ha fatto dei grandi passi avanti, alla fine della scorsa stagione non era affatto male. Gli austriaci hanno un approccio particolare, diverso da tutti gli altri, ma c’è da credere che arriveranno in alto”.
E Andrea Iannone? Troppo lenta la giustizia sportiva, e per Luca questa incertezza non si può accettare.
“Peccato, perché Iannone è un grande talento. Io spero proprio di rivederlo presto sull’Aprilia. Andrea è un tipo particolare, però un innovatore, uno diverso, moderno. Nelle relazioni è adeguato ai tempi, anche se non tutti quelli della mia generazione riescono a capirlo. Ma va forte. Speriamo”.
E infine il calendario. Si riparte il 19, con una estate fittissima di impegni, spesso consecutivi e sulla stessa pista, proprio come succederà a Jerez. Luca intravvede un elemento di interesse in più.
“Ho una gran voglia di rivedere le corse! E la ripetizione della gara sullo stesso circuito a distanza di sette giorni ha degli aspetti affascinanti. Non vedremo gare fotocopia, le piste cambiano da un giorno all’altro. E poi soprattutto si vedrà chi sa lavorare bene con la squadra - analizza Cadalora - perché qualcuno potrà fare un bel salto, da una domenica all’altra! Tutto sarà molto interessante”.