MotoGP. Maio Meregalli (Yamaha): “Sono ottimista per il futuro”

MotoGP. Maio Meregalli (Yamaha): “Sono ottimista per il futuro”
Il team manager della Yamaha fa il bilancio della stagione: “Pensavamo di essere un po’ più avanti, ma nell’ultimo anno e mezzo, per diversi motivi, avevamo perso la strada. Le prestazioni della moto condizionano quelle dei piloti. Quartararo impressionante: bisogna tenerselo stretto”
23 agosto 2019

SILVERSTONE - 179 punti nel campionato costruttori: dopo 11 GP, la Yamaha aveva conquistato meno punti (124) solo nel 2003 (l’anno prima dell’arrivo di Valentino Rossi). Detta così, sembrerebbe una stagione disastrosa per la Casa di Iwata, ma non è del tutto vero: Honda e Ducati mantengono un buon vantaggio, ma dopo due stagioni molto complicate si sta provando a invertire la tendenza negativa e la M1 è più efficace e veloce che nel 2018. Ne abbiamo parlato con il team manager Maio Meregalli. 

“A inizio stagione pensavamo di essere un po’ più avanti, ma il lavoro da fare è tanto: nell’ultimo anno e mezzo abbiamo un po’ perso la direzione. Non so esattamente il motivo: forse per il nuovo software, o forse per il passaggio dalle gomme Bridgestone alle Michelin, forse per altri ancora. Fatto sta che diversi fattori ci hanno fatto perdere la direzione dello sviluppo della moto. Così, per trovare una buona base siamo stati costretti a fare un paio di passi indietro: grazie a questa scelta abbiamo fatto dei miglioramenti, soprattutto nel consumo delle gomme. Abbiamo sistemato l’erogazione del motore, ma manca potenza: abbiamo fatto questo passo indietro per avere più dolcezza. Inoltre, sembra che abbiamo risolto i problemi sull’acqua, siamo tornati competitivi come lo eravamo nel 2018, quando però non riuscivamo a far lavorare la gomma posteriore e soffrivamo un sacco. Invece quest’anno, nelle poche occasioni con il bagnato, siamo tornati competitivi, specie se in pista c’è tanta acqua”.

A Misano vedremo l’evoluzione del prototipo del motore provato nei test a Brno?
“Sì. Dato che c’erano in calendario i due giorni di test a Misano, la Yamaha ha deciso di suddividere il lavoro per evitare qualsiasi errore per il 2020. Il propulsore portato a Brno rappresentava solo un primo passo, ma qualcosa di buono si è visto. Sono ottimista per Misano: ci sarà qualcosa di più performante e anche altri particolari che, se efficaci, verranno utilizzati già in questa stagione”.

Detto della moto, parliamo dei piloti.
“Diciamo che Rossi è partito bene e Vinales male: poi i loro andamenti si sono incrociati… Ma le prestazioni della nostra moto incidono su quelle dei piloti ed è determinante partire almeno nelle prime due file, altrimenti la gara diventa complicata. Tra la Yamaha e le altre moto c’è troppa differenza nella velocità massima; inoltre, con la M1 devi fare delle linee differenti e in mezzo agli altri piloti perdiamo i nostri punti forti, non riusciamo a sfruttare al meglio le nostre qualità, in particolare la percorrenza di curva”.

Luca Cadalora ha detto (leggi l'articolo) che a volte Vinales va forte senza sapere perché: sei d’accordo?
“Maverick è molto veloce: forse soffre di più i difetti della M1, se parte indietro fa più fatica a recuperare, per come guida lui patisce i nostri limiti”

E Rossi?
“Come ho detto, con la nostra moto bisogna riuscire a qualificarsi bene per essere poi competitivi in gara. Ecco, l’unico appunto che si può fare a Valentino è questo: in un paio di occasioni non è stato perfetto nelle FP3, dovendo poi passare dalla Q1. Ma sulle prestazioni generali di Rossi non si può dire niente”.

Quartararo sta facendo benissimo: te lo aspettavi?
“Fa piacere che Fabio faccia parte della Yamaha: credo che quello che ha fatto fino adesso nessuno se lo poteva immaginare. E’ impressionante: ha sempre la situazione sotto controllo, da novembre a oggi ha fatto un solo errore (in Germania, NDA), è sempre veloce, addirittura super veloce in qualifica”.

Uno così la Yamaha se lo deve tenere stretto.
“Sì, ricordiamo che ha solo 20 anni. E’ uno dei piloti del futuro: Yamaha deve fare di tutto per tenerlo”.
 

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Finiamo con Morbidelli.
“Credo che la sua “sfortuna” sia il compagno di squadra. Ma è lì vicino, ha solo bisogno di un po’ più di tempo”.

Quest’anno il team satellite sembra molto più vicino a quello ufficiale.
“E’ così, anche perché per la prima volta le M1 sono molto simili. In passato le moto erano differenti: adesso è molto meglio, perché così si accelera lo sviluppo. Ci si stimola a vicenda e si possono comparare i dati con grande efficacia: c’è una bella sinergia”.

Parliamo degli avversari: Marquez è di un altro livello?
“Sicuramente è un pilota molto forte e quello che ha fatto in qualifica a Brno (conquistò il miglior tempo con le slick con due curve completamente bagnate, NDA) è stato impressionante. Rispetto al passato non cade più: significa che ha del margine, non gli serve più rischiare. Sicuramente la Honda è migliorata sia nell’erogazione sia nella potenza massima, ma solo lui riesce a guidarla a certi livelli. Fa pensare”.

Conosci bene Lorenzo, qual è il tuo giudizio su di lui?
“Pensavo che il passaggio Ducati/Honda fosse meno traumatico di quello Yamaha/Ducati. Ero sicuro che ce l’avrebbe fatta, che sarebbe stato subito più veloce, ma le cadute e gli infortuni sono stati determinanti. Ma credo che lui abbia ancora qualcosa da dire: non cede mai, ha una determinazione incredibile. Sono convinto che tornerà ai suoi livelli”.

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