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E’ un Marc Marquez sereno quello che parla dopo la presentazione della HRC: la sensazione è che Marc abbia capito a Sepang, al di là della grande fatica con la quale ha finito i due giorni di test, di essere sulla strada giusta.
“Due settimane fa il mio obiettivo non era certo il titolo, perché ero ancora infortunato. Non mi stavo ancora allenando. Il test in Malesia è stata una verifica importante: alla fine ero molto stanco, specie il secondo giorno. Devo fare più giri sulla moto ma la situazione sembra essere sotto controllo, mi sono tolto un po’ di dubbi. Se sei in questa squadra, l’obiettivo può essere uno solo: lottare per il titolo. HRC mi ha aspettato per tutto questo tempo, ha avuto molto rispetto per me, nel 2020 non ho corso. Chiesi loro: ditemi quello che volete dal punto di vista contrattuale, ma loro mi hanno rispettato tantissimo. Mi sento parte di una famiglia: per questo ho rinnovato così a lungo con loro (fino al 2024, NDA). Tutti insieme abbiamo un obiettivo: provare a conquistare il titolo. Io ho dato tanto alla Honda, ma anche loro hanno dato tanto a me”.
Come sei messo con la spalla, quanto ti limita, quanto ti obbliga a cambiare modo di guidare?
“Abbiamo visto nel 2021 e durante l’inverno che ho una limitazione. Ci siamo organizzati in un modo differente per il recupero dopo una gara e per la preparazione di un GP. So che se il dolore sarà sotto controllo durante la stagione, non sarà un problema per me. Per questo devo sacrificarmi e fare alcune cose che non faccio in modo normale nella guida. Ma lo devo fare per essere a posto per tutta la stagione”.
Sarà la stagione più lunga di sempre in MotoGP: un problema in più per la tua situazione?
“Non approccio la stagione pensando di avere dei limiti, voglio essere pronto, lavorerò duro in questo mese per non avere limitazioni. L’approccio è quello di fare tutto per lottare per il titolo”.
I controlli covid possono essere un atro motivo di stress?
“Ho avuto il covid quest’inverno… Dobbiamo rispettare un protocollo, non è facile, ma la vita sta tornando normale e così sarà anche per il motomondiale. Bisogna stare attenti, anche in Malesia ci sono stati dei meccanici che hanno avuto il Covid, ma stiamo tornando alla normalità”.
In questi due anni, tuo malgrado, sei dovuto stare fuori a lungo dal campionato: stando fuori, ti sei reso conto meglio di quello che hai fatto in MotoGP, dei primati che hai conquistato?
“Quali primati?”
Oh, tanti: per esempio, vincere 10 gare di fila; o 12-13 GP in un anno; o trionfare mentre il tuo compagno di squadra non arriva nei dieci. E così via…
“Sicuramente durante il 2020, ma anche nel 2021, durante una stagione difficile, cominci a capire meglio quello che hai fatto: adesso capisci quanto è difficile essere consistente in ogni GP, in ogni condizione, in ogni momento. Questo ho iniziato a capirlo, ad analizzare come ci sono riuscito: adesso devo migliorare tanto se voglio ripetere certi risultati. Sento di poter lottare per il titolo, ma non ho più certi vantaggi che avevo prima. Adesso siamo tutti più vicini, non c’è nessun pilota che riesce a fare veramente la differenza: sarà interessante, è un’altra sfida nella mia vita. Prima di tutto, devo tornare ad avere le sensazioni di prima: se le avrò, potremo lottare per il titolo”.
Ma pensi di poter tornare al livello che avevi a Jerez 2020, prima dell’infortunio?
“Bisogna essere realisti: al momento non mi vedo al livello del 2020 quando avevo rimontato da ultimo a secondo. Ma ho un obiettivo e stiamo lavorando per quello, ma non siamo in quel momento. E anche con la moto non ho ancora la confidenza di allora, stiamo lavorando: so di poter essere veloce, come ho fatto in Malesia, ma per acquisire fiducia devi lavorare sulla moto e girare il più possibile. Cercheremo di rendere la vita più difficile ai rivali”.
Come devi adattare il tuo stile alla nuova moto?
“Da quando sono in Honda, credo non ci sia mai stato un cambiamento generale così grande sulla moto. Sono stato un anno fuori e nel 2021 ho faticato, anche l’anno scorso ho dovuto adattarmi. Ci sono state modifiche importanti sotto tutti gli aspetti: vediamo se sarà possibile vincere, quello è l’obiettivo. So di avere molto lavoro da fare fisicamente, devo continuare a lavorare. Devo adattarmi alla moto: in Malesia non abbiamo toccato niente, ma già per l’Indonesia abbiamo due o tre idee per renderla più adatta a me. Ci vuole un po’ di tempo, ma stiamo lavorando”.
Chi è il pilota che ha indirizzato lo sviluppo di questa moto totalmente nuova?
“Io credo ci sia basati di più sul commento di tutti i piloti: in Honda, come in tutte le Case, non si fanno cambiamenti finché ottieni risultati. La RC213V aveva dei difetti, ma vinceva i titoli. Nel 2021 non era una moto facile, ma io, pur non essendo al 100% ho vinto tre gare e sono stato davanti in tanti GP… Ma se non ottieni grandi risultati, bisogna intervenire: tutti i piloti Honda hanno dato le stesse opinioni. E’ stato un cambiamento positivo: in Malesia ho potuto provare la RCV del 2021 e quella di quest’anno e la 2022 ha già più potenziale. Adesso ogni pilota adatta la moto al suo stile, come è normale che sia. Il potenziale c’è, si è visto a Sepang: siamo stati veloci quando ci abbiamo provato. Adesso bisogna vedere le gare”.
Quando Nadal ha vinto gli Australian Open, hai detto che deve essere un esempio per te (il tennista spagnolo è tornato a trionfare dopo un infortunio, NdA): credi che dopo due anni difficili, sia arrivato il momento per conquistare il nono titolo?
“Ogni sportivo che passa un momento negativo sogna quello che ha fatto Nadal, ma quello che ha fatto lui è molto difficile, nella storia ci saranno riusciti al massimo cinque atleti. Mi ha motivato moltissimo vedere la sua partita e come l’ha vinta. Ma bisogna essere realisti in merito ai momenti che stai vivendo, da dove vieni: oggi, 8 febbraio, se la gara fosse domani non sarei pronto per vincere. Ma l’anno è lungo, ci sono tanti elementi da tenere in considerazione: bisogna affrontare la situazione con calma, ma fra meno di un mese c’è la prima gara in Qatar. E lì bisognerà provare a lottare per le prime posizioni.
Chi vorresti l’anno prossimo come compagno di squadra?
“Pol è veloce, ma non è una mia decisione: non ho mai posto veti sull’arrivo di nessun pilota. E’ arrivato Lorenzo, in passato c’era Pedrosa, adesso c’è Pol. Non è una mia decisione, io ho sempre rispettato la loro scelta. A me non importa chi è il mio compagno di squadra, continuo a lavorare nello stesso modo”.