MotoGP. Marco Melandri: “Al Mugello, lo stomaco si spiaccica sul serbatoio”

MotoGP. Marco Melandri: “Al Mugello, lo stomaco si spiaccica sul serbatoio”
Il campione del mondo classe 250, ha spiegato curva per curva il circuito toscano, in un racconto tanto particolareggiato, quanto emozionante. Poi, si è parlato della MotoGP di oggi, di Marquez, di Bagnaia e di tanto altro. Con un riferimento a Stoner: “Quella Ducati era inguidabile”
7 giugno 2023

Ospite della diretta YouTube “#segretidellapista”, Marco Melandri ha raccontato, spiegato, sviscerato, analizzato la pista del Mugello curva per curva. Melandri è stato coinvolgente, preciso, tecnico, appassionante: un piacere ascoltarlo. Ecco cosa ha detto.

“Partiamo dal rettilineo dei box: in realtà non è un vero e proprio tratto dritto: sale, scende, poi piega un po’ a sinistra. Con la MotoGP, la sesta marcia si mette più o meno sulla linea del traguardo; si sta tutti a destra, devi cercare di andare a pizzicare quella zona di asfalto all’uscita della corsia dei box. Più rimani a destra e più riesci a frenare dritto alla prima curva: è un punto difficilissimo. Quando inizi a sentire il cuore in gola, devi aver già focalizzato il punto di frenata. In realtà fa più paura da fuori che da dentro: quando guidi, ti gasa.

La staccata è dura: freni con la moto leggermente piegata a sinistra e con i freni in 'mano', la moto diventa tre volte più pesante. La 'San Donato' è molto particolare, non è classica: l’ingresso è molto lungo, si guadagna in inserimento, non in uscita. La pista sale molto, devi stare più esterno possibile per affrontare la prima variante: si frena poco, devi fare tanta percorrenza, devi essere focalizzato sull’uscita della 'Poggio Secco', curva bella, ma 'bastardissima', perché cambia raggio e appena lasci il cordolo in uscita la pista ha un salto naturale. Devi arrivare con i giri giusti, avere il freno posteriore tirato nel modo corretto e anche un angolo di inclinazione pressoché perfetto.

Seconda e terza marcia per arrivare alla 'Materassi-Borgo San Lorenzo', una delle varianti più belle della pista: imposti la Materassi, punti il gas e nella piega a destra successiva devi parzializzare. E’ importante avere la linea giusta per dare gas presto: in uscita metti la seconda, la terza e la pista va in discesa e si arriva alla 'Casanova-Savelli': alla Casanova l’istinto è di entrare fortissimo, ma devi riuscire a stare dentro la metà dell’asfalto per il cambio di direzione, perché la Savelli è molto, molto veloce e, soprattutto, in uscita devi avere la linea giusta per l''Arrabbiata1'.

Se esci molto largo dalla Savelli hai tanta velocità, ma poi devi piegare troppo nell’inserimento dell’Arrabbiata1. Bisogna parzializzare e portare gradualmente il peso sull’anteriore: a volte su usa il freno non tanto per rallentare, ma per abbassare la moto. L’Arrabbiata1 è una curva bellissima: senti proprio lo stomaco che si spiaccica sul serbatoio. La chiusura del gas per l''Arrabbiata2' dipende dallo stile di guida: c’è chi la fa più aggressiva, chi l’anticipa un po’. L’uscita è molto importante: si tira tutta la terza marcia per arrivare alla 'Scarperia-Palagio', la più insidiosa del circuito.

Quando inizi a frenare non vedi la curva, la pista scende, il posteriore si alleggerisce tanto e in quel punto ci sono tante buche dovute alle auto. 'Correntaio': devi fare un buon ingresso: tendi ad allargare molto l’inserimento e poi andare alla corda a metà, ma è preferibile andare dentro subito perché si tengono i freni in 'mano' fino all’ultimo: questo ti permette di far girare tanto la moto. Lì si cade spesso quando lasci il freno: per questo si cerca di fare poca strada e tenere il più possibile la corda. L’uscita è molto importante, non tanto per fare velocità, ma per avere una buona linea per la 'Biondetti1-2', variante molto diversa da tutte le altre, non solo del Mugello: anche in inserimento entri in accelerazione. Devi privilegiare la percorrenza, tiri tutta la quarta fino alla 'Bucine', dove si può vincere la gara: con la MotoGP di adesso, cerchi di farla davanti in caso di arrivo in volata. Ma è più facile superare al Correntaio piuttosto che alla Bucine. E’ importante uscire a fionda, perché poi il rettilineo è lungo. Tanti anni fa si diceva che il tempo si faceva tra la Casanova e l’Arrabbiata1, adesso lo si fa dappertutto. E il Mugello ti fa godere in ogni punto: se non ci giri, non puoi capire quanto è bello”.

Nella diretta #segretidellapista, Melandri ha parlato anche dell’attuale MotoGP (“Stanno snaturando un po’ la moto, bisognerebbe tornare indietro prima che sia troppo tardi, i muri sono sempre più vicini”); del livello dei piloti (“Il livello non è basso, i piloti di adesso vanno fortissimo con le moto di adesso: ogni epoca ha la sua storia”); di Marquez (“Quando c’è lui, rende la gara interessante, è imprevedibile, può superare in ogni momento: con la Ducati potrebbe fare la differenza”); della Sprint (“A me non dispiace”); di Stoner (“Quando ho provato quella Ducati la prima volta, ho detto a Preziosi: “Date a Casey tutti i soldi che vi chiede, costerà sempre meno che fare una moto per fare andare forte anche gli altri piloti… La moto era inguidabile”); di Bagnaia (“Si può dire quello che si vuole, ma è fortissimo, quello più completo”); dei team satellite (“Non vinceranno mai il mondiale”); di KTM (“Per vincere il titolo, devono prendere Marquez”); di Aprilia (“Manca l’ultimo gradino da fare, il più difficile. E hanno piloti forti, ma non da mondiale); di Razgatlioglu in BMW (“Credo che Toprak avrà carta bianca, ma per il momento BMW non è pronta per vincere: la moto deve crescere”).

La diretta è iniziata con un bellissimo ricordo di Marco di Giovanni Di Pillo: sarà il primo Mugello senza di lui.

Un abbraccio a Giovanni, dovunque sia in questo momento, probabilmente da qualche parte tra la Casanova-Savelli e l’Arrabbiata.

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