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Marc Marquez, quindi, è stato operato ieri sera a Madrid. “Normale” intervento per rimuovere la placca ed “effettuare un innesto osseo da cresta iliaca con un lembo libero corticoperiostale”, oppure operazione effettuata per rimediare a eventuali errori commessi in precedenza? Questo, ovviamente, lo possono sapere solo loro, anche se è la seconda possibilità quella più probabile: in questi mesi, come è normale che fosse, Marquez e i suoi medici hanno fatto diversi consulti con più specialisti, consulti che avevano evidenziato come ci fosse un ritardo nella formazione del callo osseo, peraltro già previsto a fine luglio (sei mesi fa!), dal Dottor Claudio Costa, che, per quanto mi riguarda, rimane sempre il numero uno assoluto per i traumi dei piloti. Ma questa è un’opinione personale e un’altra storia. In questi mesi, sono state prese in considerazione varie possibilità, fino alla decisione di ieri (tardiva, si è perso un sacco di tempo per il 2021…) di intervenite chirurgicamente all’ospedale Ruber di Madrid, con una operazione durata otto ore.
Operazione che, incredibilmente, è stata “scoperta” dai media, non annunciata prima dalla Honda, che come ha sempre fatto in tutti questi mesi - anzi, per meglio dire, come ha sempre fatto in tutta la sua storia - ha brillato solo per la totale mancanza di informazioni, arrivando solo dopo, a cose già fatte, a confermare quanto anticipato prima dalla stampa. Una mancanza di chiarezza che in questi mesi ha dato il via libera a illazioni di ogni tipo, confermate o smentite dai fatti, ma comunque sempre basate su indiscrezioni, mai su certezze che la HRC avrebbe dovuto fornire e che, invece, non ha dato. Inconcepibile nell’era dei “social”, quando basta che chiunque scriva un “post” perché faccia il giro del mondo come verità assoluta. La Honda in tutti questi mesi non ha mai dato un’informazione sicura, gestendo nel modo peggiore la vicenda del più forte pilota dell’ultimo decennio. E il rischio è che succeda lo stesso nei prossimi mesi.
Adesso, è chiaro, è troppo presto per fornire informazioni: è giusto aspettare, capire come va il decorso. Ma è altrettanto evidente che nelle prossime settimane la Hrc dovrà fornire notizie precise, far sapere qual è il futuro di un pilota che per il terzo inverno consecutivo sarà costretto a pensare alla riabilitazione dopo un’operazione, passando i giorni a fare fisioterapia e ogni tipo di sforzo per provare a tornare a essere il più bravo di tutti. Per l’uomo Marc uno sforzo psicologico pazzesco: dal 2018, l’otto volte campione del mondo ha passato i mesi invernali non a riposarsi, a divertirsi e ad allenarsi come fanno tutti i suoi rivali, ma con il suo fisioterapista per recuperare la migliore condizione fisica. Devastante per chiunque, in particolare per un ragazzo di 27 anni abituato ad andare in moto tutti i giorni. Appena la situazione sarà più chiara, la Honda ha l’obbligo - questa è la mia opinione - di dare informazioni, seguire quasi passo dopo passo il percorso di riabilitazione.
Riabilitazione che, secondo il Dottor Costa (su Moto.it trovate l’intervista di Nico Cereghini), varierà tra quattro e sei mesi. Se tutto va bene. Questo significa che anche il 2021 di Marquez è fortemente a rischio. E’ chiaro, quindi, che la HRC dovrà essere pronta ad avere un piano B, non può permettersi di correre un altro anno con il collaudatore Stefan Bradl, anche se Alberto Puig, a Portimao, aveva dichiarato: “Bradl sarà il nostro collaudatore anche nel 2021 e sostituirà, eventualmente, i piloti Honda in caso di infortunio”. Ma se il 2020 è stato un’emergenza, Puig e l’HRC hanno l’obbligo di pensare a un eventuale sostituito per la prossima stagione. Ed è normale pensare ad Andrea Dovizioso, senza contratto per il 2021: una soluzione ottimale. A oggi - venerdì 4 dicembre -, però, non ci sono stati contatti con il manager Simone Battistella, di nessun tipo: dopo che non è andata in porto la trattativa con Dovizioso per il ruolo di collaudatore - trattativa che ormai risale a più di un mese fa - nessuno della Honda ha più contattato Battistella. Un’altra alternativa potrebbe essere Alvaro Bautista, oltretutto già sotto contratto HRC per la SBK. Bautista, però, non è stato nemmeno preso in considerazione per le ultime gare del 2020, quando il mondiale SBK era già finito: al momento, sembra che l’HRC voglia che Alvaro si concentri sul mondiale per le derivate di serie, senza distrazioni. Altre valide alternative non ci sono. Ma HRC non può rischiare. L’ha già fatto nel 2020 e gli è andata male.