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Marc Marquez rinnova il contratto con la Honda. Non è certo una sorpresa: a Sepang, durante i primi test invernali, molti assicuravano che il campione avesse già firmato con la Casa giapponese. Piuttosto, è sorprendente la durata del contratto: 4 anni, nella MotoGP di oggi, sono un’eternità. E’ chiara l’intenzione di Marc: arrivare velocemente, il prima possibile, a quota 10 mondiali. Poi, dal 2025 si potrà pensare, eventualmente, a cambiare moto, a nuove sfide, ai 15 titoli di Giacomo Agostini.
Ma prima c’è da battere Valentino: Márquez non vuole correre rischi, vuole superare alla svelta Rossi, fermo a nove mondiali. Del resto, lo ha sempre detto che la sua priorità era quella di rimanere in Honda, Casa tecnologicamente ai vertici, ma anche l’unica in grado, in questo momento, di assicurargli un ingaggio valutabile attorno ai 15 milioni di euro a stagione (più i premi). Inoltre, un contratto così lungo, come non si era mai visto nella MotoGP, conferma lo strapotere di Márquez (e del suo manager Alzamora…), all’interno della HRC, che riconosce, di fatto, forse per la prima volta nella sua storia, come a fare la differenza sia più il pilota della moto. In altre parole, Marc sa di avere in mano la Honda, di poter imporre qualsiasi scelta, come quella del fratello al suo fianco.
Per il “mercato piloti” cambia poco: nessuno dubitava del rinnovo tra Marquez e la Honda. La prossima mossa sarà la conferma di Alex Rins e Joan Mir in Suzuki - lo ha detto e ripetuto più volte il team manager Davide Brivio - mentre tutti gli altri, presumibilmente, aspetteranno 5-6 gare prima di prendere delle decisioni. Lo farà sicuramente la Ducati, che a questo punto non ha nessuna fretta, così come non ce l’hanno KTM e Aprilia; Yamaha aspetterà Valentino Rossi, come ha detto più volte.
Gli altri piloti dovranno mettersi in mostra per avere una moto competitiva nel 2021: di selle buone da conquistare ce n’è ancora, compresa quella a fianco di Marc, nel caso il fratello Alex non si mostrasse all’altezza della situazione. Honda e Yamaha hanno affrettato i tempi, Suzuki è già a posto, ma per tutti gli altri posti si potrebbe tornare alla normalità, a un “mercato piloti” deciso in base ai risultati della stagione in corso, non di quella precedente. Speriamo sia veramente così.