MotoGP. Martinez: "Rossi correva con me ed è ancora in pista..."

MotoGP. Martinez: "Rossi correva con me ed è ancora in pista..."
E si batte con Marquez a 41 anni, anche se è ricco e potrebbe godersela: un fenomeno unico. Il campionato? Sarà più equilibrato, la Yamaha sembra messa bene, alla fine vincerà chi meno sbaglia
29 giugno 2020

Jorge Martinez è un gran bel personaggio. Oggi team manager, quattro volte campione del mondo da pilota, ha fatto una lunga carriera nelle piccole cilindrate, ha vinto quattro titoli mondiali e 37 gare. Ed è l'autore dell'ultima doppietta iridata della storia, perché nel 1988, dunque tre anni dopo Freddie Spencer con la 250/500, ha abbinato la conquista di due titoli, per la classe 80 e per la 125. Con le Derbi. Ha corso dal 1982 fino al '97 e il suo soprannome era "Aspar", cioè il ciabattino.

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Intervistato da DAZN, Martinez, classe 1962, ha ricordato le sue più belle imprese, si è soffermato sulla stagione del doppio titolo, ha precisato che la prima vittoria, per lui Assen 1984, non si scorda mai, ha raccontato due sue rocambolesche vittorie costruite sulla scelta di pneumatici diversi da tutti gli altri. Chiusa la carriera ha costruito un suo team e ha vinto quattro titoli anche con i suoi piloti: Bautista, Talmacsi, Simon e Terol tra il 2006 e il 2011. Ma l'intervista ha spaziato anche su altri due temi: Rossi e Marquez.

"Quando criticano Valentino - ha detto Aspar - io faccio fatica a capire. Certo, in tanti anni ha fatto anche cose sbagliate, ha commesso anche lui qualche errore. Ma ci rendiamo conto che io ho smesso da 23 anni con le corse, era il 1997, e Valentino aveva vinto la sua prima gara l'anno prima, conquistava il primo titolo della 125 e adesso è ancora qui, a 41 anni, e si confronta con Marquez e tutti gli altri?"

"Io lo so bene - ha aggiunto - che quando hai un po' di anni sulle spalle perdi aggressività, cala il desiderio di combattere e di rischiare. Lui finanziariamente sta molto bene, è molto ricco, ha un team Moto3, un team Moto2, una scuola...Non dovrebbe correre rischi, ma è Valentino Rossi!".

Su Marc Marquez, Jorge Martinez è cauto. Fa notare che cade sempre meno, che è maturato. E poi va oltre.

"Si sta evolvendo, l'anno scorso lo abbiamo visto meno aggressivo e anche per questo fare meno cadute. Resta lui il pilota da battere, ma c'è l'incognita delle moto, bisogna capire chi ha lavorato meglio: nei test invernali era la Yamaha che pareva più avanti rispetto alle altre. Sarà un campionato molto equilibrato. Credo che alla fine vincerà chi commetterà il minor numero di errori..."