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SEPANG – Che novità ha portato la Michelin? Cosa accadrà da qui alla prima gara? Cosa cambia a livello regolamentare? Spiega tutto Piero Taramasso, responsabile in pista delle gomme francesi.
«Per questi tre giorni di test a Sepang abbiamo portato tre pneumatici anteriori con mescola soffice, media e dura. La carcassa è nuova, è la stessa che avevamo provato a Valencia nei giorni di prove dopo il GP: in pratica, è un’evoluzione della gomma che i piloti avevano a disposizione per l’ultima gara. Dato che i riscontri sono stati positivi, abbiamo scelto questa soluzione per l’inizio del 2017».
Cosa volete ottenere con questa gomma?
«Cerchiamo di dare più feeling al pilota, mantenendo lo stesso livello di rigidità e di grip. Per il posteriore non abbiamo grandi novità: ne abbiamo tre con le stesse caratteristiche del 2016, sempre con mescola soffice, media e dura, le stesse del GP dell’anno scorso. In più c’è una quarta posteriore, con la mescola della media ma con carcassa differente, provata a Jerez a novembre: l’obiettivo di questa carcassa è dare più grip, trazione e scaldarsi più velocemente».
Da qui all’inizio del campionato cosa accadrà?
«Cercheremo di migliorare ulteriormente il feeling sull’anteriore: per questo, qui a Sepang, abbiamo già portato quattro novità assolute. Due nuove mescole, media e dura, e due nuove carcasse, che proveremo nei prossimi test. Non ci saranno invece novità sul posteriore prima del GP del Qatar».
Insomma, sempre tantissima scelta: sarà così anche per i GP o ci sarà prima una selezione?
«No, non vogliamo più fare come nel 2016, quando cambiavamo gara per gara: vogliamo lavorare durante i test invernali, per poi stabilizzare la situazione fin dal Qatar. Poi ci saranno solo dei piccoli aggiustamenti a livello di mescole, ma non di costruzione, carcasse e profili».
Non ci saranno più le intermedie: per quanto mi riguarda è positivo, Michelin cosa ne pensa?
«Anche per noi: semplifica un po’ la scelta delle gomme. C’erano solo 2 o 3 piloti che le volevano, tutti gli altri erano d’accordo sul toglierle».
Altre novità regolamentari?
«Dovremo portare in tutti i GP tre anteriori e tre posteriori, invece delle due anteriori e posteriori del 2016. Quindi ci sarà più scelta, si potrà fare maggiore strategia e le gomme si adatteranno maggiormente allo stile di ogni pilota. Quindi, per esempio, chi predilige pneumatici più soffici, come Pedrosa o le Ducati, o chi preferisce le dure, come la Honda, sarà accontentato, perché per ogni gara porteremo sempre soffice, medio e duro sia per l’anteriore sia per il posteriore. Tutte e tre le soluzioni saranno idonee per coprire la distanza della gara, non specifiche per fare solo un giro in qualifica. E’ un cambiamento per noi giusto».
Da quest’anno, si saprà immediatamente che gomma monta ciascun pilota: ci puoi spiegare come funziona?
«Stiamo mettendo a punto un sistema con Dorna, per far capire ai telespettatori, in tempo reale, che gomme stanno utilizzando i piloti. Utilizziamo un apparecchio di misurazione di temperatura e pressione interna: con questo apparecchio registriamo il pilota, il tipo di gomma e la posizione. Queste informazioni verranno trasmesse via radio alle centraline delle moto, che le trasmetteranno a Dorna TV, che a sua volta le elabora e le rende capibili ai telespettatori. Rimarranno naturalmente i colori per le varie mescole – bianco per la soffice, nero per la media, giallo per la dura - ma le bande saranno più larghe, quindi più visibili».
Per togliere ogni dubbio, ci puoi spiegare nuovamente come avviene l’assegnazione di ciascun pneumatico ai vari piloti?
«Abbiamo, per esempio, 150 gomme con specifica A, 150 con specifica B e 150 con specifica C, sia per anteriore sia per posteriore. Ogni gomma ha un numero di serie, quindi è identificata singolarmente: mandiamo la lista al direttore tecnico dei GP: lui fa il sorteggio e ci rimanda indietro la lista, abbinando ciascun numero di serie a ogni singolo pilota. Quindi, noi montiamo le gomme sui cerchi in conseguenza a questo elenco: la scelta non la facciamo noi, ma la fa il direttore tecnico».
Togliamo ogni dubbio: non c’è possibilità che il direttore tecnico sappia che una gomma è migliore di un’altra?
«IRTA non può sapere se c’è una gomma migliore di un’altra, ma nemmeno noi! Non c’è nessuna possibilità di privilegiare un pilota rispetto a un altro, è impossibile».
L’anno scorso c’è stato qualche problema di qualità: nel 2017 la situazione sarà migliore?
«La gomma è un materiale “vivo”, non è come un pezzo di acciaio o di legno: le mescole sono molto sensibili all’umidità, alla temperatura, al tipo di trasporto, alle condizioni metereologiche. Abbiamo dei container fatti apposta per conservare le condizioni ideali, ma può sempre accadere qualcosa. Anche la pressione può influire sul comportamento: basta una variazione di 0,02 bar per cambiare anche sostanzialmente il rendimento. Inoltre, le gomme vengono scaldate dalle termocoperte, ma le puoi scaldare a 90-95-100 °C: basta un piccolo cambiamento di 2-3 gradi e la gomma non lavora più nello stesso modo».
Una curiosità: quanto tempo prima vengono decise le gomme, e con quanto anticipo vengono inviate a un GP?
«Decidiamo le gomme con circa un mese e mezzo di anticipo, poi le fabbrichiamo e le spediamo ai circuiti. Per i GP extraeuropei le spediamo tre settimane prima, in Europa una settimana prima».
Come viene fatta la scelta?
«Le informazioni dell’anno precedente sono fondamentali».
Cosa cambia senza alette?
«Difficile dirlo adesso. Sicuramente ci sarà meno peso sull’anteriore: dobbiamo adattarci alle evoluzione delle moto, raccogliendo i dati in questi test».