MotoGP. Michelin, quanti problemi

MotoGP. Michelin, quanti problemi
Il rendimento delle gomme francesi è decisamente migliorato e i piloti sono più soddisfatti. Ma in Qatar mancano pneumatici e si arriva al paradosso che si hanno solo 4 anteriori per 3 giorni di test
3 marzo 2016

LOSAIL Gomme: si parla (quasi) solo di gomme. Inevitabile, perché, come si sa, sono un elemento fondamentale negli sport motoristici e quando arriva un nuovo costruttore, cambia tutto. Specie se si viene da anni di solidità Bridgestone, con un livello qualitativo altissimo (vicino al 100%...), con un comportamento ormai noto e apprezzato da tutti i piloti. Ma anche la Bridgestone, non dimentichiamolo, ha avuto i suoi problemi all’inizio: gomme che scoppiavano in rettilineo (Nakano al Mugello, 2004), posteriori che faticavano a entrare in temperatura (2010) e così via. Ecco, quindi, che le difficoltà incontrate dalla Michelin sono assolutamente normali: anzi, per quello che si era visto nel 2015, con cadute a ripetizione, il rendimento è superiore alle aspettative. E’ però giusto spiegare cosa sta succedendo in Qatar, test iniziati mercoledì con una riunione tra i team e i tecnici della Michelin, accusata, tra virgolette naturalmente, di aver portato qui gomme sbagliate o comunque insufficienti per un test così importante, l’ultimo prima del via ufficiale il 20 marzo.

 

34 O 36 ANTERIORE?

In Malesia, per i primi test del 2016, la Michelin aveva portato due nuovi pneumatici, siglati “34” e “36”, con un nuovo profilo rispetto a quelli utilizzati nel 2015 e, soprattutto, più impronta a terra alla massima inclinazione: queste gomme sostituivano la precedente 1002. Alla fine della tre giorni malesi, i piloti hanno scelto la 34, gomma che la Michelin ha iniziato a produrre in vista del GP del Qatar: era quella, nei piani del costruttore francese, l’anteriore per la prima gara dell’anno. A Phillip Island, però, nel test successivo, i piloti hanno cambiato opinione: la gomma giusta è la 36, che tutti si aspettavano di trovare per questo ultimo test. Ma la 34 era già stata prodotta e deliberata per il GP, così la Michelin è rimasta spiazzata.

 

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POCHE GOMME PER TUTTI

Conseguenza: poche gomme buone per tutti. In pratica, dei cinque anteriori portati qui dalla Michelin, solo due sono veramente utilizzabili e così si arriva al paradosso che i piloti hanno a disposizione per i tre giorni solo quattro gomme anteriori: quattro gomme di numero, non tanto per dire. Ecco quindi che bisogna centellinare le uscite, provare a singhiozzo, portare all’estremo massimo di giri un singolo pneumatico. Penalizzante, soprattutto per chi ha tanto da provare, deve fare selezione tra un telaio o un altro, tra una scelta tecnica e l’altra. Per avere la controprova, ieri la Michelin ha chiesto a cinque piloti (impossibile sapere chi. Ipotizziamo: Lorenzo, Rossi, Marquez, Pedrosa e un pilota Ducati) di fare nuovamente una comparativa tra la 34 e la 36: in quattro avrebbero scelto nuovamente la 36, mentre uno sarebbe ancora in dubbio. Per tutto questo, i tempi cronometrici possono non essere completamente veritieri dei valori in campo.

 

PERCHE’ E’ SCOPPIATA LA GOMMA DI BAZ

Per quanto riguarda lo scoppio dello pneumatico posteriore in pieno rettilinea a Sepang di Baz, la causa sarebbe, secondo i tecnici della Michelin, una foratura causata da un detrito lungo la pista. Il conseguente sgonfiamento della gomma, avrebbe provocato lo strisciamento contro il forcellone o la marmitta della moto, con conseguente scoppio. Insomma, nessun difetto costruttivo, nessun errore di gonfiaggio (qui, comunque, è stata imposta una pressione ancora più alta, di 1,9 bar). E’ verosimile? Impossibile rispondere.

 

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