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Joan Mir, campione del mondo 2020, ha sorpreso con la sua impresa solo chi non lo conosce bene. Perché all'interno del box Suzuki credono moltissimo in lui, e hanno da sempre chiaro quanto valga - al di là di un titolo ottenuto forse più con la testa che con il manico. Una vittoria, tanti piazzamenti e pochissimi errori, in un Mondiale in cui sbagliare costava carissimo; una condotta di gara che ci si aspetterebbe da un pilota più maturo e meno giovane di lui. E invece, Mir è solo al secondo anno di MotoGP ma ha già la lucidità del campione consumato.
E invece Mir, ventitrè anni compiuti a settembre, è uno dei rappresentanti di una nuova generazione di piloti che sta salendo alla ribalta della MotoGP. Assieme al compagno di squadra Rins, a Quartararo, a Miller, Binder, Lecuona, Martin e ai nostri Morbidelli, Bagnaia, Bastianini e Marini rappresenta il futuro di una classe regina vicina a un altro ricambio generazionale.
"Fa parte del gioco, delle regole dello sport" ha dichiarato Joan. "Arrivano piloti più giovani e più forti, è normale. Rossi? È un'eccezione, ma quello che sta facendo non è normale, è incredibile. C'è che dice che dovrebbe ritirarsi ma non capisco perché: crede in sé stesso, la sua passione è correre in moto, e quindi è più che naturale che sia lì dov'è e abbia vinto tanto".
Proprio Mir ha soffiato a Rossi quel duecentesimo podio che insegue da Brno, e che a Misano sembrava vicinissimo...
"In quel momento quel podio mi serviva più che a lui. Avrà tempo di rifarsi..."
Adesso lo aspetta la sfida più dura: riconfermarsi campione del mondo, dimostrare che il 2020 non è stato un caso fortuito. "L'anno scorso siamo riusciti a sfruttare al massimo il nostro pacchetto: sapevamo di non essere competitivi sul giro secco, ma di poter contare su altri aspetti della nostra moto, e siamo riusciti a vincere il titolo. Se riusciremo a migliorare anche in velocità pura il bis è alla nostra portata."
Marquez permettendo, naturalmente...
"Spero proprio che si riprenda per disputare una stagione più bella e combattuta. Non vorrei mai vedere nessuno passare un momento brutto come il suo, men che meno un avversario."