Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Dai che si torna in pista, manca pochissimo! Dieci gare da disputare, per un totale di 250 punti da assegnare: in attesa delle prime prove libere del GP della Repubblica Ceca, ecco quattro episodi straordinari verificatisi nella prima parte della stagione. E quattro che potrebbero avverarsi (o speriamo che…) da domenica fino all’ultimo GP di Valencia, in programma il 17 novembre. Prima di iniziare, una premessa doverosa: una vittoria di Marc Márquez non è straordinaria; nemmeno l’incrocio di traiettoria di Andrea Dovizioso per conquistare il gradino più alto del podio lo è. Questi sono episodi “normali”, ai quali in qualche modo siamo abituati. Qui si vogliono sottolineare quattro momenti fuori dal comune per questa MotoGP: eccoli, in ordine cronologico.
1) RINS VINCE CON LA SUZUKI
Ad Austin succede qualcosa di non prevedibile: Márquez cade mentre ha un grande vantaggio. La gara torna in discussione, e a vincere è Alex Rins, 23 anni, per la prima volta sul gradino più alto del podio alla 34ª gara in MotoGP. Per la Suzuki è il primo successo dopo due anni e mezzo: l’ultimo a portare la GSX-RR al trionfo era stato Maverick Viñales nel Gp di Gran Bretagna 2016. A rendere ancora più grande l’impresa di Rins, la sfida con Valentino Rossi;
2) QUARTARARO IN POLE A JEREZ
Al suo quarto GP, Fabio Quartararo conquista la pole a Jerez nel GP di Spagna e, a 20 anni e 14 giorni, diventa il pilota più giovane a partire dalla prima posizione in MotoGP, migliorando un primato che apparteneva a Márquez, in pole per la prima volta a 20 anni e 62 giorni. Chi avrebbe mai detto che nell’era di Márquez un pilota avrebbe battuto un suo record? Quartararo, poi, si metterà in evidenza conquistando due podi consecutivi - Barcellona e Olanda - e due pole di fila, sempre a Barcellona e in Olanda, facendo segnare anche in questo caso, un nuovo primato. E pensare che non sembrava maturo per la MotoGP…;
3) IL PRIMO TRIONFO DI PETRUCCI
Nel team ufficiale come sostituto nientemeno che di Jorge Lorenzo, senza ancora un contratto per il 2020, sempre e continuamente sotto pressione, messo costantemente - chissà perché poi! - in discussione, Danilo Petrucci trionfa al Mugello infilando con un gran sorpasso in una sola curva (la prima, la San Donato) il compagno di squadra Andrea Dovizioso e Marc Márquez, impedendo poi ogni possibile replica. Un successo che gli vale la riconferma in Ducati e che dimostra che Danilo è un pilota di alto livello, uno che merita di stare lì, nel team ufficiale;
4) VIÑALES, CHE CARATTERE
Dopo un altro inizio di stagione difficilissimo, dopo almeno sei GP ben al di sotto delle sue possibilità, Maverick Viñales torna grandissimo in Olanda, vincendo da dominatore. Nel 2018 era stato lui a interrompere il lungo digiuno della Yamaha, e nel 2019 è sempre lui a portare la M1 sul gradino più alto del podio, per il momento l'unico a riuscirci. Le qualità di guida di Viñales non sono mai state in discussione, ma spesso si è dimostrato troppo fragile nel carattere. Ma quanto fatto vedere negli ultimi due GP prima della pausa, fa ben sperare: se troverà continuità, Maverick può diventare devastante.
1) DOPPIETTA DUCATI A BRNO E AUSTRIA
Dovizioso/Petrucci o Petrucci/Dovizioso primo e secondo in Repubblica Ceca e Austria: sarebbe bellissimo, anche per il campionato. Un’impresa difficile, ma non impossibile;
2) ROSSI TORNA AL SUCCESSO
Valentino non vince dal GP Olanda 2017: troppo tempo. Ha 10 GP per interrompere il lungo digiuno;
3) MORBIDELLI SUL PODIO
Nella prima parte della stagione Franco Morbidelli non ha fatto male, tutt’altro: ma è stato un po’ oscurato dalle imprese del compagno di squadra. Nelle prime nove gare ha ottenuto un quinto posto come miglior risultato (in Olanda): il podio non è una chimera;
4) APRILIA NEI CINQUE
La concorrenza è fortissima, e l’Aprilia fatica con una moto tutta da cambiare. Ma sognare non costa nulla: finire un GP nei primi cinque sarebbe un’impresa da sottolineare in rosso. Sarà molto, molto difficile.