MotoGP. Franco Morbidelli: "Avere la Spec-A non sarà un vantaggio"

MotoGP. Franco Morbidelli: "Avere la Spec-A non sarà un vantaggio"
Con il congelamento dello sviluppo, Franco correrà anche nel 2021 con una moto 2019, più stabile come configurazione ma anche abbandonata nello sviluppo
17 dicembre 2020

Lo sappiamo: dire che non avere la Yamaha ufficiale nel 2021 non costituirà un vantaggio, per Franco Morbidelli, può sembrare (e per molti versi lo è) un'ovvietà degna delle massime di Catalano a Quelli della Notte. Disporre di una moto ufficiale è un privilegio riservato a pochissimi, far parte del team interno - o squadra ufficiale che dir si voglia - ancora a meno, e ci sarà un motivo se qualunque pilota venderebbe volentieri più di un parente pur di accedere a questo onore.

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Ad un'analisi superficiale non si capisce quindi secondo quale logica il non disporre della moto ufficiale dovrebbe quindi costituire un vantaggio, e quindi per quale motivo Morbidelli dovrebbe trovarsi a specificarlo, anche se lui per primo si è dichiarato in diverse occasioni comunque soddisfatto dalla scelta Yamaha di affidargli la cosiddetta Spec-A. È anche vero che, negli ultimi anni, in diverse occasioni le Yamaha del team satellite (Tech-3 o SRT Petronas che fosse) sono sembrate più efficaci di quelle del team ufficiale.

Le moto del team satellite, almeno secondo nella tradizionale strategia Yamaha degli ultimi anni, sono infatti sostanzialmente le ufficiali dell'anno precedente al vertice dello sviluppo raggiunto, con l'aggiunta di qualche pezzo che, pensato e sviluppato per le moto dell'anno in corso, si adatta anche alla MotoGP della stagione passata.

La definizione Spec-A è, in effetti, un residuo di tempi ormai passati quando le grandi case giapponesi costruivano le moto ufficiali e quelle private - nettamente inferiori - per cui il poter disporre di una ufficiale, seppur vecchia di un anno, costituiva comunque un passo avanti sostanziale rispetto alla moto privata. Più o meno in corrispondenza della crisi finanziaria di fine anni duemila, da un lato le case hanno trovato economicamente più redditizio limitarsi a riciclare le moto dell'anno precedente invece di crearne di completamente nuove; dall'altro, viste le limitazioni ai test introdotte proprio in questo periodo, in nome del contenimento dei costi, poter avere in pista fino a quattro moto molto simili ha velocizzato in maniera sostanziale lo sviluppo.

Il punto, quindi, è che in determinate situazioni - principalmente quelle in cui una Casa va in confusione nel processo di sviluppo, scegliendo una strada che si rivela improduttiva, ma anche quando è costretta appunto ad effettuare lo sviluppo durante le gare, per compensare l'assenza di test - è possibile che una moto portata al massimo del suo sviluppo, sia pure vecchia di un anno, possa risultare più efficace di una il cui potenziale è ancora da massimizzare. O sulla quale si stanno ancora facendo esperimenti. Ma si tratta di anomalie, e soprattutto, come spiega lo stesso Morbidelli, il poter disporre della moto ufficiale significa comunque poter avere dietro di sé il massimo impegno da parte della casa.

"La moto nuova è oggetto di sviluppo. Ci si lavora sopra, la si può modificare, è quella si cui la Casa concentra tutte le sue energie, ed è quindi quella che ha il maggior margine di miglioramento. Yamaha si impegna al massimo per farla crescere, svilupparla. La mia Spec-A è quella, anche se a volte qualche pezzo pensato per l'ufficiale dell'anno in corso si riesce ad adattare, ma devo tirare fuori il massimo dal pacchetto che ho."

 

 

Insomma, è chiaro come Morbidelli, che non ha mai contestato la (incomprensibile, a meno di una banale mancanza di risorse) scelta Yamaha di non dare anche a lui la moto ufficiale, faccia buon viso a cattivo gioco. La stabilità del pacchetto è sicuramente un vantaggio, ma poter sviluppare la moto, adattandola alle proprie esigenze, ma anche disporre del materiale più aggiornato, in MotoGP come in qualunque altra categoria, è comunque meglio.

Torna infatti alla mente quel 2008 in cui il compianto Marco Simoncelli vinse il titolo iridato della 250. La sua Gilera era di fatto un'Aprilia RSW 250 LE rimarcata - sostanzialmente la moto ufficiale degli anni passati aggiornata, ovvero lo stesso concetto della Spec-A di Morbidelli. Il Sic dovette sudarsi a suon di risultati quella RSA 250 con cui correvano i suoi avversari, che il reparto corse Aprilia inizialmente non gli voleva dare, sostenendo che "la maggior stabilità del pacchetto" fosse in realtà un vantaggio.

Con la RSW-LE, il Sic nella prima metà dell'anno conquistò due bellissime vittorie. Con la RSA, nella seconda metà, ne portò a casa altre quattro, e la matematica dovrebbe essere sufficiente a chiarire qualunque cosa. Chissà, forse Yamaha potrebbe cambiare idea anche in corso d'anno...