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Intervistare Franco Morbidelli è una fortuna: anche attraverso lo schermo di un pc, il Morbido trasmette calma e serenità, ma anche entusiasmo e positività. Il tutto sempre con grande intelligenza e capacità di analisi. Insomma, è un vero piacere parlare con quello che molti suoi rivali indicano come il pilota da battere. Che effetto fa?
“E’ bello che i tuoi colleghi riconoscano il tuo valore: mi rende orgoglioso. Da questo orgoglio deriva tanta responsabilità”.
Ma ti senti il favorito?
“Non mi sento il favorito, ma devo esserlo: non ci si può nascondere. So quello che ho fatto nel 2020, devo pensare a ripetere certe prestazioni e, se possibile, a migliorarmi. Questo è quello che devo fare. Adesso credo molto di più in me stesso e nel pacchetto che ho a disposizione. L’anno scorso ho fatto un’ottima stagione, mi sentivo bene sulla moto, è stato possibile attaccare a un livello inaspettato per molti. Mi sento di poter fare come nel 2020: se ci riuscirò, potrò lottare per una posizione importante anche in campionato, non solo nelle singole gare”.
Anche se la tua moto non sarà a livello delle altre?
“Credo che in una stagione normale, con lo sviluppo libero e non congelato, la differenza sarebbe stata più grande, mentre quest’anno la differenza, sempre ammesso che ci sia, sarà simile a quella del 2020 se non addirittura minore. Quindi mi sento convinto sia dal punto di vista umano sia tecnico”.
Credi che la Yamaha sia un po’ pentita di non averti dato la moto migliore?
“L’approccio della Yamaha nei miei confronti è sempre stato molto buono, mi sono trovato bene con Maio Meregalli e Lin Jarvis, li conosco da quando ero uno 'sbarbato'. Capisco e ho capito le loro scelte, non li biasimo. Piuttosto, è da biasimare come funziona contrattualmente oggi la MotoGP: si fanno gli accordi con troppo anticipo. E’ la moda di adesso e possono capitare queste sorprese: un pilota che non pensi sia all’altezza, improvvisamente diventa il favorito del mondiale e all’altezza. Ma ci sono dei vincoli contrattuali da rispettare. Quindi, da biasimare è il sistema, non le persone”.
Un’altra cosa sul contratto: tu hai un accordo con il team Petronas fino al 2022, ma loro non hanno ancora rinnovato con Yamaha. Questa situazione ti preoccupa in qualche modo?
“Cerco di non pensare alle cose che non posso controllare, io penso a fare il mio lavoro. So che il contratto del mio team con la Yamaha scade a fine 2021 e so anche che Razlan (Razali, il team principal, NDA) controlla molto bene queste situazioni: farà la scelta migliore per la squadra e, di conseguenza, anche per me”.
Nel 2020 hai fatto un grande passo in avanti: dovuto a cosa?
“Mi sono allenato più seriamente, mi sono focalizzato di più sulla moto, la mia mentalità è cambiata. Per il 2021 ho cercato di mantenere la stessa mentalità, aggiungendo però più divertimento, che mi è un po’ mancato l’anno scorso”.
Cosa puoi migliorare per il 2021?
“Alcuni dettagli tecnici per la gara, fare maggiore attenzione su piccoli particolari: è su aspetti apparentemente minori che dobbiamo focalizzarci. In questi mesi ho cercato di allenarmi per avere più potenza per tutta la gara e ho provato a diventare più forte sul giro singolo, devo essere più efficace in qualifica”.
Nel 2020 sei stato spinto anche dalla motivazione di dimostrare che Yamaha (o il team) aveva sbagliato a non darti la moto migliore; ce l’avrai ancora?
“Sì, cercherò di avere la stessa motivazione. Il 2019 è stato per me un anno frustrante sia come pilota sia fuori dalla pista, ma adesso sento di avere un buon pacchetto a disposizione. Non so se avrò dei piccoli aggiornamenti, ma credo si possa fare bene”.
Ti aspetti un salto in avanti delle altre moto?
“Non so bene come sarà, al momento mi fanno paura le Ducati, perché hanno fatto un bel finale nel 2020 con Miller e me li aspetto competitivi; e la Suzuki. Oggi sono loro i rivali principali”.
Come sarà il rapporto con Valentino?
“Si andrà avanti come ho sempre fatto con lui e con tutti i miei amici: sarà un rapporto di grande correttezza e lealtà. Io lui siamo rivali, lo siamo da tanto tempo: stiamo lottando per qualcosa di grande, ma non bisogna dimenticarsi di tutto il resto. Questo, alla fine, è pur sempre un gioco, che facciamo fin da bambini, anche se adesso è diventato naturalmente più importante. Dobbiamo sempre ricordarci questa cosa”.
Quando rientrerai al box, al tuo fianco vedrai il tuo amico o il tuo rivale Valentino?
“Entrambe le cose, non si possono scindere. Può essere il mio primo avversario e dopo cinque minuti essere di nuovo uno dei miei migliori amici. E’ chiaro che dentro al box prevarrà di più l’aspetto sportivo, ma è impossibile dividere i due aspetti”.
Che effetto fa correre contro uno che sa tutto di te?
“Questo è un qualcosa che vale con tutti i piloti dell’Academy, non solo con Rossi. E’ vero, ci conosciamo molto bene, ma io credo che sia sempre differente quando poi vai in pista con le moto da corsa, ognuno di noi si tiene sempre qualcosa che lo fa rendere di più”.
Tu e Valentino potrete aiutarvi in qualche modo?
“Nello scambio di informazioni, non tanto tecniche, ma personali riguardo a gara e moto”.
Cosa pensi di Marquez?
“Credo gli sia capitato uno dei peggiori incidenti mai successi a uno sportivo di così alto livello: non mi ricordo un altro che è stato fuori così tanto (gli viene detto Ronaldo, quello dell’inter, NDA). Credo sia difficile tornare allo stesso livello, ma non impossibile: non so quale sia la sua condizione fisica, quanto dolore abbia patito o patisca ancora, ma se mi metto nei suoi panni credo che mentalmente sia davvero una situazione durissima. Ma lui è uno tosto come pilota e come persona, credo possa tornare come prima”.
Cinque giorni di test e due gare in Qatar; emergeranno i veri valori per il 2021?
“Sicuramente tutti saranno vicinissimi, sarà interessante vedere in che modo cambierà la classifica nei due GP, il margine sarà molto ridotto. Si può dire che Qatar1 e Qatar2 saranno due GP molto particolari”.
Ultimamente, non ti abbiamo visto nelle foto e nei filmati proveniente dal Ranch; cosa è successo?
“Due settimane fa sono caduto in allenamento e mi sono fatto male a una caviglia: per questo ho preferito saltare le gare dell’Americana, quelle di fine giornata, volevo evitare un’altra caduta”.
Il team l’ha detto chiaramente: si aspettano più risultati da te che da Rossi. Sei il numero uno della squadra?
“Sono sicuro al 100% che non c’è un pilota numero 1 e numero 2, siamo trattati allo stesso modo e molto bene. E’ vero che io nel 2020 ho fatto risultati migliori di Valentino, ma lui li ha fatti migliori di me in tutta la sua carriera, quindi… Il team sarà molto bravo a gestire questa situazione, come ha fatto l’anno scorso anche con Quartararo”.