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DANI PEDROSA VOTO 10 E LODE
Grande il “robottino”: sembrava destinato a un altro fine settimana difficile, sempre all’inseguimento, sempre alla ricerca di uno per fare trentuno. Invece eccolo di nuovo davanti a tutti, con una gara da applausi: in 17 giri, dal settimo al 24esimo, è passato da -8”8 a +8”5. Tradotto: ha rifilato un secondo al giro a Valentino Rossi. La lode per essere stato capace, ancora una volta, di superare mille difficoltà fisiche e psicologiche. Prima guida.
VALENTINO ROSSI 9
Velocissimo nelle FP4, grande protagonista in qualifica, ineccepibile in gara: ogni volta sembra che Lorenzo lo debba suonare come un tamburo, ma poi è sempre Rossi ad avere la meglio, anche su una pista in passato a lui ostica. Sta facendo qualcosa di straordinario, contro piloti fortissimi: eppure, almeno dal 2010 viene dato per finito. Campionissimo.
JORGE LORENZO 6
«Se non avesse piovuto, avrei vinto sicuramente» (tutto da dimostrare, perché Rossi aveva il suo stesso passo). «Se non avesse smesso di piovere, avrei vinto sicuramente» (probabile). «Se non fossi stato sfortunato sarei in testa al mondiale». Eh no, caro Jorge, così non va: per vincere un titolo non basta essere veloci. Se tu fossi completo come Rossi, saresti primo in classifica. Calimero.
MARC MARQUEZ 6
Vista la paga che ha preso dal compagno di squadra, meriterebbe l’insufficienza. Ma non dimentichiamo che ha corso con il metacarpo del mignolo della mano sinistra rotto da pochi giorni: per una volta si è accontentato senza esagerare. Compitino.
ANDREA DOVIZIOSO 6
Anche per lui una sufficienza un po’ tirata, specie considerando il distacco, ma quello che ha fatto nei primi giri è stato incoraggiante. Poi la gomma l’ha costretto a rallentare vistosamente: giusto premiare i primi 10 giri da protagonista. In ripresa.
CAL CRUTCHLOW 5
Dove è finito il pilota aggressivo e spregiudicato? Non si vede mai, né in prova né in gara, né sull’asciutto né sul bagnato. Trasparente.
BRADLEY SMITH 5
Un’altra gara incolore, la seconda consecutiva dopo l’impresa di Misano. Della serie: ripetersi non è mai facile.
SCOTT REDDING 4
Con una Honda “Factory” finisce dietro al collaudatore Yamaha, Nakasuga (voto 7), alla Ducati “Open” di Barbera (voto 7) e prende due secondi al giro. Inspiegabile.
ALEIX ESPARGARÓ 5
Era in buona posizione (6°), ma è scivolato. Se non altro, poi ha fatto una buona rimonta, da 18esimo a 11esimo.
ALVARO BAUTISTA 5
In prova prende spesso paga dal compagno di squadra, in gara gli è quasi sempre davanti.
STEFAN BRADL 5
Nelle FP1 e in Q1 ha portato un po’ di ossigeno nel box Aprilia. Con il bagnato si è perso.
POL ESPARGARÓ 4
Un'altra gara nelle retrovie, un’altra caduta nel finale, questa volta a due giri dal termine. E gli è anche andata bene. Trottolino sempre a terra.
MAVERICK VIÑALES 4
Va piano e cade.
ANDREA IANNONE 6
Per quello fatto in prova, dove ha lavorato bene, mettendo in mostra un passo da podio. E’ stato fermato da un problema tecnico.
DANILO PETRUCCI 4
Considerando le prestazioni della GP14.2 nel 2014, a Motegi c’era grande aspettativa. Invece, questa volta Danilo non è mai riuscito a essere competitivo, nemmeno sull’amata acqua.
HONDA RC213V VOTO 8
Ha vinto, ma se fosse stato asciutto, avrebbe faticato a salire sul podio. Non è più la moto invincibile del 2014.
YAMAHA M1 VOTO 8,5
Vale il discorso opposto della Honda, ma in gara ha consumato troppo le gomme: dato che è successo a entrambi i piloti, non può essere questione di stile di guida o di messa a punto sbagliata.
DUCATI GP15 6
Sull’asciutto ha fatto vedere di essere competitiva (era da 8), ma in gara ha messo troppo in crisi la gomma anteriore. E c’è stato un altro problema tecnico: preoccupante.
SUZUKI GSX-RR 4
Siamo in fase di involuzione, in ogni condizione. E le novità arrivano con il contagocce, il seamless è in ritardo e non si vedrà in questa stagione.
APRILIA RS-GP 5
Qualche segnale positivo sul singolo giro, piccoli miglioramenti. Meglio di niente.