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In questo periodo, è normale essere ottimisti: lo è ovviamente anche Takaaki Nakagami, che per la prima volta nella sua carriera in MotoGP avrà a disposizione una moto ufficiale.
“Non ho mai perso fiducia in me e nel 2020 ho fatto un passo in avanti importante rispetto al 2019. Io e il team crediamo reciprocamente uno nell’altro, sappiamo qual è il nostro potenziale e personalmente cerco sempre di capire come migliorare il mio stile di guida”.
A proposito, dove devi essere più efficace?
“In passato avevo problemi in frenata: posso ancora staccare più profondo, ma direi che ormai ci siamo. Devo invece migliorare nei cambi di direzione, in quella situazione non sono vicino ai più bravi. Sto cercando di capire come riuscirci”.
Stefan Bradl ha già provato la RC213V 2021: cosa sai?
“Stefan ha fatto dei test a Jerez, ma io non so nulla, l’ho solo vista in foto: non vedo l’ora di provarla. Prima dei test in Qatar saprò che moto avremo, ma sicuramente sarà migliore di quella che ho usato nel 2020, con un motore più potente: questo mi dà grande fiducia”.
Ma qual è lo stile migliore per la Honda?
“Quello di Marc Marquez, molto aggressivo, sembra essere il più efficace. Ma ognuno ha il suo e ci sono alcune situazione dove bisogna invece essere più dolci. Bisogna studiare bene come fare”.
Qual è l’obiettivo per il 2021?
“Lottare per il campionato, stare costantemente nel gruppo dei migliori in ogni GP. È chiaro che sarà difficile, perché sicuramente la Suzuki sarà competitiva, la Yamaha sembra essere cresciuta e ci sono tantissimi piloti forti. Ma devo provare a fare bene”.
E’ un limite effettuare i test solo in Qatar?
“Saranno cinque giorni molto importanti, ma sarà anche complicato perché Losail è una pista particolare e con condizioni difficili. Ma sono gasato dall’idea di provare la nuova moto: teoricamente, io sono il pilota con più esperienza in Honda, potrò fare delle comparative, ma sono anche sicuro che Pol Espargaro si adatterà velocemente alla nostra moto”.
Come giudichi il tuo 2020?
“E’ stata una buona stagione per me, ma in alcune situazioni non ho gestito bene la pressione: come ad Aragon, dove ho fatto un errore stupido”.
Hai lavorato dal punto di vista mentale?
“So che Quartararo si è affidato a un “mental coach”, mentre io faccio da solo. Ho cercato di cambiare qualche dettaglio nella preparazione, mi sono allenato con più intensità ad alto livello per riuscire a mantenere di più la tranquillità in gara. Per il momento sembra funzionare, ma bisogna provare in moto. Ho fatto tanta bicicletta, sia su strada sia in palestra, aumentando il più possibile lo sforzo alla massima potenza”.
Cosa significa essere un pilota ufficiale?
“Per me è molto importante. Negli ultimi anni ho sempre avuto una moto inferiore rispetto ai miei avversari, con meno potenza e velocità: adesso si può fare un passo in avanti. E credo di poter essere utile anche nello sviluppo della moto”.
Quanto è popolare la MotoGP in Giappone?
“Senza i piloti giapponesi in MotoGP aveva perso un po’ di interesse, ma adesso sta crescendo e ci sono tanti appassionati che la seguono”.