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Manca ancora più di un mese ai primi test in Qatar, data "paracadute" dopo la rinuncia forzata del circuito di Sepang, ma piloti e team sono già naturalmente al lavoro. E con un Marc Marquez che quasi certamente non sarà della partita per allora, HRC si ritrova con la necessità di identificare i piloti a cui fare riferimento per lo sviluppo della Honda RC213V 2021.
C'è naturalmente Stefan Bradl, che quasi sicuramente sarà il sostituto di Marquez e che sta già lavorando a testa bassa sulla moto 2021, ma il reparto corse Honda ha anche la necessità di capire a chi, fra i piloti titolari, dare ascolto per la direzione di sviluppo. E in assenza del numero uno di casa Honda, sembra proprio che l'onore (e l'onere) ricadrà su Takaaki Nakagami.
Il giapponese del team LCR-Idemitsu - che ha appena incassato i complimenti dello stato maggiore HRC - ricorda un po' i "piloti da allevamento" Honda degli anni 80 e 90. Quei piloti che la Casa di Tokyo ha coltivato e seguito fin dagli inizi della carriera, con l'obiettivo nemmeno troppo nascosto di avere finalmente un top rider giapponese in classe regina. Un obiettivo a cui Honda era andata vicinissima con il compianto Daijiro Kato, che pur avendo sicuramente vinto molto di più nelle categorie inferiori, fra 500 e MotoGP aveva vissuto un percorso non troppo diverso da quello di Nakagami - e anche lui, forse non a caso, pur avendo un mezzo ufficiale era comunque stato "parcheggiato" in una struttura esterna.
Da parte sua, Nakagami sembra aver confermato questa fiducia con una stagione 2020 in cui, pur dovendo ancora concretizzare, ha sicuramente fatto un passo avanti a livello di prestazioni. Takaaki nel 2021 avrà a disposizione una Honda ufficiale al 100% - e dell'anno in corso - diventando così, almeno nella fase precampionato, il più esperto dei titolari HRC in MotoGP.
Non può certo recitare questo ruolo Pol Espargaro, che pure si presenta determinatissimo e conscio delle sue responsabilità al primo appuntamento con la moto con cui affronterà il momento della verità più importante della sua carriera. Ma lo spagnolo non sembra voler lasciare nulla al caso, se è vero che Stefan Bradl lo sente fin da quando... lo spagnolo ha smesso di essere un pilota KTM, almeno in servizio attivo.
"Pol mi ha iniziato a chiedere della moto già all'ultima gara della MotoGP, a Portimao" ha raccontato Bradl alla tedesca Speedweek. "E anche quando ero impegnato nei test a Jerez, a dicembre - voleva sapere come stavano andando i test. È interessato a tutti gli aspetti della moto, e abbiamo un buon rapporto come del resto abbiamo sempre avuto in passato. Non so cosa farà con Honda ma credo che si adatterà bene, il suo stile dovrebbe essere adatto alla RC213V. Credo che fin dall'inizio sarà nei primi 10, poi crescerà - ovviamente, nel team Repsol Honda la top 10 non è un risultato sufficiente."
Non potrà comunque essere lui il leader dello sviluppo, né probabilmente un Alex Marquez che, paradossalmente, è il pilota di cui recentemente si sente parlare di meno e che sarà il compagno di team di Takaaki Nakagami in sostituzione di Cal Crutchlow, passato al ruolo di collaudatore Yamaha. Lo spagnolo arriverà nel team LCR dove troverà due tecnici con cui ha lavorato in passato, e in un ambiente decisamente meno ostico della squadra interna è atteso a quello step che nel 2020 sembrava aver compiuto ad Aragon, prima di perdersi però nuovamente fra ritiri e retrovie.