MotoGP. Le pagelle del GP di Austin

MotoGP. Le pagelle del GP di Austin
10 e lode per Marquez, fenomeno assoluto. 8 a Pedrosa e 9 a Lorenzo. Rossi pesca un 4, settimana da dimenticare. Bravo Dovizioso, 8, nulla da rimproverarsi | G. Zamagni, Austin
22 aprile 2013

Punti chiave

 

MARC MARQUEZ VOTO 10 E LODE


Ha dominato tutti i turni di prove (tranne il terzo), ha conquistato pole, gara, giro veloce, resistendo da veterano a una pressione che mette in difficoltà piloti molto più esperti di lui. E’ un autentico fuoriclasse, un fenomeno assoluto: nel carattere ricorda Valentino Rossi, nella guida Casey Stoner. Come dire, un connubio perfetto.


DANI PEDROSA 8


Ha disputato una bella gara, ma ha comunque preso paga da un debuttante. In prova era sembrato in difficoltà, ma poi è cresciuto, ha mantenuto la calma e domenica è stato efficace e veloce, per nulla intimorito dalla classe e dalla determinazione del compagno di squadra. A tre giri dalla fine, però, ha commesso un errore e Marquez se ne è andato, battendolo per la seconda volta in due GP. Una brutta mazzata psicologica, alla quale Pedrosa deve reagire a Jerez: per lui sarà già un GP da “ultima spiaggia”.


JORGE LORENZO 9


Conquista il 100esimo podio in MotoGP con una grande prova, perché la sua Yamaha non era all’altezza della Honda: più di così, non si poteva fare. Insomma, un’altra grande gara di Lorenzo, che si conferma veloce, costante, tenace: per batterlo, ci vuole una grande moto.

 

Cal Crutchlow
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CAL CRUTCHLOW 8


D’accordo, ancora una volta ha commesso un errore in gara, finendo lungo al quarto giro, ma per il resto ha guidato alla grande, sbarazzandosi facilmente di Bradl e finendo a 3”3 da Lorenzo, dimostrando di essere un pilota di ottime qualità: gli manca veramente poco per essere all’altezza dei tre fenomeni spagnoli. Bravo.

 


STEFAN BRADL 5


A differenza di Crutchlow aveva già girato ad Austin a marzo, guida una Honda, qui più competitiva, eppure è riuscito a prendere paga da Cal: la sensazione è che Bradl è un buon pilota, ma non un campione.


VALENTINO ROSSI 4


Un fine settimana da dimenticare, sia in prova sia in gara: è sempre stato più lento di Lorenzo e Crutchlow, incapace di trovare l’assetto giusto per risolvere i problemi in frenata. Dopo il warm up sembrava che potesse lottare almeno per il quarto posto, invece ha finito anche alle spalle di Bradl: ha ragione quando afferma che c’è ancora molto da lavorare.


ANDREA DOVIZIOSO 8


La posizione è quello che è e il distacco pesante – un secondo al giro -, ma il Dovi non ha nulla da rimproverarsi: per tutto il fine settimana è stato impeccabile, sfruttando al massimo una moto dai limiti evidenti. Si conferma il pilota giusto per la Ducati.
Andrea Dovizioso
Andrea Dovizioso


ALVARO BAUTISTA 4


Con una Honda, non puoi prendere paga da una Ducati.


NICKY HAYDEN 6


In Qatar, in gara, era riuscito ad arrivare in scia al compagno di squadra, qui, invece, lo ha sempre visto da vicino solo ai box. Il distacco subito da Dovi (11 secondi) è pesante, ma più che essere lui ad andare piano è Andrea che va forte.


ANDREA IANNONE 6


Dopo prove disastrose, in gara è andato discretamente. Fatica a guidare la Ducati, però ci mette voglia e determinazione.


ALEIX ESPARGARO 8


E’ sempre – e di gran lunga – il migliore delle CRT sia in prova sia in gara. Guida forte: meriterebbe una moto più competitiva.


BRADLEY SMITH 4


Vale il discorso fatto per Bautista: con una Yamaha, non puoi finire dietro a una Ducati e, soprattutto, a una CRT.


BEN SPIES 4


In prova aveva fatto sperare in qualcosa di meglio, poi, in gara, è purtroppo sprofondato nuovamente: difficile dare peggio.


HONDA 9


La conformazione del tracciato ha esaltato l’esuberante accelerazione della Honda, che è addirittura parsa più

 agile della Yamaha nei cambi di direzione. E’ vero che la M1 era parsa più competitiva in Qatar, ma sembra che dove la RC213V è avvantaggiata, lo sia molto di più della rivale.


YAMAHA 7,5


Alla fine, Lorenzo ci ha messo una pezza e anche Crutchlow è andato forte, ma la differenza con la Honda era evidente, oltretutto non in un specifico aspetto, ma in tutta la pista.


DUCATI 5


Honda e Yamaha sono lontanissime, così come lo erano nel 2012: inevitabile, dato che la moto è per il momento la stessa della passata stagione. Ci vuole pazienza, sperando che la strada intrapresa sia quella giusta.