MotoGP. Pecco Bagnaia tra i piloti più vittoriosi. Eccola, la top ten

MotoGP. Pecco Bagnaia tra i piloti più vittoriosi. Eccola, la top ten
Centrando in Austria la sua venticinquesima vittoria in MotoGP, Pecco Bagnaia è entrato nella top ten dei piloti più vittoriosi nella classe regina del motociclismo. Ecco la compagnia che lo aspettava, nome per nome. Un ripasso della storia che fa sempre bene
20 agosto 2024

1. Valentino Rossi: 89 vittorie

Classe 1979, nove volte campione mondiale e sette volte nella classe maggiore tra 500 e MotoGP, Rossi ha collezionato anche 61 secondi posti e 49 terzi posti. In totale ha disputato 372 GP ed è salito 199 volte sul podio, sempre limitandoci alla top class, ed è scattato dalla pole 55 volte.

Con la Honda ha centrato la sua prima vittoria nel 2000, e poi conquistato l’anno successivo l’ultimo titolo della classe 500 (2001), seguito dai primi due campionati della MotoGP: in totale 33 vittorie in Honda. Poi è passato alla Yamaha nel 2004, con la quale ha vinto quattro titoli mondiali e 56 GP.

Rimasto purtroppo a secco nell’infelice biennio in Ducati, Valentino è tornato in Yamaha nel 2013. L’ultima sua vittoria risale al GP d’Olanda nel giugno 2017, a ben 16 anni e 351 giorni dal primo successo (Donington 2000): una carriera unica e lunghissima, con il ritiro al termine della stagione 2021.

2. Giacomo Agostini: 68 vittorie

Classe 1942, otto volte campione della mezzo litro (e sette della 350!), Ago ha iniziato a vincere in classe 500 nel 1965 con la MV (GP di Finlandia) e ha lasciato la moto italiana alla fine della stagione 1973 dopo aver vinto sette titoli e ben 61 GP.

Passato (clamorosamente e trent’anni prima di Rossi) alla Yamaha, ha dato alla casa di Iwata il primo titolo mondiale “giapponese” in 500 (1975), vincendo anche 6 gare nel biennio. Del ‘76 al Nurburbrgring il suo 68° ed ultimo successo, ancora in sella alla MV 500 ma da lui gestita.

Impressionante la serie dei suoi venti centri consecutivi nelle stagioni ‘68 e ‘69. Furono gli anni del suo dominio, senza una vera concorrenza dopo il ritiro della Honda. Ma occorre aggiungere che i GP in calendario erano allora dieci o dodici all’anno, non la ventina dei nostri tempi.

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3. Marc Marquez: 59 vittorie

Classe 1993, lo spagnolo è sul podio di questa speciale classifica e potrebbe ancora migliorare la sua posizione. In MotoGP dal 2013 con la Honda, ha conquistato sei titoli in top class e tutte le sue vittorie sempre sulla giapponese. Ha inoltre centrato 34 secondi posti, 13 terzi posti ed è scattato ben 65 volte dalla pole position.

La sua stagione più memorabile quella del 2014, con dieci vittorie consecutive nei primi dieci round (!) e poi altri tre successi per un totale di tredici centri. Marc ha poi dominato consecutivamente le quattro stagioni dal 2016 al 2019, prima di incappare nell’incidente di Jerez (seconda prova del 2020) che, con le tante complicazioni, gli ha fatto perdere quella stagione e lo ha molto rallentato in seguito. Le tre vittorie nel 2021 sono al momento le ultime conquistate dal campione di Cervera, che a fine 2023 ha lasciato in anticipo la Honda ed è passato alla Ducati con Gresini.

4. Mick Doohan: 54 vittorie

Classe 1965, l’australiano è la bandiera della Honda, ha sempre corso per la casa dell’ala e ha conquistato i cinque titoli mondiali consecutivi della classe 500 dalla stagione 1994 al 1998. Aveva iniziato a vincere i GP già nel ‘90, e nel ‘92 (quando incappò nel terribile incidente di Assen che stava per costargli una gamba e la carriera) era in testa al mondiale.

In totale, Mick ha anche conquistato 31 secondi posti e 10 terzi posti, secondo le statistiche disponibili. Erano gli anni del dominio tecnico assoluto della Honda e il campione seppe conquistarsi tutto l’appoggio della HRC da assoluto numero Uno. Doohan ha chiuso la carriera all’inizio della stagione 1999, per un altro brutto incidente questa volta a Jerez.

5. Jorge Lorenzo: 47 vittorie

Il pilota maiorchino, classe 1987 e bi-campione della 250, ha vinto tre titoli mondiali nella classe MotoGP tra il 2010 e il 2015, aggiudicandosi appunto 47 successi oltre a 44 secondi posti, 23 terzi posti e 43 pole position.

Un grande talento, che sbocciò subito nella stagione dell’esordio: nel 2008 si prese la pole in Qatar alla prima gara, bissò alla seconda e vinse la terza (Portogallo); poi una serie di gravi incidenti lo rallentò, ma già nel 2009 era vice campione dietro al compagno Valentino Rossi. Che spodestò l’anno dopo. Passato alla Ducati nel 2017, stentò a prendere le misure alla Desmosedici, ma al secondo anno centrò tre vittorie anche con la rossa. Lorenzo si è fermato alla fine della stagione 2019, disputata senza fortuna con la Honda.

6. Casey Stoner: 38 vittorie

L’australiano ha vinto due titoli della MotoGP con due moto diverse, prima Ducati (2007) e poi Honda (2011) prima di ritirarsi prematuramente nel 2012 a 27 anni. Classe 1985, è stato il primo a conquistare il titolo per la Ducati, aggiudicandosi 23 GP in quattro anni con le moto di Filippo Preziosi. Con la Honda ha vinto 15 round mondiali. In totale ha centrato anche 11 secondi posti, 20 terzi posti e 39 pole position.

Dove sarebbe potuto arrivare, Stoner, se avesse corso più a lungo invece di fermarsi dopo sole sette stagioni? Difficile dirlo, il talento era enorme ma la stanchezza e i malanni hanno avuto il sopravvento. Certamente per Marc Marquez sarebbe stato meno facile conquistarsi i favori della Honda.

7. Mike Hailwood: 37 vittorie

Il britannico è nella leggenda per aver corso e vinto in tutte le classi, dalla 125 fino alla 500. I suoi nove titoli mondiali sono arrivati con la Honda (5, tra 250 e 350) e prima ancora con la MV Agusta: i quattro titoli consecutivi della 500, tra il 1962 e il 1965, hanno segnato un’epoca. Le sue 37 vittorie nella mezzo litro sono divise così: 29 con la MV (le prime nel 1961) e 8 con la Honda, quando si batteva contro Ago e la sua ex moto.

Dopo le due ruote, Mike-the-bike ha corso con le monoposto di F1, mostrando grande talento anche lì, salendo due volte sul podio e poi chiudendo la carriera nel ‘74 per un bruttissimo incidente. Tra le sue più belle imprese, la vittoria al TT quando tornò in sella alla Ducati vincendo nel 1978, e l’atto eroico in F1 nel 1973, quando strappò alla morte Clay Regazzoni, rimasto prigioniero nell’auto in fiamme.

8. Dani Pedrosa: 31 vittorie

Lo spagnolo è del 1985 e figura nella top ten dei piloti più vittoriosi nella massima cilindrata pur non avendo conquistato il titolo mondiale. Un primato, a modo suo: trentuno vittorie (oltre a 40 secondi posti, 41 terzi posti e 31 pole) e zero titoli. Anche se era stato capace di vincere tre mondiali consecutivi - uno in 125 e due in 250 - tra il 2003 e il 2005.

In MotoGP dalla stagione 2006, era la grande promessa spagnola ed è approdato subito nel team Repsol Honda con solide ambizioni. Troppo piccolo e leggero? Ha disputato ben tredici stagioni, sempre in sella alle Honda ufficiali. Tre volte ha chiuso la stagione al secondo posto, poi dal 2021 si è cimentato sporadicamente come wild card passando clamorosamente allo sviluppo per la KTM.

9. Eddie Lawson: 31 vittorie

A pari merito con Pedrosa per il numero dei successi nel mondiale, Eddie Lawson ha fatto meglio dello spagnolo: si è laureato ben quattro volte campione del mondo della top class, nel suo caso la 500, e con due marchi diversi come aveva fatto Ago e avrebbero fatto Rossi e Stoner.

Il californiano ha collezionato anche 31 secondi posti e 16 terzi posti, con 18 partenze dalla pole. Classe 1958, Eddie ha sempre corso nella mezzolitro (dopo qualche modesta apparizione con la 250 Kawasaki nell’81). Prima in sella alle Yamaha, con tre titoli e 25 vittorie, poi con la Honda: lì arrivò il quarto titolo del 1989 con quattro successi. Infine chiuse la carriera con la Cagiva vincendo in Ungheria, nel 1992, il primo GP per la casa italiana.

10. Kevin Schwantz: 25 vittorie come Bagnaia

Nel rapporto tra il numero di gare vinte e i titoli conquistati, il texano è appena un gradino sopra a Pedrosa: un solo titolo mondiale, per Kevin, quello del ‘93 (nell’anno in cui Rainey fu fermato dall’incidente di Misano).

Classe 1964, bandiera della Suzuki come Doohan per la Honda, ha disputato otto intere stagioni sempre con la casa giapponese, dall’88 fino al ritiro del 1995, laureandosi vice campione già nel ‘90 e correndo comunque sempre da protagonista. Secondo in gara 13 volte, terzo altrettanto, 29 volte in pole.

Funambolo nella guida, lo stile mutuato dal cross con cui aveva iniziato da ragazzo, Kevin è incappato in numerosi incidenti: il più grave al polso destro, che lo costrinse al ritiro dopo poche gare del 1995. L’addio in lacrime al Mugello.

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